Entro il 2022 la Russia sarà pronta a dotare le proprie truppe speciali di un nuovo tipo di equipaggiamento. Si tratta di Ratnik, un’armatura militare, di ultima generazione, in grado di supportare l’utilizzatore nelle missioni più complesse. Questo sarà possibile grazie a un nutrito pacchetto di gadget (circa 60 in totale).
Ma quali sono le caratteristiche della nuova armatura russa? Realizzato quasi interamente in una particolare fibra aramidica, chiamata Alutex (prodotta in Russia), Ratnik sarà in grado di proteggere il soldato da schegge, proiettili e granate. Nello specifico la corazza ha superato i test di resistenza ai colpi di diverse armi da fuoco, tra cui il kalashnikov AK-74 e il fucile di precisione SVD. Ma non solo. Ratnik, che significa “guerriero”, sarà ignifuga e munita di strumenti di identificazione e elaborazione dati. La posizione dell’utilizzatore sarà rilevata dal centro operativo, attraverso sistemi Gps e Glonass. Utilizzando un sistema di filtraggio dei raggi ultravioletti e infrarossi, i militari potranno, inoltre, rendersi invisibili ai rilevatori termici nemici.
Dotazioni. Ratnik sarà corredata, a seconda delle necessità, di tutta una serie di dispositivi aggiuntivi. Tra questi uno speciale orologio, realizzato dalla Rostec, capace di resistere a temperatura estreme, comprese tra i -40 °C e +50 °C. Secondo quanto riportato da Oleg Faustov, capo ricercatore del progetto, l’orologio continuerebbe a funzionare anche qualora fosse esposto a radiazioni e impulsi elettromagnetici. Saranno presenti altri accessori, come i filtri per la purificazione delle acque, un sistema di auto-alimentazione energetica e strumenti di monitoraggio dello stato psicofisiologico. Quale tipo di arma imbraccerà il soldato russo del futuro? Ratnik, ovviamente, avrà l’ultimo modello del kalashnikov, dotato di lanciagranate e mirino telescopico con termovisore a infrarossi.
L’utilizzo dei nuovi esoscheletri militari, da parte delle truppe speciali russe, è previsto per il 2022. Inoltre la Rosoboronexport, società statale russa che gestisce l’export di armamenti, ha rilasciato un comunicato significativo:
“È in corso la preparazione della documentazione per l’esportazione, la quale permetterà a “Rosoboronexport” di proporre a clienti stranieri l’equipaggiamento da combattimento di fanteria definito kit del soldato del futuro”.
Sempre la Rosoboronexport, dal 6 al 9 novembre, in occasione del forum “Asian Defense & Security 2017” di Bangkok, presenterà 220 equipaggiamenti militari.
http://https://www.youtube.com/watch?v=K5_u-R3_dIg
Fonte: Ruptly e RT channel
E se la Russia possiede un bel giocattolo, stai pur certo, gli Usa vorranno necessariamente averne uno uguale, e viceversa.
Gli Stati Uniti non stanno di certo fermi ad ammirare i progressi della Russia in chiave militare. Per l’estate del prossimo anno sarà ultimato anche Talos (Tactical Assault Light Operator Suit), l’esoscheletro da battaglia sviluppato dallo “Us Special Operations Command“.
Un nome altisonante, Talos, che, oltre essere un acronimo, vuole rendere omaggio al mitologico guardiano di Creta. Dal punto di vista tecnico, sono poche le differenze rispetto a Ratnik, a sottolineare che, soprattutto nel settore militare, esiste la necessità di spiare e emulare i contendenti. Sarà, infatti, anch’essa a prova di proiettile, munita di visori notturni, respiratore autonomo, Gps e vari sistemi di comunicazione. L’utilizzatore potrà trasportare, senza sforzo, un carico sino a 50 Kg e gli sarà garantita la massima libertà di movimento. Da sottolineare la possibilità, nella parte interna della tuta, di rilasciare una schiuma antiemorragica in grado di curare le ferite inferte dai proiettili. Sulla parte esterna, invece, un liquido, in grado di indurirsi istantaneamente, proteggerà il soldato da campi magnetici e impulsi elettrici.
E le altre potenze mondiali? L’Europa, dal canto suo, può vantare diversi progetti di esoscheletro da impiegare sia in ambito civile che militare. Un esempio su tutti, Hercule, un’armatura realizzata da RB3D e finanziata dal Ministero della Difesa Francese. Non si tratta di un prodotto rivolto esclusivamente al settore militare e si discosta parecchio rispetto ai modelli americano e russo.
La Cina, allo stesso modo, sviluppa prototipi da impiegare in situazioni diverse, non soltanto in ambito militare, ma, soprattutto, industriale. Senza contare le diverse collaborazioni internazionali, volte alla realizzazione di tecnologie sempre più all’avanguardia.
La vera corsa agli armamenti non passa sicuramente dalle novità che riguardano l’equipaggiamento della fanteria. Esso, però, offre lo spunto per sottolineare, una volta di più, quanto sia più semplice investire denaro per la realizzazione di armi, piuttosto che per sopperire ad altre esigenze. La spesa mondiale destinata agli armamenti è un cifra che pesa come un macigno su tutti gli altri settori, come la ricerca di metodi per la realizzazione di risorse aperte a tutti e l’istruzione, di gran lunga più utili della guerra. Ma la guerra è un affare che gonfia sempre di più le tasche dei più ricchi, ai danni, come sempre, dei tanti poveri. I Paesi più influenti, o meglio le loro compagini governative, finanziano incessantemente progetti e spedizioni militari al fine di allargare la propria area di influenza. La crescente richiesta di risorse naturali, in progressiva diminuzione, il principale fattore scatenante dei conflitti. Gli Stati più avanzati corrono al fine di accaparrarsi tali risorse perché, una volta ottenute, si possiede il mondo.
Giuseppe Bua