Il cambiamento climatico distruggerà internet nei prossimi decenni

decadimento digitale

Immaginate di avere un foglio bianco davanti a voi e che qualcuno vi chieda di disegnarci sopra internet. Probabilmente finireste per rappresentare un computer in modo stilizzato o la schermata del vostro telefonino con le icone dei social network. Chi vi ha chiesto il disegno a questo punto potrebbe stracciarlo dicendovi che lui non vi ha chiesto di disegnare il vostro telefonino o computer. Gli si potrebbe rispondere che internet non può essere disegnato su un foglio: non ha un colore, non ha una forma, non è fatto da nessun materiale specifico. Internet è qualcosa di cui sappiamo poco, ce lo possiamo immaginare mentre viaggia sopra le nostre teste velocissimo verso l’altra parte del mondo oppure come un nuovo satana che ci mette gli uni contro gli altri spogliandoci di tutte le nostre buone qualità. In realtà il web però una forma ce l’ha, così come ha vari colori ed è composto da più materiali . Sarebbe difficile però disegnarlo sul nostro foglio bianco: come possiamo stilizzare una struttura tanto complessa e grande? 

Internet è la più grande infrastruttura che l’uomo abbia mai realizzato: è fatto di cavi in fibra ottica, banche dati, torri e tralicci di trasmissione. Questo significa che il web, così come un ponte o una distesa d’asfalto, corre il rischio di essere danneggiato da eventi accidentali e non. È legittimo quindi chiedersi: che effetto avrà il cambiamento climatico su internet?

Il governo inglese se lo è chiesto e nell’agosto del 2010 ha commissionato ad un gruppo di scienziati una ricerca sul tema. La rete ha un’importanza enorme non solo nella nostra vita quotidiana ma più in generale per l’informazione, la scienza e quindi per il progresso dell’umanità.  Il rapporto presenta per ogni cambiamento climatico scientificamente previsto le possibili conseguenze, positive e negative, che questo avrà sull’infrastruttura fisica alla base del web.

Si prevede che il surriscaldamento globale comporterà conseguenze negative su disponibilità, qualità, costo, sicurezza del servizio internet.




Con l’aumento della temperatura media è facile immaginare come gli apparecchi che usiamo per collegarci saranno sempre più esposti al rischio di surriscaldarsi. Gli iPhone non possono essere utilizzati quando la temperatura dell’ambiente supera i 45 gradi. Ad oggi questo può capitare se siamo al mare e andiamo a farci un bagno lasciando il telefono sotto al sole per un paio d’ore, ma in un mondo surriscaldato gli smartphone di oggi saranno inutilizzabili. Per risolvere questo problema si dovranno utilizzare sistemi di raffreddamento più potenti, questo incrementerà i costi per il produttore e per il consumatore.

L’altro problema riguarderà l’efficacia delle trasmissioni wireless. Il rapporto prevede che il cambio di vegetazione dovuto al surriscaldamento e l’aumento dell’umidità, da cui dipende l’indice di rifrazione, avranno effetti disastrosi sul Wi-Fi. La potenza sempre minore del segnale obbligherà all’uso di un numero maggiore di ripetitori e quindi ad un aumento della manutenzione e dei costi.

Ad avere conseguenze negative su internet saranno anche l’aumento delle precipitazioni e l’innalzamento del livello del mare.

Senza degli adattamenti nella struttura urbana le precipitazioni più frequenti e violente comporteranno l’allagamento di internet. I cavi in fibra ottica ad oggi corrono sotto terra lungo canali di scolo che, senza un intervento tempestivo, non saranno in grado di supportare l’aumento dei temporali. Tutti gli impianti che si trovano sulle coste cominceranno a crollare per effetto della corrosione salina che renderà sempre più debole il suolo.

Se tutti gli effetti citati fino ad ora potrebbero avere delle risoluzioni, che certo però aumenterebbero i costi della connessione, la situazione più preoccupante riguarda le banche dati.

Torniamo al gioco dell’inizio ma questo volta cercate di pensare a come disegnereste una banca dati, cioè  una specifica parte di internet. Forse molti si dichiarerebbero impreparati alla domanda “come è fatta una banca dati?” ma in realtà per rappresentarla potremmo facilmente usare le immagini dei film di fantascienza. Se avete visto trascendece, con Johnny Depp, potete recuperare quelle scene per avere un’idea realistica della forma di una banca dati. Sul nostro foglio bianco quindi potremmo disegnare in modo approssimativo tre pareti, come fossimo al suo interno, su cui poggiano una quantità incredibile di armadietti ed una ancora più grande di lucine intermittenti.

Le banche dati sono estremamente importanti per il mondo in cui viviamo. Possiamo dire, senza esagerare, che l’esistenza di questi spazi in cui le informazioni digitali vengono archiviate è ad oggi assolutamente necessaria. Il nostro progresso tecnologico deriva quasi interamente da queste strutture che, come il resto degli impianti, subiranno il cambiamento climatico. La loro distruzione equivale alla distruzione del sapere che la nostra società ha accumulato e del nostro sistema economico. 

Il caso delle banche dati assume una dimensione particolare se si considera il contributo fondamentale che queste forniscono al surriscaldamento globale.

Per permettere tutte le attività che hanno a che fare con internet, le banche dati sono al lavoro 24 ore su 24 e consumano una quantità incredibile di energia. Nel 2015, secondo quanto riportato da Tom Bawden sull’Indipendent, il consumo di elettricità di queste strutture è stato pari al 3% di quello mondiale. Nello stesso anno alle banche dati è imputabile il 2% globale delle emissioni di gas serra, il che equivale a dire che queste hanno la stessa responsabilità dell’industria aerea per il riscaldamento globale. 

Secondo Ian Bitterling, un professore inglese specializzato nel tema, il consumo di energia delle banche dati sta raddoppiano in media ogni quattro anni e si prevede che triplicherà nei prossimi dieci. Andando avanti con questo ritmo il consumo delle banche dati supererà nei prossimi dieci anni quello delle nazioni che le ospitano. 

Il cambiamento climatico mette sempre più alla prova la capacità energia globale le risorse diventano sempre più rare, difficilmente reperibili e insufficienti di fronte ad aumento demografico e stili di vita sempre meno sostenibili. Come alimenteremo le banche dati? In che modo sosterremo la necessità di sistemi di raffreddamento sempre più potenti? Come manterremo in vita il Wi-Fi e quindi trasmissione di informazioni e scienza? Troveremo un modo per salvare il nostro sapere dalla distruzione senza uccidere il pianeta?

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