Il Clan Casamonica-Spada è un’associazione di stampo mafioso. La sentenza della III sezione penale

il clan casamonica-spada

“Il Clan Casamonica-Spada è un’associazione di stampo mafioso”. Così ha sentenziato ieri la III sezione penale della Cassazione.

L’antefatto

Lo scorso luglio il blitz,  nell’ambito di una operazione soprannominata, non a caso, Gramigna, è avvenuto all’alba a Roma e in Calabria, nelle lussuose e pacchiane ville del clan Casamonica-Spada, per eseguire 37 misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Roma. In seguito agli arresti, 18 indagati avevano presentato ricorso, ma il Tribunale di Roma per il riesame ha rigettato la richiesta, considerandola inammissibile e dichiarando:

Con specifico riferimento all’associazione di cui all’articolo 416 bis, il tribunale ha ricostruito la sussistenza del sodalizio vagliando attentamente i plurimi elementi indiziari costituiti dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, dagli interrogatori resi dalle presunte persone offese dell’associazione e dalle molteplici conversazioni intercettate nel corso delle indagini. Tali elementi sono idonei a dimostrare non solo la sussistenza dell’associazione di stampo mafioso, ma anche la partecipazione dei singoli indagati al sodalizio medesimo.

Le indagini

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e delle vittime dell’associazione si sono rivelate di fondamentale importanza, al fine di ricostruire vicende, ruoli e responsabilità all’interno delle due famiglie. A seguito della caduta del muro di omertà che proteggeva il clan, le dichiarazioni hanno trovato riscontro in accurate indagini e nelle intercettazioni telefoniche.

La conclusione

Così termina la sentenza:

Emerge chiaramente che tutti gli indagati erano parte di un nucleo associativo familiare fortemente radicato nel territorio romano e ben noto alla popolazione. Godevano di una base logistica comune all’interno della quale tenevano le armi e la sostanza stupefacente e nei pressi della quale le varie persone offese erano state convocate da diversi membri dell’associazione, disponevano di una cassa comune, svolgevano la propria attività con metodo fortemente intimidatorio, ponevano in essere condotte di aiuto e di reciproca sostituzione e recuperavano le somme di denaro conseguenti al reato di estorsione o di traffico di sostanze stupefacenti nell’interesse del sodalizio.

Non si è fatto attendere il tweet della Sindaca Raggi.

Roberta Sanzeni

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