Il cambiamento climatico cambierà il sapore della birra, a causa del riscaldamento globale che sta avendo un impatto significativo sulla qualità e la quantità dei luppoli prodotti, un ingrediente fondamentale per la produzione della maggior parte delle birre. Gli effetti si fanno già sentire in molti ambiti della filiera agroalimentare, e ora anche la birra si trova a fare i conti con questo mutamento imprevisto.
Il mondo della birra è sottoposto a un’evoluzione inquietante, cortesia del riscaldamento globale. Il suo ingrediente segreto, il luppolo, sta per essere sottoposto a una metamorfosi.
Secondo quanto riferito dal quotidiano britannico The Guardian, il riscaldamento globale sta ora mettendo a dura prova la produzione di luppolo, un componente chiave responsabile dell’amaro tipico delle birre. Il risultato? Birre che potrebbero presto cambiare radicalmente, sia in termini di qualità che di prezzo.
Un gruppo di scienziati della Repubblica Ceca ha presentato uno studio pubblicato su Nature Communications, mettendo in luce il fatto che se i coltivatori non adotteranno strategie di adattamento ai climi più caldi e secchi, la produzione di luppolo in Europa subirà una contrazione stimata tra il 4% e l’18% entro il 2050. Ma non è tutto: il contenuto di alfa acidi, che conferisce l’amaro caratteristico alla birra, potrebbe subire una riduzione del 20-31%.
L’indagine ha preso in esame la produzione annuale di luppolo in cinque rilevanti regioni di coltivazione, tra cui tre in Germania, una in Repubblica Ceca e una in Slovenia. Il confronto tra i periodi 1971-1994 e 1995-2018 ha rivelato una drastica diminuzione delle rese, variando da 130 a 270 kg per ettaro. Il declino, tuttavia, è stato eterogeneo in base alla regione geografica, con Germania, il secondo più grande produttore di luppolo al mondo, registrando cali che vanno dal 9,5% nell’area di Tettnang, in Baden-Württemberg, al 19,1% nella regione di Spalt, in Baviera. La situazione più critica si è manifestata in Slovenia, a Celje, con una contrazione impressionante del 19,4%. Unica eccezione è stata la Repubblica Ceca, dove la produzione è rimasta costante, un’oasi di stabilità in un panorama di declino.
La situazione è aggravata dalla diminuzione del contenuto di alfa acidi in tutte e cinque le regioni prese in esame. Una volta ancora, le regioni slovene sono state le più colpite, con una perdita del 35%, seguite dalle regioni tedesche, con cali che variano dal 15,6% all’11,5%, e dalla Repubblica Ceca, che ha risentito in misura minore dell’inarrestabile cambiamento climatico, con una diminuzione del 10,5%.
Di fronte a questa prospettiva inquietante, i coltivatori di luppolo sono costretti a ricorrere a misure creative per contrastare la crisi. Alcuni stanno spostando le loro coltivazioni a quote più elevate e in regioni caratterizzate da precipitazioni più abbondanti. Altri, invece, hanno implementato sistemi di irrigazione per compensare la prolungata siccità. Miroslav Trnka, uno degli autori dello studio, sottolinea che “i coltivatori di luppolo dovranno compiere uno sforzo straordinario per preservare la qualità che oggi conosciamo”.
La birra, fedele compagna di avventure e celebrazioni, potrebbe trasformarsi sotto i nostri occhi a causa del cambiamento climatico. Tuttavia, l’umanità dimostra una straordinaria resilienza, cercando soluzioni innovative per proteggere un patrimonio di sapori unici. La birra, così come tanti altri aspetti della vita, ci ricorda l’importanza di considerare seriamente il nostro impatto sul pianeta e di trovare modi per salvaguardare le gioie più semplici.