Il Colosso di Costantino ha ritrovato il suo indice, o meglio, la parte mancante.
Sembra incredibile ma la mano dell’opera bronzea, dopo aver perso parte di un dito da quasi 200 anni, la ha ritrovata. È accaduto grazie alle nuove tecnologie e alla collaborazione tra i Musei Capitolini ed il Louvre. Françoise Gaultier e Claudio Parisi Presicce hanno coordinato l’operazione, che ha visto la cooperazione anche di Roma Culture e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Già nel 2018, in maggio, era arrivata la conferma che quello che si trovava al Louvre era proprio il dito che il Colosso di Costantino aveva perso, grazie ad un modello realizzato in 3D ed utilizzato per una prova a Roma.
Il Colosso di Costantino è conservato, appunto, presso i Musei Capitolini.
Ne restano la testa, la mano sinistra con alcune mancanze (com’era quella del dito indice in questione) ed una sfera che originariamente era sorretta proprio dalla mano. Pare che il dito sia arrivato a Parigi nel 1860, e di conseguenza al Louvre, insieme a gran parte della collezione del Marchese Giampietro Campana.
Il Colosso di Costantino per lungo tempo ha detenuto il nome di Colosseo, per assimilazione con l’Anfiteatro Flavio.
Nel corso della storia la statua è stata infatti considerata una raffigurazione del Sole eretta accanto al suddetto Anfiteatro. Risalgono poi alla fine degli anni ’30 del 500 le ultime testimonianze della mano integra. Cosa sia accaduto al frammento di dito, dalla sua scomparsa fino al riapparire nella collezione Campana, è tutt’ora un mistero.
L’evento che vede il Colosso di Costantino ricongiungersi al proprio dito coincide con una data importante. Si festeggiano infatti ben 550 anni da quando il Papa Sisto IV donò la statua al popolo romano.
Mariarosaria Clemente