Una serie di strumenti per utilizzare l’IA nella pianificazione urbanistica

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Big data e intelligenza artificiale, da qualche tempo sembra sia iniziata una gara ad utilizzarli in qualsiasi campo, non senza qualche preoccupazione per la privacy o altri argomenti delicati in alcuni ambiti. Ma la notizia che arriva dal Texas Advanced Computing Center (TACC) è di quelle che ci fanno dire: ecco un uso che ci piace.
Un team di ricercatori dall’Università della California, Berkeley ha sviluppato una serie di strumenti per utilizzare l’IA nella pianificazione urbanistica.
L’articolo scientifico è stato pubblicato su Automation in Construction.
Il software sviluppato dal team guidato da Charles Wang (ricercatore post dottorato alla Berkeley) è una suite che comprende vari strumenti si tratta della versione 2.0 e contiene un’infinità di dati in più rispetto alla prima versione.
Come al solito non entro nel tecnico ma certamente i due elementi che più colpiscono l’immaginario sono: il fatto che una delle capacità sia prevedere come gli edifici si comporteranno in caso di calamità  (terremoti ed uragani) e il fatto che per raccogliere dati da far “masticare” al sistema è stato coinvolto il pubblico.
La suite si chiama BRAILS che vuol dire Building Recognition using AI at Large-Scale, quel Large Scale dice qualcosa che ancora non avevo chiarito, si effettuano simulazioni che non prendono in esame il singolo edificio, ma su scala regionale.



Tanti dati abbiamo detto, il sistema pesca foto satellitari da Google Maps  e da servizi simili come Microsoft Footprint Data e OpenStreetMap, ma dà anche la possibilità di accoppiarli con dati locali presi da indagini cittadine, dati delle tasse e molto altro. L’elenco è lunghissimo, facendo una battuta: più dati dai da mangiare al framework e più lui è contento.
Come non bastasse il centro simulazioni ha lanciato anche un progetto chiamato Building Detective for Disaster Preparedness in cui hanno invitato il pubblico a mandare foto di elementi architettonici  delle strutture, tipo camini, finestre etc.
Lo scopo è simulare la realtà il più fedelmente possibile, se state pensando che il sistema non potrebbe girare sul vostro PC di casa  ci avete preso ed ecco perché la notizia la troviamo sul sito del TACC.
Oltretutto per la simulazione dei rischi da calamità naturali la simulazione non deve elaborare solo i dati sugli edifici, deve simulare pure i venti o i movimenti del terreno nel caso dei terremoti e tutti gli effetti collegati.  Hanno effettuato dimostrazioni su simulazioni di terremoto per San Francisco e di uragano per Lake Charles in Louisiana, la costa del Texas e  Atlantic City (New Jersey).
Quindi i ricercatori hanno progettato le simulazioni presso il centro di simulazioni dell’università, ma per allenare i moduli e far correre le simulazioni hanno utilizzato i computer del TACC e precisamente Frontera,  che è il più veloce supercomputer accademico al mondo e Maverick 2, un sistema  GPU-based progettato per il deep learning.
Ma i ricercatori cosa sperano che potranno fare ingegneri e pianificatori urbani utilizzando l’IA nella pianificazione urbanistica? Lo scopo è duplice, dare uno strumento a chi fa pianificazione urbanistica per prevedere criticità in caso di disastro e quando il disastro avviene usare la simulazione (ricordate che è su larga scala?)  per inviare dove c’è più bisogno la prima squadra di ricognizione.

Roberto Todini

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