I regolamenti sono utili nei contesti che mutano e che hanno bisogno di rinnovarsi. Come intenderne la scrittura in un senso filosofico?
Il Decreto legislativo 231 del 2001 ha posto le basi per la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica. In genere, sistemi come questi sono caratterizzati da una certa dinamicità e mutevolezza. Le questioni sul modo in cui intendere la scrittura interrogano l’uomo da sempre. Come portare questa domanda sui regolamenti, mezzi così utili in contesti mutevoli?
Dal potere sovrano alla biopolitica
In “Sorvegliare e punire” (1975) Michel Foucault descrive il mutamento storico dei meccanismi teorici e sociali sottesi ai sistemi penali della civiltà occidentale in età moderna, concentrando le analisi sul potere e sui suoi cambiamenti. Come scrive l’autore, il potere sovrano è caratterizzato da un’imposizione di tipo prettamente affermativo e trascendente. La parola immediata del regnante diviene legge e può decidere della sorte di ogni suddito. In questo senso, ha come oggetto d’azione il corpo soggettivo di singolo individuo.
Secondo Foucault, nella storia il potere si è gradualmente trasformato dal potere sovrano in “biopolitica”. Questo concetto delinea l’insieme di pratiche e norme utilizzate per regolare la vita della persona in aspetti differenti quali, ad esempio, salute, sessualità, morte, ecc. La biopolitica non opera nell’applicazione della legge del sovrano, ma attraverso l’inflessione di tendenze comportamentali e morali già insite nella società e secondo le necessità del momento, dunque non più sugli individui singoli ma sulla società nel suo insieme. Un esempio è il culto del corpo, centrale in molti ambiti della società contemporanea.
La Teoria dei Nudge come forma di biopolitica
Un esempio di biopolitica oggi può essere la Teoria dei Nudge (letteralmente, “spintarella”). Secondo questa impostazione, i processi decisionali e i comportamenti di gruppi e individui possono essere influenzati da rinforzi indiretti. Queste influenze fanno uso dei principali bias che condizionano il comportamento umano, come il seguire scelte raccomandate invece che prenderne di nuove, il fare una scelta in base alla pressione sociale oppure seguendo le argomentazioni enfatizzate in quel momento (per esempio i lati positivi o negativi di una certa alternativa). Un caso classico di nudge è la presenza di un’etichetta di eco-sostenibilità riferita al tasto “non stampare” usato per limitare il consumo di carta negli sportelli del Bancomat.
La peculiarità di questo metodo è la possibilità di condizionare effettivamente i comportamenti delle persone nei confronti di specifiche scelte invece di altre, dando inoltre l’apparenza che le decisioni prese siano frutto di scelte personali. Il non operare in maniera affermativa e diretta, ma attraverso l’inflessione di tendenze già insite nella morale e nel comportamento umano, accomuna la Teoria dei Nudge alla biopolitica.
Il legame tra la Teoria dei Nudge e i regolamenti
Abitualmente, i regolamenti sono riferiti a norme esistenti, ma prendono forma effettiva a partire dai contesti specifici in cui operano. Un esempio è il modo in cui viene in genere stipulata la disciplina in materia di sicurezza delle aziende. Semplificando, si può dire che si tratta di un processo impersonale che abitualmente passa per fasi quali: la definizione dei rischi; la creazione di statistiche; la definizione di modelli di sicurezza che il personale deve seguire e applicare. Se le condizioni dell’organizzazione, degli spazi e del personale cambiano, muteranno anche le norme da adottare. In questo senso, i regolamenti si definiscono come un aspetto normativo che non opera in forma affermativa e diretta (nel senso del potere sovrano come secondo Foucault), ma come inflessione di contesti e occorrenze specifiche.
Questa caratteristica accomuna i regolamenti al modo in cui prendono forma i nudge. Infatti, queste “spintarelle” sono in genere impersonali, non hanno come oggetto il singolo ma un determinato corpo sociale, e non vengono dettate dalla parola diretta del sovrano sul soggetto ma dalle necessità del contesto e delle circostanze specifiche in cui vengono utilizzate.
La scrittura in riferimento ai regolamenti
Immaginata in riferimento al potere sovrano come descritto da Foucault, la scrittura della legge prende forma in maniera diretta e istantanea così come la parola del regnante sul suddito, pur avendo declinazioni diverse in base al contesto. In questo senso, è possibile intenderla come pre-scrizione, ossia anticipazione di qualcosa che poi deve realizzarsi (per esempio un divieto) o de-scrizione, ossia presa di corpo scritto su qualcosa di già esistente (per esempio una punizione).
Se i regolamenti vengono scritti a partire dal divenire dei contesti di riferimento, non è possibile pensarne la scrittura come de-scrizione o pre-scrizione. Per definirla in relazione al divenire, la scrittura dei regolamenti deve prendere forma a partire dall’immanenza degli eventi e dalla formazione del sistema sul quale detta le regole. Si potrebbe dire, come un processo che si scrive e si sedimenta in forma di norme e che, tuttavia, si riavvia in una nuova riscrittura ogni qualvolta i regolamenti devono essere cambiati per essere in linea con le necessità e i mutamenti di un’organizzazione.