Il destino dei discendenti del Duce lontano dal fascismo

discendenti del Duce

Nella tumultuosa scia della Seconda Guerra Mondiale e della caduta del regime fascista in Italia, i discendenti del Duce si trovarono a dover affrontare un destino sorprendentemente vario.


Nella tumultuosa scia della Seconda Guerra Mondiale e della caduta del regime fascista in Italia, la famiglia Mussolini si trovò a dover affrontare un destino sorprendentemente vario. Oltre a Bruno, il terzogenito del Duce, tragicamente scomparso in un incidente aereo nel 1941, i quattro figli rimanenti affrontarono una serie di percorsi e avventure che li condussero a luoghi e situazioni impensabili.

Edda Ciano: un’amore a Forlì

Edda Mussolini, diventata in seguito Edda Ciano, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia italiana. La sua vita postbellica fu un intrigante mistero per molti.

Riconsegnata alle autorità italiane nell’estate del 1945 dopo il suo rifugio in Svizzera immediatamente dopo la morte del marito, Edda fu mandata in esilio a Lipari, anche se la sua permanenza lì durò solo alcuni mesi. Conduceva audacemente la sua auto sportiva argentea per raggiungere Forlì, dove il suo amante, il bel Fabio Baccanelli, esercitava la professione di medico anestesista.  Nei decenni successivi, la sua vita si svolse in lunghi viaggi che sembravano un’erranza senza pace, tra la piccola casa che aveva conservato ai Parioli, la Romagna, Capri e il resto del mondo. L’unico compagno che la accompagnava in questo percorso erano i ricordi, che il tempo ingrandiva, ma almeno mitigava la loro angoscia. Edda si spense a Roma nella domenica delle Palme del 1995.

Vittorio Mussolini: il primogenito del Duce e il cinema

Vittorio Mussolini si distinse per il suo coinvolgimento nel mondo del cinema. Noto anche con lo pseudonimo artistico “Tito Silvio Mursino”, è stato una figura italiana attiva nel settore cinematografico in veste di sceneggiatore e produttore. Fondò una rivista specializzata e visitò frequentemente la Romagna. Il suo amore per il cinema lo portò a emigrare in Argentina, dove si dedicò appassionatamente all’industria cinematografica. Tuttavia, la sua passione per il cinema lo riportò in Italia, dove si esibì al Teatro dell’Opera di Roma, dimostrando un interesse eclettico che si discostava notevolmente dall’ideologia di suo padre. Morì a Roma nel silenzio, dopo una lunga malattia, il 13 giugno 1997.

Romano Mussolini: jazz e intrattenimento

Romano Mussolini, noto per la sua abilità al pianoforte jazz, intratteneva il pubblico alle feste dell’Unità e in locali raffinati come l’Hotel Internazionale di Giorgio Ghezzi. La sua musica offriva un’insolita fuga dalla politica dell’epoca, dimostrando come la passione e l’arte potessero trascendere il contesto storico. Per molti anni, Romano Mussolini mantenne un completo silenzio riguardo al fascismo e al suo padre, ma in età avanzata decise di tornare a considerare la figura del Duce e il suo impatto sulla politica e sulla storia. Nel 1997, egli ricostituìl’Ordine cavalleresco dell’Aquila romana, che rappresentava un’idea in continuità con l’Ordine civile e militare dell’Aquila romana della Repubblica sociale italiana, il quale era stato abolito nell’ottobre 1945. Nel 2004, scrisse il libro “Il Duce, mio padre”, offrendo una prospettiva personale sulla storia della sua famiglia durante e dopo il Ventennio, e svelando aspetti poco conosciuti della personalità di Benito Mussolini, oltre ai suoi rapporti con i parenti. Seguì nel 2005 con “Ultimo Atto: Le verità nascoste sulla fine del Duce.” Infine, creò un museo nella storica residenza di Villa Carpena a Forlì. Morì a Roma il 3 febbraio 2006 e fu sepolto nella cripta di famiglia nel cimitero di S. Cassiano a Predappio.

Annamaria Mussolini: l’amicizia con luciana castellina e l’attivismo politico

L’ultima figlia di Benito Mussolini, Annamaria, dopo il ritorno a Roma, Anna Maria cercò di iniziare una nuova vita, lasciandosi alle spalle il pesante passato. Nonostante i dolori e i disagi dell’infanzia, diventò una brava conduttrice di Radio Rai, utilizzando uno pseudonimo. Nel 1960 a Cortina d’Ampezzo, incontrò l’amore della sua vita, Giuseppe Negri, noto come Nando Pucci, un presentatore di spettacoli. Le voci sul loro rapporto si diffusero rapidamente: la figlia più giovane del Duce si sposò a Ravenna nel giugno successivo e nel 1961 nacque Silvia, seguita due anni dopo dalla seconda figlia, Edda.

Anna Maria trovò la felicità e un impiego alla Rai, conducendo interviste a personaggi famosi sulla musica leggera, di cui è un’appassionata conoscitrice. Il suo programma, “Rotocalco musicale”, riscuote grande successo, ma quando un giornale filocomunista scoprì la sua vera identità, Anna Maria Negri venne licenziata. Poi, la sua storia prese una svolta tragica: nell’aprile del 1968, la figlia Edda fu colpita dalla varicella e la trasmise alla madre, che aveva già subito un intervento per un tumore al seno due anni prima. Il cancro fece nuovamente la sua comparsa, mentre la varicella provocò un’endocardite. Anna Maria morì all’alba del 25 aprile del 1968, una data simbolica tra molti avvenimenti della storia italiana in cui la sua famiglia è stata coinvolta.

I discendenti del Duce seguirono strade divergenti e affrontarono sfide uniche dopo la caduta del regime fascista. Le loro vite, lontane dagli stereotipi delle famiglie potenti, sono state intrise di passione, politica, musica, cinema e persino dramma familiare, un riflesso dei tempi tumultuosi in cui vivevano.

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