Il 23° rapporto di Save the Children: “Piccoli schiavi invisibili” nella provincia di Latina

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“Piccoli Schiavi Invisibili”: Il rapporto di Save The Children sul lavoro minorile nella provincie di Latina ha gettato luce sul drammatico sfruttamento dei figli dei braccianti agricoli in queste regioni italiane.

Piccoli borghi, come quelli nelle province di Latina e Ragusa, ritornano sotto i riflettori per una improvvisa e drammatica notorietà all’interno del 23esimo rapporto di Save the Children sui “Piccoli Schiavi Invisibili”. L’organizzazione ha condotto un’indagine approfondita sui figli dei braccianti, focalizzandosi su queste due province italiane ad altissima vocazione agricola, note per il lavoro sfruttato e per la presenza asfissiante della mafia nel trasporto e nella mediazione dell’ortofrutta, con una vergognosa carenza di controlli ispettivi.

Secondo il rapporto di Save the Children, il fenomeno dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo si concentra in particolar modo dove il lavoro è più abbondante e richiede una forte presenza di manodopera, come nel caso di alcuni distretti strategici per l’agroalimentare italiano nella provincia di Latina. Qui, terreni che consentono la coltivazione intensiva sono sfruttati al massimo, e la necessità di braccianti per la raccolta e l’imballaggio dei prodotti agricoli è elevata.

Il viaggio di Save The Children nel territorio pontino si è concentrato tra diverse località, tra cui Latina, Bella Farnia, Borgo Hermada, Borgo San Donato, Pontinia e Borgo Montenero. Questi borghi, immersi nell’agro pontino, sono teatro di una realtà complessa e profondamente radicata.

Bella Farnia, ad esempio, è il più grande ghetto per immigrati indiani, la cui popolazione è costituita principalmente da braccianti. Qui si trova Sabaudia, celebre località delle dune frequentate anche da celebrità e calciatori, ma dietro le quinte, ci sono realtà di sfruttamento e difficoltà.

Borgo Hermada, invece, è un lembo di territorio di Terracina dove il 90% degli iscritti alla scuola primaria è figlio di indiani che lavorano in agricoltura. Anche Borgo San Donato è una realtà caratterizzata da aziende agricole e villette del mare, ma le giornate di maggio sono permeate di odori di fitofarmaci, e la zona si concentra in particolar modo sulle cooperative agricole con un alto tasso di infortuni sul lavoro.

Borgo Montenero, situato a metà strada tra Sabaudia e San Felice Circeo, è un’area particolarmente fertile e sfruttata, con potenziali implicazioni sull’inquinamento del mare e dei corsi d’acqua. È stata teatro di episodi gravi, come minacce con armi da fuoco nei campi per costringere i braccianti a non protestare sul salario.

In questi borghi risiede la maggior parte dei circa 13.000 stranieri che lavorano nei campi agricoli, mentre tra i 20.000 braccianti totali, 7.000 sono italiani. Tuttavia, è difficile stimare il numero dei braccianti irregolari, poiché costituiscono un fenomeno diffuso e sfuggente alle statistiche.

Save The Children ha concentrato gli sforzi nel conoscere i bambini, che spesso, a soli 9 o 10 anni, sono costretti ad assumere responsabilità da adulti. Fuori dall’orario scolastico, trascorrono gran parte del tempo da soli, prendendosi cura dei fratelli più piccoli. Purtroppo, la situazione familiare disagiata e la condizione di sfruttamento dei loro genitori contribuiscono ad alimentare la rabbia e il disagio. I genitori sono costretti a sottostare all’esigenza di rinnovare il permesso di soggiorno, poiché ne dipende il futuro di tutta la famiglia. L’incertezza e la paura di perdere il lavoro impediscono loro di denunciare eventuali violazioni contrattuali.

Bella Farnia è sede di numerosi giovani di 16 e 17 anni, intervistati da Save The Children, che hanno dichiarato di aver iniziato a lavorare nei campi subito dopo la fine dell’anno scolastico. Anche se tutti affermano di avere un contratto, pochi possono dimostrarlo, in quanto tali documenti sono detenuti dai padroni. La stessa situazione si riscontra a Borgo Montenero, dove giovani di 18 anni sono costretti ad abbandonare la scuola e mettersi a lavorare per esigenze familiari, specialmente in caso di incidenti occorsi ai genitori.

In queste realtà, il fenomeno dei braccianti minori è allarmante, e la mancanza di controlli rigidi favorisce un sistema che sfrutta la vulnerabilità e la necessità di molte famiglie. Una situazione che richiede un intervento concreto e un impegno collettivo per garantire un futuro dignitoso e sicuro a questi “Piccoli Schiavi Invisibili”.

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