In un settembre carico di incertezze e preoccupazioni, il “caro scuola” si erge come una minaccia concreta al diritto allo studio, mettendo a dura prova le famiglie italiane e sollevando interrogativi sulla possibilità di garantire un’istruzione di qualità per tutti.
Il diritto allo studio, uno dei pilastri fondamentali della nostra Costituzione, è oggi messo in discussione dalla crescente ondata di aumenti dei costi scolastici, mettendo a dura prova le famiglie italiane già alle prese con un settembre incerto e carico di incognite economiche. Queste preoccupazioni sono state espresse in modo particolare da Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari.
Con l’arrivo di settembre, le famiglie si trovano a pianificare il ritorno a scuola, ma quest’anno più che mai, devono far fronte al cosiddetto “caro scuola”. Questo ulteriore onere economico rappresenta una sfida economica aggiuntiva nella vita delle famiglie mentre cercano di prendersi cura ed educare i propri figli. Le famiglie si trovano ad affrontare uno scenario economico difficile, soprattutto quelle con studenti nella Scuola Secondaria, dove si stima che la spesa media per libri e materiali scolastici ammonti a circa 1.200 euro per ogni studente.
Bordignon sottolinea la necessità di prevedere misure per alleviare questa pressione finanziaria, oltre al cosiddetto “bonus libri“. Una delle proposte avanzate è la possibilità di detrarre le spese scolastiche dalle tasse delle famiglie.
Questa situazione non è del tutto nuova: il Forum delle Associazioni Familiari ha già sostenuto molte famiglie lo scorso anno attraverso il progetto “Un euro a famiglia”. Tuttavia, quest’anno, a causa dell’aumento dell’inflazione, il peggioramento della situazione è tangibile e fonte di crescenti preoccupazioni. Molte famiglie riferiscono di non essere in grado di far fronte a tali spese aggiuntive e, quando ci riescono, lo fanno con notevoli sacrifici e rinunce.
Bordignon fa notare che queste spese eccessive costituiscono un ostacolo evidente all’effettivo esercizio del diritto allo studio. Questa pressione finanziaria può portare alla dispersione scolastica o all’abbandono scolastico di giovani tra i 16 e i 18 anni. L’abbandono scolastico rappresenta un problema a lungo termine, con ripercussioni sul futuro del Paese, che ha bisogno di giovani ben preparati per affrontare la complessità dell’epoca attuale.
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Investire nelle nuove generazioni e nell’istruzione significa gettare le basi solide per il futuro delle nostre comunità e dell’intera nazione. Sostenere le famiglie affinché possano garantire ai propri figli una formazione umana e culturale di alta qualità è una questione di giustizia e un investimento insostituibile. È urgente adottare misure immediate di supporto, tra cui l’aumento del Fondo per il diritto allo studio, attualmente fissato a 130 milioni di euro, e la considerazione della detraibilità delle spese per l’acquisto dei libri. In questo modo, possiamo costruire un futuro più solido e prospero per le prossime generazioni.