Gli abitanti di Tor Marancia avevano proposto e votato la realizzazione di un Centro Culturale, tentando così un recupero a uso pubblico di una area fortemente degradata della vecchia scuola Mafai.
Peccato che la
sindaca Raggi, alla comunicazione dei risultati della
consultazione popolare, sull’utilizzo degli oneri di urbanizzazione derivanti dalla sciagurata convenzione urbanistica di Piazza dei Navigatori, abbia comunicato un altro risultato. Gli abitanti di Tor Marancia, difatti,
si sono ritrovati privati di quanto avevano democraticamente scelto.
L’idea e la realizzazione di un Centro Culturale a Tor Marancia, a servizio di tutto il Municipio, doveva suonare come una riqualificazione di una zona popolare da sempre abbandonata dalle istituzioni e, di fatto, totalmente priva di servizi sociali e culturali per la comunità.
Sarebbe stata, tra l’altro, l’unica opera pubblica ricadente nell’area Navigatori/Tor Marancia, ossia quella zona interessata dalla colata di cemento che le fa da padrona, tentando così un parziale risarcimento dei disagi che la zona ha dovuto e dovrà ancora sopportare.
Dalla realizzazione del Centro Culturale sono stati distratti due milioni e mezzo di finanziamento e i fondi rimanenti sono stati indirizzati alla demolizione dell’edificio della scuola Mafai, intervento che non può e non deve essere considerato una opera di urbanizzazione. Demolire, in questo caso, non significherebbe altro che lasciare inalterato quello che è l’orizzonte attuale, ossia una Tor Marancia spoglia e abbandonata a se stessa.
Ma Tor Marancia non ci sta.
Già 400 cittadini e cittadine della zona hanno firmato, ai banchetti e online, la
petizione per
chiedere l’immediata bonifica dell’area e l’apertura di un tavolo per la progettazione partecipata. Intanto è in corso, grazie all’impegno dei cittadini del quartiere, una inchiesta pubblica sul contenuto del futuro Centro Culturale a Tor Marancia.
Il comitato Centro Culturale Popolare Polivalente e l’associazione Parco della Torre hanno indetto per il 19 dicembre una assemblea pubblica dei cittadini e delle cittadine di Tor Marancia e delle aree limitrofe (Navigatori, Accademie, Piazza Lante, ect.), durante la quale saranno illustrati i risultati dell’inchiesta.
La partecipazione è fondamentale, poiché la libertà è partecipazione. Necessaria risulta, dunque, la presenza dei cittadini sul territorio al fine di tutelare e indagare tutto ciò che lo Stato destina alle riqualificazioni pubbliche della nostra città.
Chiediamo dunque alla Sindaca Raggi: Chi ha cambiato le carte in tavola? E che fine ha fatto il progetto del Centro Culturale di Tor Marancia? Infine: credete voi, cittadini, che sia più salutare investire soldi pubblici per distruggere un edificio o per riqualificarlo per fini sociali, come il comitato Centro Culturale Popolare Polivalente e l’associazione Parco della Torre di Tor Marancia avevano proposto?
Flavia Innocenzi