Il buco nero compare per la prima volta in foto. Il luogo fisico teorizzato da Einstein un secolo fa è ora visibile e reale.
La notizia è stata pubblicata in un’edizione speciale della rivista Astrophysical Journal Letters e comunicata in sei conferenze stampa in contemporanea sparse per il mondo (a Bruxelles, Santiago del Cile, Shanghai, Tokyo, Taipei e Washington).
Per alcuni si tratterebbe già della foto del secolo. Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte afferma che ciò che è possibile osservare dalle rilevazioni dei radiotelescopi è “l’ombra di un buco nero”. La materia che viene attratta dall’enorme forza gravitazionale del buco nero si riscalda, e cadendo all’interno del buco emana luce. Proprio questa emanazione è rilevabile attraverso le foto, e, per contrasto, la zona d’ombra da essa circondata, l’assenza di luce che “viene assorbita dall’orizzonte degli eventi”.
L’orizzonte degli eventi di un buco nero è, per definizione, un luogo da cui non è possibile reperire alcuna informazione. Un limite per la comprensione umana. Ciò che è stato al centro degli studi è la zona nelle sue immediate vicinanze e, grazie alle foto scattate, è ora possibile confermare le teorie di Einstein.
La galassia Virgo, in cui il buco nero è stato rintracciato, si trova a 55 milioni di anni luce dalla nostra. Il buco nero M 87 ne costituisce il centro gravitazionale con la massa di sei miliardi e mezzo quella del nostro Sole. L’Italia ha partecipato al risultato, del progetto internazionale Event Horizon Telescope (Eht) con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Per la prima volta sarà possibile studiare il fenomeno per mezzo di dati reali e non tramite ipotesi scientifiche. Einstein intuì ciò che solo un sistema tecnologico di cento anni posteriore rispetto alle sue teorie avrebbe potuto confermare.
Le nuove indagini e le nuove scoperte sui buchi neri possono avere inizio.
Paolo Onnis