Il calvario delle oche per l’industria del piumino

il calvario delle oche

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Un vero e proprio calvario si cela dietro all’industria del piumino, dove le piume di oche e anatre andranno a imbottire i nostri capi invernali coperte di sangue.

Per un anno, da novembre 2021 a novembre 2022, gli investigatori di PETA Asia hanno visitato l’industria di anatre che produce pellame per diversi brand molto conosciuti, con sede in Vietnam. Le indagini hanno mostrato gravi situazioni di degrado e crudeltà per questi animali.

La raccapricciante realtà che si cela dietro a questa industria non ha niente a che vedere con la targhetta che spesso si trova in questi capi, che descrive allevamenti responsabili ed eticamente impegnati. Quello che c’è dietro è tutt’altro che etico o umano.

Queste aziende si nascondono infatti dietro la certificazione #ResponsibleDownStandard, che dovrebbe tutelare questi animali da una morte dolorosa. Ciò che avviene è invece un vero e proprio calvario delle oche.
I video report di PETA ci narrano un inferno.

Condizioni tutt’altro che etiche

Nelle fattorie visitate dagli investigatori di PETA, le anatre e le oche usate per l’industria del piumino sono stipate in capannoni sporchi e costrette a vivere su pavimenti di filo metallico o confinate in lotti di terra cosparsi di feci.

Gli è negata qualsiasi opportunità di condurre una vita simile a quella che condurrebbero in natura, impossibilitate a nuotare, volare o cercare cibo. Alcune respirano con la bocca aperta, segno, questo, di stress, surriscaldamento o infezioni respiratorie. Altre vivono con ferite aperte e sanguinanti, con evidenti difficoltà a camminare o non in grado di stare in piedi, probabilmente a causa di infezioni o gambe fratturate.

Nel reportage, uno dei video riprende un operaio che afferra un’anatra per il collo e la getta per terra, su uno sfondo di uccelli agonizzanti per terra e cadaveri in bella vista. Questo è solo l’inizio dei video report infernale di PETA.

Altre scene riprendono un operaio nell’atto di appendere un’anatra incatenata a testa in giù, calpestando le altre per tenerle ferme.
Gli uccelli sono poi trascinati in vasche d’acqua elettrizzate, che li paralizzano, pur rimanendo coscienti. Dopodiché vengono sgozzati e lasciati morire agonizzanti. Molti degli uccelli continuano a muoversi per più di un minuto dopo.

Vere e proprie torture legittimate dall’ottenere il loro pellame per l’industria dell’abbigliamento.
Queste pratiche avvengono in continuazione anche all’interno di abitazioni private nei villaggi, dove, appese a testa in giù sono pugnalati al collo, gettate a terra e mutilate.

Questa è l’ottava denuncia da parte dell’associazione, che chiede maggiori controlli e garanzie nel rispetto della vita di questi animali, martoriati per dei piumini.

Fiamma Franchi

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