Il caso Piccolo America: misure cautelari per ANICA e ANEC

Il caso Piccolo America

Il caso Piccolo America: a un mese dal primo grido di protesta arriva la risposta delle autorità. ANICA, ANEC e ANEC Lazio ostacolano le arene gratuite nell’approvvigionamento di film da proiettare.

Il caso Piccolo America giunge a un punto di svolta. Un mese fa l’associazione denunciava pubblicamente una situazione divenuta ingestibile, che metteva a repentaglio una delle iniziative cinematografiche gratuite più amate dell’estate romana. Da tre anni l’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), l’ANEC(Associazione Nazionale Esercenti Cinema) e ANEC Lazio stavano deliberatamente ostacolando le concessioni di film destinati a loro. Il motivo? Concorrenza sleale alle sale tradizionali.

Cos’è il Piccolo America

Il caso Piccolo America nasce nelle pieghe della storia del cinema italiana. Il Cinema America era infatti una popolare sala cinematografica di Roma, costruita nel 1955 su progetto di Angelo Di Castro. Ha proiettato film per oltre quarant’anni, guadagnandosi un posto d’onore nel cuore dei romani prima della definitiva chiusura avvenuta nel 2000.

Nel 2012, dopo anni di abbandono, arrivavano i Ragazzi del Cinema America. Occupavano il cinema in segno di protesta, in una vicenda che attirava le simpatie dei cinefili italiani e l’attenzione delle autorità. Due anni dopo l’America veniva sgomberato, ma i suoi Ragazzi continuavano a sognare in grande. Nascevano così gli “Schermi Pirata”, brevi proiezioni cinematografiche che prendevano vita su schermi molto particolari: i muri delle case di Roma.

Per anni l’Associazione Piccolo America ha animato le notti estive romane. A partire da Piazza San Cosimato fino al Casale della Cervelletta di Tor Sapienza e al Porto Turistico di Ostia, gli appuntamenti dell’iniziativa Cinema in piazza si sono moltiplicati e hanno ottenuti il supporto del Mibact, del Miur e della Regione Lazio. Con una programmazione eterogenea che spaziava dai grandi classici a Star Wars, lo scopo del Piccolo America è sempre rimasto quello di condividere con il pubblico un amore infinito per il cinema.

Il primo grido di protesta

La prima dichiarazione di guerra è partita l’8 giugno, con un comunicato sottoscritto dai Ragazzi del Cinema America e rivolto ai sostenitori dell’associazione. L’annuncio denunciava lo stato di blocco in cui si trovava l’associazione, congelata nell’impossibilità di recuperare film a causa dell’ostruzionismo di ANICA, ANEC e ANEC Lazio.

Di oltre 140 fil richiesti alle case di distribuzione per programmare le rassegne a San Cosimato, Ostia e Cervelletta abbiamo ricevuto più di 120 risposte negative. Non ci autorizzano nemmeno i film di proprietà RAI di autori italiani! […] Siamo senza film, costretti a chiedere il vostro aiuto per combattere questa battaglia.

Si apriva così il caso Piccolo America. Il giorno dopo sopraggiungeva la nota di risposta dell’ANICA, che accusava i firmatari del comunicato di diffusione di fake news e ribadiva la propria simpatia nei confronti dell’iniziativa Cinema in piazza. Una seconda precisazione sottolineava inoltre la “piena autonomia delle singole società di distribuzione nella definizione delle strategie commerciali” e sminuiva apertamente la documentazione prodotta dal Piccolo America.

Nonostante le proteste sollevate, il 24 giugno l’Antitrust avviava un’istruttoria nei confronti di ANICA, ANEC e ANEC Lazio. L’obiettivo era accertare l’esistenza – almeno dal 2018 – di un’azione concertata per spingere le case di distribuzione a negare i film alle arene gratuite. La notizia veniva accolta con sorpresa dalle tre associazioni coinvolte, mentre il Presidente dell’ANICA Francesco Rutelli dichiarava di essere pronto a perseguire per vie legali chiunque avesse associato il suo nome alla mancata distribuzione di film.

Mentre il caso Piccolo America si sviluppava, l’associazione non rimaneva con le mani in mano. Nell’attesa di capire se fosse possibile avviare la stagione estiva 2020, proseguivano gli incontri in piazza con registi di fama internazionale. Alle loro spalle, in segno di protesta, scorrevano le immagini del film “La corazzata Potemkin”.

Il provvedimento

La risposta dell’AGCM è stata molto chiara. Con un provvedimento datato 9 luglio 2020, l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha imposto misure cautelari per impedire l’attuazione di un’intesa di boicottaggio tra ANICA, ANEC e ANEC Lazio contro le arene gratuite.

Il provvedimento non solo ammette che i comportamenti delle tre associazioni hanno impedito l’approvvigionamento di film, inficiando gravemente la realizzazione della programmazione estiva 2020. Stabilisce anche l’immediata cessazione di qualsiasi forma di intesa e lascia cinque giorni di tempo ad ANICA, ANEC e ANEC Lazio per adeguarsi alla delibera. Ancora una volta, giunge la risposta dell’ANICA:

ANICA renderà certamente noto ai distributori e agli associati in generale il provvedimento assunto oggi da AGCM, ferma restando la propria convinzione – che sarà ribadita nella fase di merito del procedimento dinanzi all’AGCM – circa l’ineccepibilità del proprio operato. L’ANICA, come noto, non può infatti dare direttive ai propri associati per fornire o negare contenuti alle sale cinematografiche o arene.

E’ una svolta importante per il caso Piccolo America, che apre così il sipario su una nuova stagione estiva carica di ospiti eccezionali e proiezioni in piazza.

Quello del Piccolo America tuttavia non è un caso isolato. Tra le associazioni che hanno denunciato l’impossibilità di procurarsi film figurano  molte altre iniziative culturali che costellano il territorio italiano. Tra queste il Cinema del Quartiere Giambellino di Milano, il festival La Guarimba della Calabria e FurgonCINEMA.

Carlotta Biffi

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