La serietà dei partiti di centro
I partiti di centro sono seri, partiamo con il dire questo. Carlo Calenda alle elezioni ci va con il broncio. Bene, chiarita l’atmosfera, parliamo della magnificenza partitica e della quintessenza retorica: i partiti di centro. Ci sarebbe ( sottolineo la forma verbale del condizionale) una zona politica che mira a conquistare i voti degli elettori di centro. Se si socchiudono ben benino gli occhi si può già scorgere, con una certa fantasia, quel bagno di folla di elettori che sogna i governi Calenda I, Renzi II e, new entry della cricca, Di Maio I. Una dedica a tutti coloro che nonostante tutto continuano a sognare. E se suona retorico è perché in effetti lo è.
Al centro della nicchia
Ma chi sono questi leggendari partiti di centro? Andiamo a conoscerli nel loro habitat naturale: la nicchia. Occhio però, perché questi leader sono sensibili alla caciara, e se sentono rumori forti fuggono via pensando si tratti della Meloni al comizio di Vox. Al centro della nicchia troviamo Carlo Calenda, leader di Azione. Ora, ironie e parte, a ottobre scorso l’ex ministro ha ottenuto una percentuale di voti non indifferente alle elezioni per il nuovo sindaco di Roma. Poi c’è Matteo Renzi, ex premier, ex piddino ed ex assassino di governi. In effetti, il leader di Italia Viva si è lasciato molte cose alle sue spalle, tra cui molti elettori. La prova della verità: scendete in strada e chiedete a qualcuno se rivoterebbe Renzi, e poi sentite le risposte. E infine lui: Giggino l’ascensore. Luigi Di Maio, a furia di riscoprire l’incarico di governo più esotico che ci sia, è diventato camaleontico.
I populisti sono cattivi, buuu!
La prossima campagna elettorale dei partiti di centro me la immagino con frasi del tipo: ” È ora di dire basta a chi dice che è ora di dire basta!”. Ecco la ragione di vita del centrista medio: ribadire che non è mica un populista, lui. Machiavelli pensava che un buon leader deve sempre intuire qual è l’umore dominante in politica. Il Movimento 5 Stelle aveva intuito l’umore popolare del malcontento, e infatti stravinse alle elezioni. Ora che i grillini sono più frammentati che mai, Calenda & Co. strillano già al morto. Eppure non vi è ancora un’apparente ragione per annunciare la vittoria dei centrocampisti. C’è forse una garanzia sul fatto che i vecchi voti grillini andranno ai visi lunghi della politica seria? No.
Ornitologia centrista
La disciplina propedeutica allo studio dei partiti di centro è l’ornitologia. I simpatici animali notturni che popolano il bosco dei partiti hanno infatti una certa affinità con una delle specie di uccello più note del mondo: l’uccellino blu di Twitter. Tanti cinguettii e pochi fatti, però almeno c’è un certo tepore. Ogni mattina, una gazzella si sveglia e inizia a correre; nella savana, il chiasso è tale da ostacolare il sonno. Ogni sera, un politico di centro va su Twitter e controlla le notifiche, poi piange dal nervoso per il tono delle critiche che gli hanno rivolto; intorno a lui, il silenzio: un’altra giornata passata a diffondere democrazia. Poi si corica, bacia sua moglie e le racconta dei mirabolanti sermoni che ha propinato ai disgraziati incrociati su Twitter. Una cosa però gli va riconosciuta: Carlo Calenda sa cinguettare, non c’è che dire.
Influrenzier
C’è un ragazzo di Italia Viva che diffonde il lifestyle centrista su Instagram. Roman Pastore, classe 2000, è un giovane seguace di Renzi e da grande vuole fare il politico. Buona fortuna Roman! Il ragazzo usa molti hashtag e cinguetta molto. Come fanno i grandi. Inoltre, la sua unica, per ora, polemica è scoppiata su Twitter: aveva osato indossare un orologio di lusso durante la campagna elettorale. Sì insomma, nulla di che, la solita canzone dei comunisti con il Rolex. Ora sta al lettore valutare se sia più offensivo dire a Roman che è un pariolino oppure dire che Italia Viva è di sinistra. Comunque, il giovane centrista posta sui social la sua giornata tipo: foto con politici, cornicette dei cinguettii di cui va più fiero e tante espressioni marinettiane come “Avanti” e “Forza”. Il fatto è che questo continuo imitare i politici più anziani di lui rischia di farlo sembrare un wannabe renziano. O peggio, un giovane vecchio.
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Cocktail Grande Centro
Ma cosa vorrà fare mai questo “cocktail Grande Centro” ( sic)? Allearsi, coalizzarsi, fare numero. Ma anche già solo arrivare alla prossima Leopolda con più riscontri mediatici, l’anno scorso i renziani se la sono cantata e se la sono suonata da soli. E daje ragazzi, che ce la fate anche stavolta. Infatti stanno già lavorando per l’intesa, nonostante le molte frecciatine tra Renzi e Calenda. Però ci credono, loro, sono convinti del fatto che molti grillini disillusi guarderanno al centro con fiducia e simpatia. Ah, e serietà, non dimentichiamocelo. Sì, gli italiani sanno, sanno bene che bisogna arginare l’ascesa del “bipopulismo” di Conte e Meloni, e Salvini. Stona la previsione secondo cui sentimenti di antipolitica e di nazionalismo si convertiranno in amore per la moderazione. Sarebbe come consigliare a un fan del wrestling di passare al curling.
Alla destra della sinistra
L’espressione ‘centro’ presuppone che ci siano in campo altre proposte politiche molto divisive. Il cosiddetto bipolarismo. Eppure, non pare che ci sia questa grande alternanza di idee in Parlamento. Guardiamo ai fatti: l’Italia non solo non ha ancora una legge sul salario minimo, ma leggendo articoli di cronaca politica si evince anche che i partiti riscontrano difficoltà a legiferare su questo tema. Poi c’è il reddito di cittadinanza, uno strumento sociale utile alle fasce più povere della popolazione: pur con tutte le sue storture, e le truffe verificatisi, rimane comunque un segno di civiltà. Andrebbe migliorato, non c’è dubbio, ma la soluzione non è certo quella di alimentare la narrazione dei giovani scansafatiche. Come se poi con seicento euro al mese ci si potesse arricchire, ma per favore!
Moderazione ammorbante
Insomma, non sembra esserci questo gran dilagare delle sinistre. Idem di idee ambientaliste, soprattutto ora che il M5S si sta sgretolando. Invece si intravede una parte sempre più consistente di elettori che decide di non andare più a votare. Quindi un vuoto politico che andrebbe colmato con quel tipo di rappresentanza che manca al momento. Basterebbe osservare le statistiche per capire quali sono i quartieri più avversi al voto. Non bisogna essere un analista politico per fare questo 2+2 basilare. Epperò non sembra affatto che i partiti abbiano le idee chiare su questo, difatti continuano a infastidire i più con le loro uscite marziane.
Di Berlinguer abbiamo solo Bianca
Nell’Italia del 2022, di Berlinguer abbiamo solo Bianca. I cugini d’oltralpe hanno visto arrivare dalla loro sinistra delle idee molto radicali, che costringono la maggioranza a mediare con quell’elettorato e con ciò che esso pretende. Qui da noi invece, un ministro del governo in carica si permette di inveire contro un contestatore, sminuendo la sua dignitosissima condizione di lavoratore dipendente. Sempre in Italia, si attaccano i giovani perché si permettono di rifiutare delle paghe al limite della schiavitù. Nuovamente, guardiamo ai fatti. I leader dei partiti di centro sono impopolari e/o sconosciuti ai più. In Italia non c’è una sinistra politica forte, è solo un miraggio. La disaffezione verso la politica è alta, e non è certo su Twitter che si riconquista la fiducia degli italiani. Siamo davvero così sicuri che il problema più grosso della politica sia il populismo?
Sogni da sveglio
Il centrismo in Italia sembra uno di quei sogni che si fanno da svegli. Resti incantato, con gli occhi socchiusi e lo sguardo smarrito. Ti immagini di tornare indietro nel tempo e di rivivere vecchie discussioni, e uscirtene finalmente con quella frase a effetto che lascia tutti a bocca aperta. Poi sali sul trono e sfili in mezzo alle file degli italiani, venuti a Roma per vederti dal vivo. “Oh Maestà, il nostro umile voto è a Voi devotissimo”, sussurrano a gran coro i tuoi elettori. DRRRIN- DRRRIN! Suona la sveglia, sollevi le ciglia e prendi gli occhiali. Il tuo partito è ancora all’un percento. Letta è ancora confuso sul campo largo. Cruda realtà, quanto sei perfida. Mannaggia, era solo un sogno di potere…
Matteo Petrillo