Il dramma degli Ogiek, vittime dell’avidità carbonica del governo keniano

Gli Ogiek del Kenya sfrattati per i crediti di carbonio: la lotta tra conservazione ambientale e interessi economici

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Il dramma degli Ogiek: vittime dell'avidità carbonica del governo keniano

Il governo del Kenya è nuovamente al centro delle polemiche per gli sfratti illegali della comunità Ogiek dalla foresta di Mau, un’azione che, secondo gli avvocati dei diritti umani, è motivata dalla ricerca di profitti attraverso i programmi di compensazione del carbonio.

Nel cuore della più importante foresta pluviale di montagna dell’Africa orientale, la foresta Mau, circa 700 persone della comunità etnica degli ogiek sono state sgomberate con la forza all’inizio di novembre. Una decisione governativa giustificata dalla necessità di conservare e ripristinare il manto forestale, colpito duramente dalla deforestazione nel corso dei decenni. Tuttavia, dietro questa apparente preoccupazione ambientale si cela una realtà più ambigua e controversa.




Il governo keniano, guidato dal presidente William Ruto, ha trasformato le risorse forestali in un affare lucroso attraverso il dibattito sul mercato dei crediti di carbonio. Questo mercato, criticato dagli ambientalisti per il suo approccio farisaico alle emissioni di gas serra, è diventato uno strumento per il governo nel tentativo di ripianare il debito estero del paese. Il prezzo da pagare, tuttavia, è l’antico popolo ogiek, già riconosciuto dal tribunale africano per i diritti dell’uomo e dei popoli come legittimo abitante delle terre ancestrali della foresta Mau.

Il tribunale, istituzione di rilievo continentale, nel 2017 ha sancito il diritto degli ogiek a rimanere sulle proprie terre, ma il governo di Nairobi ha sistematicamente ignorato questa sentenza. Lucy Claridge, direttrice del Progetto Internazionale degli Avvocati, ha sottolineato che il tribunale ha chiaramente stabilito che la conservazione non può essere utilizzata come giustificazione per gli sgomberi forzati.

Le operazioni di sgombero, tuttavia, si verificano in violazione dei diritti umani fondamentali, con forza e con scarsissimo o nessun preavviso. Le case vengono distrutte, le scorte alimentari confiscate, gli animali dispersi o uccisi, lasciando la comunità ogiek senza risorse e senza rifugio.

Daniel Kobei, presidente e portavoce del Programma per lo Sviluppo del Popolo Ogiek, ha dichiarato che gli ogiek stanno vivendo nel terrore, nonostante siano estranei ai danni causa al loro territorio nel corso degli anni. La foresta Mau ha subito deforestazione sin dall’epoca coloniale, e politiche di sfruttamento a fini elettorali hanno contribuito ulteriormente a comprometterne l’integrità, in particolare durante la presidenza di Daniel arap Moi.

L’interesse del governo sembra essere ambiguo, e Justin Kenrick, direttore del Programma per i Popoli delle Foreste, suggerisce che il mercato controverso dei crediti di carbonio potrebbe essere il motore di questa onda di sgomberi. Lucy Claridge cita trattative tra il governo kenyano e la Blue Carbon, una società con sede a Dubai specializzata nel commercio di crediti di carbonio.

La Blue Carbon, nel suo “accordo epocale” con il Dipartimento di Stato dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici del Kenya, ha annunciato la creazione di crediti di carbonio per milioni di ettari di area di progetto. Tuttavia la società ha affermato di non avere alcun progetto in corso in Kenya.

L’uso dei crediti di carbonio potrebbe essere la vera ragione dietro l’attivismo del governo keniano nella protezione delle foreste. La recente decisione del presidente Ruto di annullare la legge che proibisce l’abbattimento di alberi, imposta nel 2018, potrebbe essere un passo per affermare il controllo territoriale e finanziario, piuttosto che una vera preoccupazione ambientale.

Gli ogiek, quindi, si trovano al centro di una soluzione climatica falsa, utilizzata per giustificare sfratti continui ed emissioni. Mentre il presidente Ruto cerca di coprire il debito estero attraverso i crediti di carbonio, la comunità ogiek paga il prezzo umano di questa strategia, privata delle proprietà terre ancestrali e costretta a vivere nel terrore di ulteriori sgomberi forzati.

La situazione mette in luce la continua lotta tra la conservazione ambientale e gli interessi economici, evidenziando la necessità di un approccio equilibrato che rispetti i diritti delle comunità indigene e protegga l’ambiente. In questo contesto, la comunità Ogiek continua a lottare per preservare le loro terre ancestrali e il loro modo di vita unico.

 

Felicia Bruscino

 

 

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