Carosello 3/2/1957
Il 3 febbraio del 1957 la RAI PROGRAMMA NAZIONALE (RAI 1), trasmette per la prima volta il Carosello, il contenitore televisivo che da il via ad un cambiamento radicale delle abitudini degli italiani.
La Televisione
Ogni generazione non comprende la successiva a causa di una distanza ideologica e culturale, il famoso: GAP generazionale o conflitto generazionale. Questa distanza si amplifica ogni qual volta arriva una innovazione che rivoluziona il sociale e la comunicazione. Prendiamo l’esempio contemporaneo di internet e dei social. Sulla piattaforma virtuale troviamo persone di ogni età, ma l’approccio… l’atteggiamento che hanno le nuove generazioni confronto alle vecchie è completamente diverso, in quanto le nuove sono nate con internet e le vecchie si sono adattate al cambiamento. Prima dell’avvento di internet c’è stato quello dei videogame e andando ancora indietro, negli anni 50, fa la sua comparsa la: “TELEVISIONE”. Chi ha genitori e nonni che hanno vissuto gli anni 50, avrà sicuramente sentito i racconti di gente che si riuniva in casa dei pochi fortunati che potevano permettersi una tv. Siamo infatti in piena ricostruzione, la guerra è finita da pochi anni e la televisione svolge anche una importante funzione di alfabetizzazione grazie al maestro Manzi e al suo programma: “Non è mai troppo tardi”.
In tanti riescono così a prendere la licenza elementare ed uscire dall’analfabetismo. In tv vengono narrati importanti avvenimenti storici, viene mostrata una immagine a 360° dell’Italia a chi non era mai uscito dal paesino e le vedute si allargano. Le persone acquisiscono un terzo occhio e nel 55 anche i cantanti, fino ad allora ascoltati in radio,arrivano sullo schermo con la prima edizione televisiva del festival di Sanremo. Già dal 54 vengono trasmessi programmi per ragazzi con la programmazione pomeridiana della: “TV dei ragazzi” e i giovanissimi di allora fanno la conoscenza di Rin tin tin, la prima serie americana mai trasmessa in Italia.
Prima messa in onda
Il 3 febbraio del 1957 arriva il: “Carosello” che segna un punto di svolta per la televisione con la pubblicità. E’ il primo, ed all’epoca unico, spazio dedicato alla sponsorizzazione di prodotti, amatissimo dai bambini per i suoi sketch comici e cartoni animati.
Il Carosello non era un contenitore esclusivamente pubblicitario ma doveva stare a delle regole che prevedevano il numero di citazioni del prodotto da reclamizzare, i secondi dedicati alla pubblicità e quelli dedicati allo spettacolo la cui trama doveva essere estranea al prodotto. Una legge dell’epoca infatti, vietava la pubblicità durante gli spettacoli serali e anche nei novanta secondi di stacco tra una trasmissione e l’altra.
Nomi illustri come: Fellini, Pasolini, Avati, Lester e tanti altri, hanno partecipato alla realizzazione del Carosello, e il primo spot andato in onda fu quello dello stock84: “Le avventure del signor Veneranda” girato da Eros Macchi, con Macario e Marchetti come attori.
“A letto dopo Carosello”
Il Carosello segna un’epoca e per molti anni resta la trasmissione più amata dalle famiglie italiane che la vedono come un appuntamento fisso e divertente. Ancora oggi si dice nel linguaggio parlato: “A letto dopo Carosello” questo perché al termine della trasmissione i genitori mandavano a “nanna” i bimbi. Il confezionamento del contenitore, era strutturato in maniera da rendere la réclame gradevole, ma l’innovazione non si limita alla pubblicità televisiva ma sono i tempi ridotti che introducono un nuovo linguaggio nel quale in poco tempo (durava dieci minuti dalle 20.50 alle 21.00) bisognava dare un messaggio comprensibile e diretto. Per questo motivo vengono utilizzati spesso dei luoghi comuni riconducibili alla cultura popolare. I personaggi degli spot e degli sketch teatrali erano il più delle volte collocati, per inflessione, accento e scenari, al nord Italia simbolo della rinascita economica del paese e meta dell’immigrazione. La visione culturale attuale vedrebbe una sorta di razzismo in alcuni degli spot del carosello, un esempio è la “colf di colore” che parla con accento Veneto, regione all’epoca depressa e serbatoio di emigrazione.
Carosello 1/1/1977
Il Carosello introduceva così l’italiano medio al consumismo, e nel farlo la RAI cercava di lanciare messaggi rassicuranti, addirittura pedagogici. La SIPRA, società che gestiva la pubblicità in RAI, si accorse che qualcosa non stava andando nel verso giusto e che i personaggi, come ad esempio il pulcino Calimero, erano molto più famosi del prodotto che andavano a reclamizzare e questo non soddisfaceva le esigenze dei marchi paganti.
Così Carosello, il primo gennaio del 1977 vede il suo tramonto e va in onda un’ultima volta con cinque spot: stock, BTicino, amaro Ramazzotti, Ati/Piletti e Dr. Gibaud.
A determinare la chiusura della trasmissione furono vari fattori.
L’Italiano medio stava cambiando e anche il mercato mercato pubblicitario si stava trasformando, lo spot andava standardizzato, reso meno oneroso, e uniformato al mercato internazionale che si trovava in difficoltà nel doversi adeguare al contesto italiano. Quindi auguri al contenitore televisivo Carosello che oggi compie 61 anni.
Andrea Ianez