Il Down dei Social Network più famosi, avvenuto qualche giorno fa, ha creato una generale difficoltà di comunicazione a livello nazionale e mondiale.
Dinamica
Numerosissimi paesi, dall’Italia fino alle Americhe, durante la giornata del 3 luglio hanno riportato un blackout dei principali Social. Virali infatti sono stati gli hashtag #facebookdown, #instagramdown e #whatsappdown, circolati per tutto il mondo. Tutti gli utenti di Facebook, Instagram e Whatsapp si sono accorti improvvisamente che non erano più in grado di scaricare e visualizzare le immagini, i video, o di ascoltare le note vocali.
Facebook ha ammesso che il malfunzionamento è insorto durante un’operazione di manutenzione dei server, il disagio è stato risolto in giornata. Per alcuni influencer si potrebbero immaginare ore di vero panico e terrore, ma non è questo ciò che il blackout ha portato alla luce.
Cosa è accaduto
Gli utenti si sono accorti che non potevano visualizzare le immagini, al loro posto tuttavia comparivano dei riquadri bianchi. Al loro interno vi erano delle brevi descrizioni relative al contenuto delle immagini. Di fronte alle tante domande di chiarimenti, Facebook decide di dare risposta.
Si tratta di un sistema di Intelligenza Artificiale che analizza le foto e gli attribuisce dei tag: “persona con cappello” oppure “ragazzo in montagna” e molte altre di questo genere.
Tecnologia nuova?
Una volta svelato il mistero dell’Intelligenza Artificiale la notizia ha iniziato subito a circolare, tra post e articoli, senza tener conto che Facebook utilizza questa tecnologia dal 2016. Il servizio è utilizzato per migliorare l’esperienza virtuale per i non vedenti. Esistono infatti molti software specializzati nella lettura testuale di pagine web, tuttavia l’aspetto visuale nel mondo del web rimaneva ancora inesplorato: l’i.a. permette finalmente un riconoscimento dell’immagine.
Sicurezza dei dati
Il sito The Verge, specializzato in tecnologia, è il primo a sollevare la questione relativa alla privacy degli utenti. Con una mole così ingente di immagini condivise in tutto il mondo, la sicurezza degli utenti potrebbe essere compromessa. Sommato a ciò si pensi che l’algoritmo dell’Intelligenza Artificiale apprende proprio grazie alle foto che gli utenti dei Social Network caricano. Attualmente il numero è elevatissimo: durante il 2018 le foto caricate su Instagram con hashtag si aggirava intorno ai 3,5 miliardi.
L’impero di Zuckerberg si destreggia tra due estremi: portare un servizio efficiente alla gente, che “migliori” la loro vita; dall’altra il timore che la privacy venga invasa man mano. Anche Amazon recentemente è stata sotto i riflettori perchè il suo assistente digitale “Alexa” mantiene al suo interno le conversazioni testuali e le registrazioni, anche se cancellate (oppure si ricordi il progetto di Amazon di brevettare uno smartwatch in grado di leggere le emozioni).
Obbiettivo di questi grandi colossi sta diventando gradualmente una profilazione di massa: tramite la raccolta di dati arrivare a definire sempre più dettagliatamente l’utente. La vera questione è se riusciranno, in un futuro prossimo, a definire ciò che è la natura umana all’interno di un profilo o di una bacheca: spero vivamente di no.
Jacopo Senni