6 tonnellate di Hashish su un veliero, 8 arrestati che trasportavano droga su un’ambulanza privata. Sono i mezzi insoliti della droga in Italia.
Il narcotraffico non ha risentito del covid, o se così è stato l’impatto è stato debole. La richiesta è infatti aumentata, rendendo i problemi maggiori di natura logistica. Le esigenze legate alla pandemia hanno portato quindi le organizzazioni criminali ad ingegnarsi nel miglior modo possibile per evitare restrizioni e zone rosse. Negli ultimi giorni i mezzi insoliti della droga sono stati un veliero e un’ambulanza. Episodi portati alla luce da operazioni della Guardia di Finanza di entità e peso diversi ma che hanno una cosa in comune: la scelta inusuale del mezzo.
Pirati
Il primo sequestro è avvenuto in mare. Un veliero battente bandiera USA trasportava, secondo ANSA, seimila chilogrammi di hashish, per un valore di circa 13 milioni di euro. L’avvistamento è avvenuto tramite l’attività di sorveglianza aerea della Guardia di Finanza. Dopo averla seguita per ore, le forze dell’ordine hanno intercettato l’imbarcazione nel canale di Sicilia. Una volta arrestati gli occupanti, cittadini UE di nazionalità Bulgara, la Guardia di Finanza ha scortato la barca nel porto di Palermo.
Infermieri
Ancora più singolare l’episodio che ha portato all’arresto di 8 persone tra Messina e Catania. L’organizzazione si occupava del trasporto di stupefacenti, organizzando viaggi dalla Sicilia fino in Abruzzo usando anche, tra gli altri mezzi, l’ambulanza di una onlus siciliana. La strategia permetteva di passare pressoché inosservati, vista la grande presenza di mezzi di soccorso in un periodo nero come quello vissuto negli ultimi mesi. Inoltre, un mezzo sanitario aiutava il clan a violare le restrizioni del governo, riducendo i rischi di essere intercettati fuori dalle zone rosse. Le operazioni erano possibili grazie ai rapporti tra criminalità siciliana e i clan di Pescara.
Tradizionalisti
Sempre negli ultimi giorni una diversa operazione ad opera della Guardia di Finanza di Ancona, ha portato ad intercettare un traffico più “tradizionalista”. “Ovuli, doppiofondi nei bagagli e speciali fasce addominali” erano tra i metodi utilizzati per trasportare sostanze dal Pakistan verso varie città Europee via aereo o mare. Il valore di mercato complessivo della merce interessata dalle operazioni è di circa 3 milioni di euro. Tra gli scali aeroportuali coinvolti anche quelli di Milano, Roma e Bergamo.
Emanuele Di Casola