Le donne transgender in Indonesia sono tra le più colpite dalle condizioni meteorologiche estreme legate al cambiamento climatico, soffrendo in modo sproporzionato nell’economia formale del Paese. La maggior parte di loro sopravvive come artista di strada e sex worker, occupazioni che dipendono dalla capacità di attrarre a sé clienti all’aperto.
I cambiamenti climatici e le problematiche vissute dalle donne transgender in Indonesia
Se la condizione delle donne in Indonesia è molto precaria, poiché spesso rimangono isolate dal mondo del lavoro o esercitano un mestiere senza ricevere alcuna retribuzione, ancor più complessa è la situazione che colpisce le donne transgender. Esse devono affrontare maggiormente lo stigma e l’emarginazione rispetto agli uomini trans o ad altri indonesiani LGBTQ+, oltre ad essere le più colpite dalle condizioni meteorologiche estreme, presenti sul territorio, a causa del loro lavoro.
L’Indonesia è particolarmente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico; si ricorda infatti che nel 2019 il governo indonesiano ha annunciato di voler spostare la propria capitale: la principale città del Paese non sarà più Giacarta, ma una remota località sull’isola del Borneo, a 2.000 chilometri di distanza: “Nusantara“.
I motivi di questa scelta sono riconducibili proprio a problemi legati ai cambiamenti climatici: la grande area metropolitana è stata a lungo afflitta da gravi problemi infrastrutturali e inondazioni. In merito a ciò, gli esperti prevedono che fino a un terzo della città potrebbe essere sott’acqua entro il 2050, mentre la località scelta nell’area del Borneo, oltre ad essere poco abitata è meno esposta a disastri naturali, contrariamente ad altre zone del paese come Giava, Sulawesi, Bali e Lombok, dove negli ultimi cinque anni si sono verificati terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche.
Aumento di piogge in Indonesia: ostacolo importante per le donne transgender
L’impatto devastante del riscaldamento globale è tangibile in Indonesia: da un lato, si vive la diminuzione delle piogge durante la stagione umida, dall’altro un incremento delle stesse durante la stagione secca. Tale processo provoca ondate di calore più frequenti e intense, alluvioni, eventi meteorologici estremi e periodi di siccità prolungata con il rischio di provocare danni, malattie e anche morte.
Tuttavia, seppur quanto appena affermato sia già un problema di grande entità, bisogna fare i conti con un’altra situazione drammatica: il cambiamento climatico sta rendendo ancor più difficile la vita alle lavoratrici indonesiane transgender. Quest’ultime, vengono tagliate fuori dall’economia formale e sopravvivono come busker e prostitute, occupazioni che si basano sulla loro capacità di sollecitare clienti all’aperto:
«Nessuno esce durante la stagione delle piogge. È molto difficile fare soldi con un tempo così imprevedibile».
Joya Patiha, una donna transgender indonesiana di 43 anni, ha iniziato a notare che il cambiamento dei modelli meteorologici nella città montuosa di Bandung stava influenzando il suo reddito come lavoratrice del sesso un decennio fa: la stagione delle piogge durava più a lungo in tutta la provincia di Giava Occidentale, i venti erano più forti e in alcuni anni, particolarmente colpiti da queste condizioni atmosferiche, Patiha ha perso fino all’80% dei suoi guadagni.
Alcune donne trans stanno cercando di trovare soluzioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico e sugli effetti di quest’ultimo. Sanggar Seroja organizza serate di cinema, sfilate di moda e ospita dibattiti con altre comunità queer. In merito a tale questione, è stata effettuata un’intervista a 80 membri della comunità trans di Giacarta per scoprire come il cambiamento climatico abbia influenzato i redditi, la frequenza delle malattie e i cambiamenti nella spesa del biennio 2021-2022: quasi il 93% ha visto una diminuzione delle entrate durante la stagione delle piogge e il 72% ha aumentato le spese.
Altre donne transgender in Indonesia, invece, si dedicano a nuovi lavori: Sherly Wijayanto, 28 anni della capitale Giacarta, ha lavorato come musicista di strada per circa sette anni fino a quando il tempo sempre più instabile l’ha costretta a cercare altre opzioni lavorative:
«Non voglio più sopportare il caldo e la pioggia per le strade».
La comunità delle donne transgender in Indonesia: problemi e difficoltà vissute
Nonostante le comunità gender-fluid siano storicamente accettate in Indonesia, la violenza verso le persone LGBTQ+ è peggiorata in concomitanza con un maggiore conservatorismo religioso, che si è intensificato negli ultimi anni, in particolare prima delle elezioni regionali e nazionali. Una crescente ondata di Islam conservatore nel più grande paese a maggioranza musulmana del mondo ha alimentato la persecuzione anti-LGBTQ+.
Le donne transgender in Indonesia sono talvolta incolpate di problemi legati al cambiamento climatico; Arif Budi Darmawan, ricercatore presso la Resilience Development Initiative con sede a Bandung, afferma:
«Coloro che sono al di fuori della categoria binaria sono spesso etichettati con la categoria ‘deviante’, e associati alle cause dei problemi ambientali e disastri».
Il governo indonesiano ha un piano quinquennale che definisce i suoi obiettivi di sviluppo e stabilisce come gestire gli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, nonostante tale iniziativa includa disposizioni per i gruppi vulnerabili, le persone trans, tra cui le donne transgender in Indonesia, non sono elencate tra questi.
Sebbene il lavoro sessuale non sia illegale in Indonesia, coloro che lavorano nel settore sono spesso perseguiti in base ad altre leggi, come la legislazione anti-pornografia del paese. Nel 2014 la reggenza di Semarang ha approvato una legge che vieta il lavoro sessuale, per poi revocarla l’anno successivo e approvare una nuova legislazione che garantisca ai lavoratori del sesso alcuni diritti, tra cui la protezione dai procedimenti giudiziari.
Firhandika Ade Santury, una ricercatrice di Bandungan che ha trascorso diversi anni a documentare l’industria, spiega che le lavoratrici del sesso non sono ancora completamente protette dal governo:
«La società indonesiana di solito vede il lavoro sessuale in termini di bianco e nero. Le vedono come ‘cattive‘ e non le considerano lavoratrici nel senso classico del termine. Ho scoperto che il loro lavoro è il risultato della loro situazione, non la loro prima scelta di impiego, quindi perché incolpare loro e non i problemi economici che hanno causato la loro situazione?»
Le difficoltà economiche sono tra le ragioni per cui le donne transgender in Indonesia, e non solo, finiscono nella prostituzione. A tal proposito, la ricerca di Santury conferma che circa l’88% delle lavoratrici del sesso nella regione entra a far parte dell’industria per necessità economiche.
Nonostante non esista una legge specifica che la penalizzi, tale pratica è in gran parte disapprovata dalla società, ma le lavoratrici del sesso spesso affrontano una nuova serie di sfide anche quando decidono di abbandonare la professione. A comunicarlo è l’esperta di genere e diritti umani Tunggal Pawestri, che lavora attivamente per aumentare la visibilità delle lavoratrici nel governo, in modo che possano ricevere aiuto nei momenti di bisogno:
«Tutto si riconduce allo stigma sociale negativo, la società considera la loro professione come contraria alla morale e alle norme. Lo stigma dell’immoralità si aggrappa a loro ovunque vadano, si sparge la voce e nessuno vuole concedere loro prestiti o comprare i loro prodotti».