Il fiume Vilcabamba è il primo caso di ingiunzione costituzionale a favore della natura come soggetto di diritto.
Il fiume Vilcabamba scorre nel sud dell’Ecuador, vicino ai parchi nazionali Podocarpus e Yacuri. La sentenza che lo ha coinvolto è considerata la prima causa di successo al mondo in materia di diritti della natura. Infatti, questo corso d’acqua è stato il primo elemento naturale ad assumere il ruolo di querelante. Il caso è stato possibile a partire dal fatto che l’Ecuador è stato il primo Paese nella storia a riconoscere i diritti della natura nella propria Costituzione. L’articolo numero 71 delinea la necessità di rispettare l’esistenza, il mantenimento, la rigenerazione dei cicli vitali, la struttura, le funzioni e i processi evolutivi della natura. Come scritto nella Costituzione ecuadoriana,
La naturaleza o Pacha Mama, donde se reproduce y realiza la vida, tiene derecho a que se respete integralmente su existencia y el mantenimiento y regeneración de sus ciclos vitales, estructura, funciones y procesos evolutivos.
Natura come soggetto di diritto: di cosa si tratta
Oggi la natura ha una personalità giuridica in Paesi con una forte presenza di popolazioni indigene organizzate, come la Nuova Zelanda e alcune zone dell’America Latina. Alcuni di questi casi sono nati al fine di tutelare le credenze religiose delle popolazioni locali. Il fiume neozelandese Whanganui Iwi, ad esempio, è diventato soggetto di diritto nel 2017. Considerato un sacro antenato da parte delle popolazioni indigene neozelandesi, ha oggi uno statuto legale pari a quello di un essere umano. Un altro esempio è quello del fiume Atrato che nel 2016 ha acquisito dalla Corte Costituzionale della Colombia i titoli dei diritti relativi alla sua conservazione, al suo mantenimento e alla restaurazione per eventuali danni subiti.
Quando considerata soggetto di diritto la natura può prendere parte a sentenze in tribunale. A rappresentarla sono quelli che Christopher D. Stone chiama i “guardiani” locali, ossia le persone che fanno le veci dell’elemento naturale in questione, bilanciando gli interessi umani a quelli della natura. Questa opportunità ha come conseguenza la possibilità che anche la natura sia “risarcita” e non solo lo stato o il cittadino che ha subito danni. In genere, le azioni disposte in questi casi comprendono il risanamento, la cessazione dell’attività dannosa e i successivi controlli a beneficio esclusivo dell’elemento naturale coinvolto.
La sentenza del fiume Vilcabamba
Il caso del fiume Vilcabamba è nato come una protesta contro il progetto triennale di equipaggiamento stradale Vilcabamba-Quinara indetto all’inizio del 2008. Eleanor Geer Huddle e Richard Frederick Wheeler, i rappresentanti del fiume, hanno presentato un’azione di protezione costituzionale nei confronti della natura. Secondo le accuse, il progetto non aveva considerato l’impatto ambientale dei lavori. Grandi quantità di roccia e di materiale di scavo sono state rilasciate nel letto del fiume, aumentandone la portata. Questa azione e le piogge invernali hanno causato ingenti allagamenti sulle sponde, tra le quali risultavano anche 5.000 metri quadrati di terreno di proprietà degli accusanti.
La sentenza del Tribunale provinciale di Loja ha imposto al Consiglio di presentare uno studio sull’impatto ambientale relativo alla strada e i piani di bonifica e di riabilitazione dell’area interessata e della popolazione del fiume. Eleanor Geer Huddle e Richard Frederick Wheeler sono stati accusati di aver approfittato del quadro dei diritti della natura per proteggere le loro proprietà a spese dei cittadini. Queste critiche sostenevano che l’azione dei rappresentanti del fiume si scontrava con la costruzione di una strada potenzialmente utile per le comunità locali. Tuttavia, la Corte di giustizia ha stabilito che il caso non comportava una collisione tra i diritti dei cittadini e i diritti della natura. Dunque, la strada Vilcabamba-Quinara è stata ampliata nell’obbligo del rispetto dei diritti del fiume.
Dalla vittoria del fiume Vilcabamba a un nuovo modo di intendere la tutela ambientale
Il fiume Vilcabamba è stata la prima vittoria dei diritti della natura. Tuttavia, un primissimo riconoscimento della natura come soggetto di diritto era già avvenuto nel 2006 a Tamaqua Borough, in Pennsylvania (USA). Il Fondo Comunitario per la Difesa Legale dell’Ambiente aveva assistito la comunità nella stesura di una legge contro lo scarico di fanghi tossici come violazione dei diritti della natura. Questa azione ha impedito ad alcune imprese di inquinare i territori della zona. Una cascata di iniziative ha seguito questi eventi. Tra gli esempi si contano l’approvazione della Legge sui Diritti della Madre Terra da parte della Bolivia nel 2010 e il riconoscimento dei diritti giuridici dei fiumi Gange e Yamuna indetto nel 2017 dall’Alta Corte dell’Uttarakhand, in India.
In Europa il tema della soggettività della natura non ha ancora trovato terreno fertile. Proteggere l’ambiente vuol dire principalmente tutelare il benessere e gli interessi dell’uomo del presente e del futuro. Il timore principale è l’equiparazione fra “diritti della natura” e “diritti degli umani” e il rischio di ledere le comunità attraverso la tutela della natura. Tuttavia, l’emergenza ambientale degli ultimi anni ha accelerato la consapevolezza sulla questione portando ad alcuni cambi di vedute. Un esempio ha preso forma lo scorso anno in Spagna. L’Iniciativa Legislativa Popular (ILP) ha riconosciuto il Mar Menor e il suo intero bacino come il primo ecosistema in Europa a essere soggetto di diritto. Se diffuso e ben calibrato, questo modo di intendere la natura potrebbe portare a un cambiamento reale nella tutela dell’ambiente, rispondendo in modo mirato ai disastri ambientali e aumentando il rispetto nei confronti della natura.