I pionieri dell’ archeologia subacquea nell’area Flegrea e in Sicilia, omaggio a Sebastiano Tusa. La mostra fotografica inaugurata lo scorso 24 maggio, nel Parco Archeologico dei Campi flegrei (PaFleg). Nelle sale museali del Castello di Baia, Bacoli (NA). Un grande evento nell’ambito delle attività dei Campi Flegrei, dedicato all’ archeologia subacquea.
Un focus di una serie di iniziative che riguardano la collaborazione tra il PaFleg e la Regione Sicilia, oltre che della collaborazione e dell’intesa tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e il PaFleg. Inoltre, ribadisce la centralità della ricerca, su cui il MANN ha puntato molto. E su cui anche il PaFleg punterà in futuro.
L’esposizione ripercorre, sostiene e dimostra come questa disciplina nasce già a partire dagli anni ’20 del ‘900 nell’area Flegrea, diramandosi e diffondendosi in Sicilia e in altre zone d’Italia. Va ricordato che fu proprio con il recupero dell’’Amazzone, a Baia, che cominciò ad affermarsi l’idea di salvaguardare il patrimonio sommerso. Come anche la necessità di formare archeologi subacquei. Il primo a sottoscrivere un contratto con i palombari partenopei, nel 1923, fu l’archeologo Amedeo Maiuri.
Una suggestiva mostra che utilizza novità tecnologiche, retro proiezioni, ricostruzioni 3D ambientando il visitatore all’interno di una dimensione subacquea. Proprio come se fosse esso stesso un subacqueo. Un punto di partenza fondamentale di un’esposizione che è da intendersi soprattutto come un’anteprima della prossima mostra dedicata all’ archeologia subacquea. “Thalassa. Meraviglie dei Mari della Magna Grecia e del Mediterraneo, prevista a partire dal 18 dicembre al MANN e successivamente in Sicilia, a Palermo.
I pionieri dell’ archeologia subacquea
Al fascino della scoperta archeologica si aggiunge quello delle silenziose profondità sottomarine, l’ archeologia subacquea. Che, in particolare nell’area flegrea, ha portato alla luce straordinarie testimonianze. L’esposizione racconta proprio il periodo di nascita della stessa, che vive le sue prime fasi pionieristiche soprattutto dagli anni ’50. Periodo contrassegnato dalle considerevoli scoperte che ne sono derivate e che hanno dato impulso alla ricerca scientifica.
Merito anche dell’apporto delle più avanzate tecnologie e alla nascita di specifici strumenti di tutela. Nonché alla nascita della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, grazie all’archeologo, di fama internazionale, Sebastiano Tusa. Tragicamente scomparso in un incidente aereo in Etiopia lo scorso marzo.
Per l’appunto, la mostra nel castello di Baia è dedicata anche al suo lavoro, che propone documenti d’archivio, foto d’epoca e lettere di protagonisti della ricerca subacquea. L’obiettivo è quello di raccontare quelle stagioni, quel fermento impreziositi da installazioni multimediali.
I pionieri dell’ archeologia subacquea descrive, attraverso i reperti, come la ricerca sia riuscita a comprendere tutto ciò che ha delineato la storia del Mediterraneo. Dai flussi migratori, ai rapporti commerciali lungo le coste, le relazioni tra i popoli. Allestimento e curatela realizzati da Teichos,
Progetto promosso dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei, con il MANN, l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, e Teichos.