Il dibattito tra Harris e Trump in onda televisiva tra accuse, denigrazioni e poche proposte per il futuro

il dibattito tra Harris e Trump

Il confronto televisivo tra Kamala Harris e Donald Trump, avvenuto martedì sera, ha offerto una chiara rappresentazione delle due visioni contrapposte sul futuro degli Stati Uniti. La candidata Democratica Harris ha adottato un approccio equilibrato e moderato, riuscendo a mantenere la calma sotto pressione, mentre Trump ha optato per un atteggiamento più aggressivo, fatto di attacchi personali e dichiarazioni polemiche. Sebbene Trump abbia cercato di sferrare colpi duri su argomenti chiave come l’immigrazione e l’economia, Harris ha dimostrato una notevole abilità nel distogliere l’attenzione e nel tenere il dibattito su un terreno a lei più favorevole. Il risultato è stato un dibattito tra Harris e Trump che ha visto il secondo spesso costretto a difendersi, perdendo la compostezza su temi cruciali.

La tattica di Harris: provocare e deviare

Il dibattito tra Harris e Trump è andato in onda ieri sera su ABC e, come da ordine del giorno, ha affrontato tutti i temi possibili per una più completa campagna elettorale dei due candidati alla presidenza. La vicepresidente e l’ex presidente USA si sono ritrovati dunque in un faccia a faccia sul palco del National Constitution Center di Philadelphia, in vista delle elezioni del prossimo 5 novembre.

Una delle chiavi del successo di Kamala Harris durante il dibattito è stata la sua capacità di evitare con destrezza gli attacchi di Trump sui temi che avrebbero potuto metterla in difficoltà. Su questioni come l’immigrazione, per esempio, Harris è stata abile nell’utilizzare le critiche rivolte contro di lei come un trampolino per lanciare attacchi personali a Trump. La prima domanda del dibattito tra Harris e Trump è stata riguardo l’economia del paese. “Credete che gli americani stiano meglio di quattro anni fa?” è stato chiesto ai due.

Mentre Harris ha parlato di piani per il futuro e di nuove opportunità per tutti, compreso il ceto medio, Trump ha puntato il dito contro i democratici, sostenendo che la Harris non ha un effettivo piano per l’economia e che finirà per distruggerla definitivamente. Deviante e totalmente propagandistica è stata l’accusa di Trump nel dibattito che ha sostenuto che la Harris sia una marxista, nonché la fine dell’America.

Anche sul tema dell’immigrazione il dibattito tra Harris e Trump si è rivelato difficile da seguire e sempre più aggressivo. Trump ha cercato di incolpare Harris per una presunta “invasione” al confine con il Messico, ma Harris ha affermato che le persone abbandonano i suoi discorsi prima della fine. Questo ha distolto Trump dalla sua linea d’attacco, costringendolo a difendere il proprio operato piuttosto che proseguire con il tema dell’immigrazione. Il risultato è stato che, anziché colpire Harris su un argomento che avrebbe potuto danneggiarla, Trump si è lasciato trascinare in uno scambio personale, diminuendo così l’efficacia dei suoi attacchi.

Difficoltà e dichiarazioni controverse di Trump

Donald Trump, noto per la sua capacità di dominare i dibattiti con retorica incendiaria e slogan semplici, ha faticato a mantenere il controllo della conversazione. Uno dei momenti più difficili per il candidato Repubblicano è stato quando ha affrontato la questione dell’aborto. In un tentativo di attaccare i Democratici, ha dichiarato erroneamente che in alcuni stati degli USA fosse possibile abortire “dopo la nascita”, un’affermazione che è stata prontamente smentita dai moderatori del dibattito. Inoltre, Trump ha evitato di prendere una posizione chiara riguardo a un possibile divieto nazionale sull’aborto, preferendo sfuggire alla domanda piuttosto che affrontarla direttamente.

La domanda sull’aborto è stata sicuramente un’occasione per Harris per ricordare a tutti che Trump dirà solamente “molte bugie, ma questa non è una sorpresa”, ricordando l’importanza dell’autodeterminazione delle donne e della decisione suoi propri corpi; di tutta risposta, Trump nega la posizione a lui addossata di anti-abortista a livello nazionale. 

Anche sulla politica estera, Trump è apparso esitante. Ha evitato di esprimere un chiaro supporto all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia e ha mostrato un’insolita ammirazione per Viktor Orbán, il primo ministro ungherese conservatore e omofobo. Questa scelta di elogiare un leader di un piccolo paese europeo con tendenze illiberali ha lasciato molti osservatori perplessi, soprattutto considerando il ruolo preminente che gli Stati Uniti rivestono a livello globale.

Harris ha sfruttato questa debolezza, accusando Trump di voler svendere gli interessi americani in cambio di relazioni personali con dittatori e regimi autoritari. “Quanto velocemente ti arrenderesti per fare un favore a un dittatore come Putin?”, ha incalzato la candidata Democratica. La risposta dell’ex presidente è stata l’ennesima accusa nei confronti di Harris, sostenendo che l’Ucraina è invasa giorno dopo giorno e che le negoziazioni sono completamente inutili.

Il ruolo di Taylor Swift e la disinformazione

Una delle sorprese della serata nel dibattito tra Harris e Trump è stata la presa di posizione della cantante Taylor Swift, che ha dichiarato pubblicamente di votare per Kamala Harris subito dopo il dibattito. La popstar, con milioni di follower sui social media, ha detto di voler contrastare le campagne di disinformazione, in particolare quelle diffuse dagli account vicini a Trump, che avevano falsamente insinuato il suo sostegno al candidato Repubblicano tramite immagini alterate con l’intelligenza artificiale. Swift ha lodato Harris definendola “una leader dotata di fermezza e talento” e ha sottolineato la necessità di una guida basata sulla calma piuttosto che sul caos, marcando un chiaro contrasto con lo stile di leadership di Trump.

Le reazioni e la sfida dei sondaggi

Le reazioni post dibattito tra Harris e Trump hanno rivelato un divario netto tra i due schieramenti. Mentre i Repubblicani hanno criticato aspramente i moderatori del dibattito, accusandoli di favoritismi verso Harris, i Democratici hanno manifestato grande soddisfazione per la performance della loro candidata. Lo staff di Harris, incoraggiato dalla sua solida prestazione, ha lanciato una sfida a Trump per un secondo dibattito, sperando che un ulteriore confronto possa consolidare il vantaggio nei sondaggi.



Secondo alcuni osservatori politici, l’atteggiamento di Trump durante il dibattito ha dato l’impressione di un candidato che si comporta ancora come se fosse il presidente in carica. Trump è infatti caduto in molte delle provocazioni di Harris, dimostrando una certa mancanza di disciplina, mentre la candidata Democratica ha mostrato maggiore controllo e preparazione. Questa dinamica ha indubbiamente giocato a favore di Harris, che è riuscita a presentarsi come una leader più stabile e affidabile, in contrasto con l’imprevedibilità di Trump.

Due visioni opposte per il futuro del paese

Il dibattito tra Harris e Trump ha messo in evidenza due visioni profondamente diverse per il futuro degli Stati Uniti. Da un lato, Harris rappresenta la continuità con le politiche di Biden, promuovendo il multilateralismo, il rafforzamento delle alleanze internazionali come la NATO e un approccio moderato alle crisi globali. Dall’altro, Trump propone un ritorno alla sua visione di “America First”, caratterizzata da un isolazionismo aggressivo e da relazioni personali con leader autoritari come Putin e Orbán.

Sul fronte delle crisi internazionali, entrambi i candidati sono apparsi poco incisivi. Sia sulla guerra in Ucraina che sul conflitto a Gaza, né Harris né Trump hanno presentato nuove soluzioni concrete. Trump ha continuato a vantarsi di poter risolvere queste crisi in 24 ore, senza però fornire dettagli su come intenda farlo. Harris, invece, ha confermato il sostegno all’Ucraina e si è limitata ad auspicare ad una soluzione pacifica per il conflitto israelo-palestinese.

In definitiva, il dibattito tra Harris e Trump ha evidenziato una chiara differenza tra i due candidati:  due candidati che non si sono neanche salutati alla fine del loro confronto. Harris conclude il suo comizio lasciando speranze e confidando in un ottimismo nazionale che porterà il popolo americano ad una nuova gloria, mentre Trump scende dal palco maledicendo la sua antagonista, simbolo di disfatta per l’intero paese. L’atto finale si vedrà il prossimo 5 novembre.

Lucrezia Agliani

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