Il Bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica comunemente utilizzata negli imballaggi alimentari, sta attirando l’attenzione dell’opinione pubblica e degli esperti per i suoi potenziali rischi per la salute. Secondo un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente, il BPA è presente nel corpo della stragrande maggioranza degli europei, sollevando preoccupazioni significative.
Pochi giorni fa, l’Agenzia europea dell’ambiente ha sollevato preoccupazioni significative riguardo al Bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica ampiamente utilizzata negli imballaggi alimentari, e la sua presenza diffusa nel corpo della popolazione europea. L’Agenzia ha presentato i risultati di una ricerca condotta nell’ambito dell’iniziativa Horizon 2020 chiamata HBM4EU, che ha rivelato che il BPA è presente nelle urine di ben il 92% degli adulti partecipanti provenienti da 11 paesi europei.
Il BPA è una sostanza chimica che era precedentemente impiegata nella produzione di biberon, ma che è stata vietata in Europa, negli Stati Uniti e in altre nazioni circa dieci anni fa. Tuttavia, essa continua ad essere utilizzata nella produzione di plastica per alcune confezioni di alimenti e bevande. Questo significa che la maggior parte delle persone è ancora potenzialmente esposta al BPA durante il consumo di prodotti alimentari e bevande.
Secondo l’Istituto nazionale statunitense di scienze della salute ambientale, la principale fonte di esposizione al BPA è la dieta, poiché il composto si trova in oggetti come le bottiglie d’acqua e le resine epossidiche che rivestono alcune lattine di metallo per alimenti, i tappi delle bottiglie e le tubature dell’acqua. Tuttavia, il BPA è stato oggetto di crescenti preoccupazioni a causa dei suoi presunti effetti nocivi sulla salute, tra cui un possibile legame con disturbi ormonali, come il cancro al seno e l’infertilità.
La situazione varia da paese a paese in Europa. La Francia è l’unico paese che ha completamente vietato l’uso del BPA, mentre l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno limitato il suo utilizzo e annunciato l’intenzione di ulteriori restrizioni. Tuttavia, non c’è consenso universale sulla quantità di BPA che può essere tollerata giornalmente nel corso della vita senza costituire un rischio per la salute umana.
L’Agenzia europea per i medicinali, responsabile dell’approvazione dei farmaci, ha contestato i nuovi livelli massimi raccomandati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), sostenendo che la metodologia utilizzata non ha dimostrato un nesso causale tra il BPA e problemi di salute negli studi condotti su animali e sull’uomo.
Tuttavia, l’Agenzia europea dell’ambiente ha concluso che l’esposizione delle persone al BPA “è ben al di sopra dei livelli accettabili di sicurezza per la salute, secondo i dati aggiornati della ricerca”. Questo solleva preoccupazioni importanti riguardo alla potenziale minaccia per la salute di milioni di persone.
I risultati della ricerca hanno rivelato che i livelli di Bisfenolo A, S e F sono stati misurati nelle urine di 2.756 persone provenienti da 11 paesi dell’Unione Europea tra il 2014 e il 2020. Questi paesi includono Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Svizzera. In Svizzera, i livelli più bassi sono stati registrati, ma il 71% delle persone esaminate ha comunque superato i nuovi livelli massimi raccomandati. Nel frattempo, tutte le persone esaminate in Francia, Lussemburgo e Portogallo hanno superato questi livelli.
L’Agenzia europea dell’ambiente ha anche sottolineato che i dati relativi ai superamenti riportati rappresentano soltanto il minimo, suggerendo che tutti e 11 i paesi potrebbero avere tassi di esposizione al di sopra dei livelli di sicurezza. In conclusione, i risultati della ricerca sollevano importanti interrogativi sulla sicurezza del BPA nei prodotti alimentari e sull’esposizione della popolazione europea a questa sostanza chimica, mettendo in evidenza la necessità di ulteriori indagini e regolamentazioni adeguate per affrontare questa questione.