È stato approvato dal Governo brasiliano un provvedimento che sancisce un protocollo specifico per accogliere i rifugiati che appartengono alla comunità LGBTQIA+ e che sono in pericolo di vita nei paesi di provenienza.
Il Brasile accoglie i rifugiati LGBTQIA+ e diventa così il primo Stato al mondo a adottare questo ideale politico. Tale decisione prevede la semplificazione delle procedure burocratiche per l’ingresso nel territorio nazionale brasiliano di rifugiati LGBTQIA+, i quali si trovano costretti a fuggire da Paesi in cui l’identità di genere e l’omosessualità sono perseguitate da leggi che prevedono il carcere o addirittura la pena di morte.
Il Governo Lula approva una decisione storica per il Brasile
Il 18 maggio 2023, durante la riunione del Comitato Nazionale per i Rifugiati (Conare) vincolato dal Ministero della Giustizia e della Pubblica Sicurezza, la segretaria nazionale per i diritti delle persone LGBTQIA+, Symmy Larrat, ha annunciato l’adozione di un procedimento semplificato per analizzare le richieste di asilo presentate da persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, che scappano da Paesi dove è legalizzata la persecuzione di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuale e asessuali+.
Il Comitato Nazionale per i Rifugiati riconosce la popolazione in questione come “Gruppo sociale con timore di persecuzione, che merita la protezione dello Stato brasiliano” in accordo con la definizione dello Statuto Nazionale per i Rifugiati e con la Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).
Il Brasile accoglie i rifugiati LGBTQIA+ e diventa il primo Stato al mondo ad approvare una politica di questo tipo, marcando un traguardo di grande importanza.
“Con questa decisione simbolica, in vista della Giornata Internazionale contro l’omofobia (17 maggio), il Comitato Nazionale per i Rifugiati sottolinea la posizione storica del Brasile come paese d’avanguardia nella difesa nazionale e internazionale della popolazione LGBTQIA+ e crea la possibilità per l’integrazione, in modo sicuro e umanitario, di questi migranti nella società brasiliana”
La stessa Symmy Larrat ci tiene a sottolineare il valore storico di questa disposizione. La segretaria ribadisce l’importanza di riconoscere a livello nazionale la comunità LGBTQIA+ e aggiunge che oltre al rispetto, va assicurata anche una garanzia di vita a queste persone.
Il Brasile diventa così un punto di riferimento per le politiche d’accoglienza degli altri Stati, ribadendo la necessità per le persone LGBTQIA+ di essere riconosciute e inserite nella società con i pari diritti che gli spettano.
Le politiche anti-LGBTQIA+ nel mondo
Al giorno d’oggi, nel mondo sono più di 70 gli Stati che criminalizzano la comunità LGBTQIA+ con pene che vanno da pesanti multe alla prigione, fino ad arrivare alla pena di morte.
Negli ultimi mesi l’approvazione di politiche anti-LGBTQIA+ è in costante aumento. Basta pensare a Paesi come l’Iran o agli stessi Stati Uniti, dove è nato un movimento che unisce molti politici repubblicani predisposti a vietare l’accesso dei transgender al servizio sanitario pubblico oppure a proibire alle drag queen di esibirsi in spazi pubblici.
A questi si aggiunge un esempio molto recente che risale a marzo 2023. Il presidente dell’Uganda ha firmato una legge contro la comunità LGBTQIA+ che convalida pene durissime per coloro che si relazionano con persone dello stesso sesso. I Governi occidentali hanno subito criticato tale applicazione e anche Volker Turk, commissario delle Nazioni Unite, si è espresso a riguardo definendo il testo di legge approvato come un atto discriminatorio rispetto ai diritti civili e sociali di ogni singolo individuo.
Il Brasile accoglie i rifugiati LGBTQIA+: tra politiche d’avanguardia e ideali conservatori
L’avanguardia di questa politica approvata dal Governo Lula trova, però, una forte contrapposizione nella realtà popolare brasiliana. Se da una parte l’attività politica messa in atto dal Presidente brasiliano fa passi da gigante in merito a molti aspetti sociali e politici, dall’altra vi è un’ideologia ancora molto tradizionalista che si oppone a queste nuove politiche con un atteggiamento prettamente conservatore.
Recentemente, infatti, le tendenze Twitter in Brasile vengono periodicamente inondate da Tag che criticano la principale tv brasiliana, conosciuta con il nome di Globo TV, a causa delle continue censure rispetto a tematiche relative ai diritti civili e all’identificazione sociale delle persone che appartengono alla comunità LGBTQIA+.
Perché, nonostante l’apparente approvazione e la fantomatica militanza pubblica in favore di questi argomenti, alla fine l’ipocrisia e l’ideologia conservatrice ancora fortemente radicata hanno la meglio, influenzando decisivamente molti aspetti della società e della vita di queste persone che lottano per essere accettate e rispettate.
Andrea Montini
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