Le esperienze dolorose rappresentano un’esperienza che accomuna numerose persone: del resto la sofferenza è una condizione universale. Ci sono persone, però, che alla sofferenza restano purtroppo agganciate, come se in un certo senso vi rimanessero impigliate; oppure come se si trovassero a ripetere degli schemi anche quando sono dolorosi. Così accade che non si è più in grado di vivere serenamente il proprio quotidiano, perdendo la fiducia nel proprio avvenire. Si è vincolati, insomma, a una forza disfunzionale che impedisce di progredire e, al contrario, tiene legati alle esperienze passate dolorose e avverse.
Processare le informazioni
Nel momento in cui si fa esperienza di qualcosa, si innesca un processo di apprendimento, in virtù del quale le informazioni vengono inviate e poi elaborate all’interno delle cosiddette reti neurali del nostro cervello. Vengono processate informazioni che possono essere molto utili per la sopravvivenza e per il nostro mondo emotivo, mentre altri dati sono meno rilevanti. Ciò porta, fra l’altro, a mettere in connessione vissuti ed esperienze che si assomigliano. Anche gli eventi di vita che presentano un carico emotivo importante possono essere elaborati dal nostro cervello per mezzo di una risoluzione adattiva (come le informazioni che vengono rielaborate durante il sonno notturno). Tuttavia, nel momento in cui si ha a che fare con un’attivazione psicofisica eccessiva, il sistema di elaborazione rischia di esserne sopraffatto e di non riuscire a portare a termine il suo compito. In questi casi, il processo risolutivo fisiologico potrebbe non svolgersi correttamente, e ciò può comportare la comparsa di un disturbo o sintomo da trauma. È ciò che accade, per esempio, nel momento in cui si avverte una forte sensazione di pericolo e ci si ritrova immersi in una percezione di impotenza.
I sintomi
A questo punto si possono venire a creare sintomi che possono spaziare dalla preoccupazione all’ansia, passando per incubi e pensieri intrusivi. Non solo: si può riscontrare una sensibilità eccessiva rispetto a determinati stimoli, così come si può avere a che fare con emozioni di tristezza, di rabbia e di paura. In molti casi si attiva una forma di evitamento, che porta a non entrare in contatto non solo con i ricordi, ma più in generale con tutto ciò che in un modo o nell’altro può scatenare un’assonanza con il trauma. Tutte le volte che si entra di nuovo in contatto con quello che è accaduto, per esempio per analogia o per effetto di uno stimolo sensoriale, si possono rivivere le angosce e le paure che si sono provate nel momento dell’evento avverso, talvolta anche con lo stesso livello di intensità. Il passato non è passato, insomma, ma è ancora attuale: talvolta il tempo non è sufficiente a curare le ferite.
La terapia EMDR
Si può intervenire con una terapia EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing. Si tratta di un trattamento psicoterapeutico che si articola in 8 fasi e che è finalizzato alla cura del disturbo post traumatico da stress. Il paziente viene aiutato, dal terapeuta esperto, ad entrare in contatto, ma senza riviverle, con le esperienze precedenti che sono la causa delle problematiche che stanno vivendo nel presente. Gli interventi sui ricordi che non sono stati elaborati vengono effettuati grazie alla modalità della stimolazione bilaterale, come per esempio stimoli sonori alternati, tapping o movimenti oculari. In questo modo il sistema che elabora le informazioni a livello cerebrale ha la possibilità di metabolizzare e finalmente digerire i ricordi precedenti, così che gli stessi non abbiano più un impatto emotivo disturbante sul presente. Tali ricordi, dunque, possono essere mentalizzati ed archiviati in qualità di eventi che fanno parte del passato, affinché non siano più in grado di causare del dolore. EMDR ha la capacità di intervenire in maniera significativa e adattiva sulle aree cerebrali e sulle reti neurali. Alcune ricerche effettuate con EEG hanno consentito di verificare l’efficacia dell’EMDR a livello cerebrale nella rielaborazione dei traumi.
La terapia EMDR della dottoressa Venturi
La dottoressa Chiara Venturi è un punto di riferimento per chi si vuole sottoporre a una terapia EMDR a Milano. La dottoressa Venturi ha maturato nel corso della sua carriera numerose esperienze in qualità di psicologa e di psicoterapeuta, e si presenta come un supporto prezioso per le persone che stanno affrontando un momento di crisi o delle difficoltà a livello di autostima o dal punto di vista relazionale, oltre che a sostegno della rielaborazione dei traumi.