Soltanto a partire dalla seconda metà del Novecento abbiamo assistito alla presa di coscienza dell’esistenza di una comunità di persone transgender. Ma le origini di una minoranza ad essa simile, che costituiva uno strato riconosciuto della società, ha radici più profonde. Ed affondano nell’Islam. Parliamo dei mukhannathun, i primi “transgender” della storia.
Uomini vestiti da donne
Il termine transgender ha dei confini e delle sfaccettature più ampie, tali da ricomprendere ma non identificarsi esclusivamente nei Mukjannathun. I quali possono definirsi come antesignani dei transgender. Il termine arabo significa letteralmente “uomini vestiti da donne”. Le fonti musulmane, soprattutto quelle più recenti, riportano notizie contraddittorie. Ma una cosa è certa. I Mukjannathun erano uomini vestiti da donna, e che si comportavano come tali. Non erano considerati omosessuali, ma semplicemente uomini disinteressati al desiderio sessuale verso l’altro sesso. Tanto che molti di essi erano impiegati come servitori delle donne, appartenenti a famiglie altolocate. La maggior parte di essi trovava però impiego nell’arte: poeti, musicisti, ballerini, comici. I più famosi furono i musicisti Tuways (piccolo pavone), e il suo allievo al-Dalal (“il civettuolo”). E col tempo il termine venne impiegato per indicare chi si dedicava anche a tali attività.
I mukhannathun negli ḥadīth
Di essi si trova traccia negli ḥadīth. Si tratta di piccoli aneddoti che raccontano episodi della vita del profeta Maometto. L’insieme degli ḥadīth forma la Sunna, una delle fonti principali dell’Islam. Da tali racconti si comprende come i Mukjannathun costituissero una categoria ben definita nella società dell’Islam. Le loro vicende hanno avuto fortune alterne, a seconda di chi ha detenuto il potere. Sotto il governo di Maometto furono mal tollerati. Anche se il profeta non diede vita ad una repressione sistematica della loro minoranza. Di diverso avviso furono alcuni suoi successori, come Sulayman ibn Abd al-Malik. Il settimo califfo della dinastia degli Omeyyade regnò appena due anni (715-717). Tempo sufficiente per far castrare tutti i Mukjannathun di Medina. Tra essi, pare ci fosse anche il musicista al-Dalal. Alcune fonti minimizzano l’episodio, affermando che si trattasse di pochi uomini.
Un breve periodo di pace
Durante la dinastia Omeyyade, si succedettero vari califfi omosessuali. In questo periodo i Mukjannathun vissero in relativa tranquillità. Fra tutti i califfi il più permissivo fu Al-Amin, apertamente omosessuale, che aveva una relazione con il poeta Abu Nawas. In questo periodo (809-813) i Mukjannathun potevano mostrarsi liberamente in pubblico, senza timore di repressione alcuna. Tuttavia, il califfato di Al-Amin ebbe una durata di appena 4 anni. Finito questo periodo, nelle fonti si perde traccia dei Mukjannathun. Il termine divenne anche sinonimo di omosessuale, assumendo un significato ancora più dispregiativo. E di essi non rimase traccia nella società islamica. Ma resta il fatto che i Mukjannathun sono stati i primi transgender della storia.
Antonio Scaramozza
Parafrasando un grido di dolore :l’Islam , come cultura e religione ; per noi GLBTQ egli è il vero nemico!