I pipistrelli, mammiferi appartenenti all’ordine dei Chiroptera, rappresentano un serbatoio di numerosi virus che causano gravi malattie infettive nell’uomo.
Una ricerca pubblicata a febbraio su Nature, basata su studi di sequenziamento del nuovo virus SARS-CoV-2, ha evidenziato che il suo genoma è identico per il 96% a quello di un coronavirus di pipistrelli. Il virus che ha causato la pandemia attualmente in corso, quindi, deriva da questi mammiferi e in qualche modo è riuscito a infettare la specie umana. Il meccanismo secondo il quale un virus fa un “salto di specie” si chiama spillover.
Negli ultimi anni, l’interesse per la ricerca sui pipistrelli è aumentato per la gamma di virus che ospitano e che diffondono facilmente a esseri umani e altri vertebrati. Alcuni esempi sono il virus Nipah, che è riuscito a fare il salto di specie dai pipistrelli ad umani e maiali, causando focolai nel sud-est asiatico e il virus Hendra che continua a diffondersi in cavalli e umani in Australia.
Per tale motivo questi simpatici mammiferi volanti sono importanti da studiare e potrebbero aiutarci a capire come affrontare alcune malattie e a prevenire altre pandemie.
Un articolo del 2019, pubblicato su Viruses e redatto da Sonu Subudhi e i suoi collaboratori, ha spiegato come mai i pipistrelli hanno così tanti virus e ne sono immuni.
I pipistrelli sono un gruppo antico e diversificato, ecologicamente importante, e costituiscono quasi un quarto di tutta la diversità dei mammiferi. Abitano tutti i continenti, tranne l’Antartide. Si distinguono dagli altri mammiferi per adattamenti morfologici e fisiologici che permettono loro di volare. È proprio analizzando questa caratteristica che possiamo capire perchè vengono infettati da tanti virus.
Perchè i pipistrelli hanno tanti virus e ne sono immuni?
Il volo, come tutte le attività che svolgono gli esseri viventi, richiede energia che si trova nelle cellule sotto forma di molecole di ATP. Questa energia è prodotta in grande quantità dai mitocondri. Ciò comporta un aumento di specie reattive dell’ossigeno (ROS), tossiche per la cellula in quanto permettono l’instaurarsi della condizione di stress ossidativo. Di conseguenza i tessuti dei pipistrelli dovrebbero essere continuamente infiammati. In realtà non è così.
Questi animali, infatti, hanno sviluppato meccanismi che consentono loro di controllare l’infiammazione eccessiva. Entra in gioco una molecola chiave, l’interferone alfa (IFNα). Nei pipistrelli questa proteina è costantemente attiva. Nel momento in cui penetra un virus, l’IFNα attiva un enzima ribonucleasi che catalizza l’idrolisi dell’RNA virale, bloccando la replicazione del virus. Anche nell’uomo esiste questo meccanismo, ma per attivare le ribonucleasi occorre l’innesco di vie di segnalazione intracellulare. Nei pipistrelli è necessaria la sola presenza di IFNα.
Per cui questi animali vengono infettati da un grande numero di virus, ma non ne subiscono le conseguenze. Le particelle virali vengono subito neutralizzate.
I pipistrelli vivono in colonie in ambienti stretti, come caverne e grotte. Ciò favorisce la diffusione virale all’interno della stessa colonia. Inoltre, volando possono diffondere particelle virali a più aree.
È dunque necessario capire come la pressione evolutiva possa avere un ruolo nell’emergere di nuovi ceppi virali. Sarà importante anche esaminare vari fattori che potrebbero stressare l’equilibrio dei pipistrelli come la distruzione del loro habitat e il cambiamento climatico.
Per un ulteriore approfondimento dell’argomento consiglio “Spillover” di David Quammen.
Il divulgatore scientifico Barbascura X in questo video ci spiega in modo divertente il motivo per cui i pipistrelli rappresentano un serbatoio di così tanti virus.
Lisa Frisco