I nuovi dati Istat sui lettori in Italia e sulle loro caratteristiche. Nel 2022 è pari al 39,3% la quota di persone di 6 anni e più che hanno letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali (erano il 40,8% nel 2021). Prevale il profilo del lettore “debole”. Aumentano gli accessi in presenza nelle biblioteche. Cala il numero dei lettori. Le donne leggono più degli uomini
I nuovi dati Istat sui lettori nel nostro Paese
Il 18 maggio scorso sono stati pubblicati i nuovi dati Istat sui lettori nel nostro Pese. I numeri riguardano in particolare la lettura di libri e la fruizione delle biblioteche. L’Istat sottolinea immediatamente come, rispetto al 2020 e al 2021, le persone con un’età dai 6 anni in su che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno per motivi non prettamente scolastici o professionali siano diminuite. Nel 2022 infatti, esse corrispondono al 39,9%, contro il 41,4% del 2020 ed il 40,8% del 2021. La percentuale di lettori dello scorso anno, inoltre, somiglia profondamente a quella verificatasi nel 2000, quando la quota di lettori risultò pari al 39,1%. Da quel momento però, il numero di lettori ha continuato a crescere gradualmente, arrivando al picco del 2010, anno in cui in Italia il 46,8% dei residenti dell’età sopracitata aveva letto almeno un libro. Nonostante il picco, i numeri sono poi diminuiti di nuovo e nel 2016 la percentuale di lettori nel nostro Paese era la stessa del 2001, 40,5%. In questo contesto quindi, il calo registrato nel 2022 vede la quota di lettori al livello più basso mai registrato negli ultimi 25 anni.
Prevale il profilo del lettore “debole”
Oltre ad essere un dato in calo, il profilo prevalente del lettore in Italia è quello del lettore “debole”. Il 44,4% dei lettori, infatti, ed il 17,4% prendendo in considerazione tutti gli individui, dichiarano di aver letto al massimo tre libri nei 12 mesi antecedenti all’intervista. Successivamente vi sono coloro che rientrano nella fascia dei “lettori medi”, ovvero le persone che nell’ultimo anno hanno letto da 4 a 11 libri, i quali rappresentano il 39,3% dei lettori ed il 15,4% di tutti gli individui. Solo il 6,4% dei residenti ed il 16,3% dei lettori, infine, può essere inserito nella categoria dei lettori “forti”, avendo letto almeno 12 libri nell’ultimo anno. È interessante notare inoltre come genere ed età siano due aspetti che influenzano fortemente questi dati. A comporre maggiormente la fascia dei lettori “forti” sono infatti donne e persone di 60 anni o più, i quali corrispondono rispettivamente al 17,5% e il 22% dei lettori contro il 14,7% degli uomini, che invece presentano più spesso il profilo del lettore “debole” con il 48% contro il 41,8% delle donne. Inoltre, facendo ancora riferimento all’età, le quote più elevate di lettori si verificano tra i giovanissimi di 11-14 anni (57,1%), nonostante circa un lettore su 2 tra questi legga al massimo 3 libri in un anno. Le ragazze tra i 11 e i 24 anni sono la fetta di lettrici che legge di più in assoluto, in quanto circa 6 su 10 hanno letto almeno un libero durante l’anno. A partire dai 25 anni poi, l’abitudine alla lettura della popolazione diminuisce.
Divario territoriale e per titolo di studio
Un altro aspetto importante che emerge dalle statistiche è il forte divario territoriale e per titolo di studio riguardo l’abitudine alla lettura. Essa, infatti, risulta una pratica più diffusa nelle regioni del Centro-nord ed il rapporto tra i livelli di lettura Nord-Mezzogiorno è di quasi 2 lettori su 1. In particolare, nel 2022 il 46,1% delle persone residenti al Nord ha letto almeno un libro, contro il 42,4% di coloro che vivono nel Centro e solo il 27,9% dei residenti nel Mezzogiorno. Interessante però, è il divario tra la quota di lettori nelle Isole. In Sicilia, infatti, essa corrisponde al 24,0%, mentre in Sardegna al 40,0%, arrivando quasi ad equiparare la quota dei lettori residenti nel Centro Italia. Osservando i dati dal punto di vista del titolo di studio emerge un ampio differenziale. Il rapporto tra chi è laureato e chi al massimo possiede la licenza media corrisponde infatti a 4 lettori su 1. Nello specifico, prendendo come riferimento persone con età pari o superiore a 25 anni, legge libri il 68,9% dei laureati, il 43,2% dei diplomati ed il 17,1% di coloro che possiedono la licenza media. Si è notato inoltre che queste diseguaglianze tra titoli di studio bassi e titoli di studio alti rappresentano una tendenza in aumento nel tempo. Nel 2010 il rapporto era infatti 3 a 1 mentre oggi 4 a 1.
Frequentare le biblioteche: un dato in aumento
Tra i nuovi dati Istat sui lettori in Italia, i quali presentano principalmente un trend in calo, un dato in aumento invece, nonostante risulti ancora inferiore al periodo pre-covid, è quello che riguarda l’abitudine di recarsi in biblioteca. Nel 2022 infatti il 10,2% della popolazione di 3 anni e più si è recata in biblioteca almeno una volta durante l’anno, percentuale in aumento se consideriamo il crollo registrato nel 2021, dovuto alle restrizioni del periodo pandemico, durante il quale solo il 7,4% della popolazione si è recata in biblioteca. La percentuale resta comunque inferiore a quella registrata prima dello scoppio dell’emergenza Covid, la quale nel 2019 corrispondeva al 15,3%. Anche in relazione all’abitudine di frequentare le biblioteche, fattori come età, genere, localizzazione geografica e titolo di studio rappresentano una variante importante. Giovani e giovanissimi tra i 6 e i 24 anni sono infatti i frequentatori più assidui (23,5% contro il 10,2% della media generale), fascia di età in cui la differenza di genere è inoltre particolarmente marcata (28,9% per le ragazze e 16,8% dei ragazzi di 15-24 anni). Al Nord le biblioteche sono più frequentate (13,9%) contro il 9,2% del Centro e il 5,7% del Mezzogiorno. Anche in questo caso l’eccezione è rappresentata dalla Sardegna, che si attesta all’11,5%. Per quanto riguarda invece il titolo di studio, con una percentuale di 16,8% contro solo il 2,6%, la quota di persone laureate che si sono recate in biblioteca nel 2022 è 6 volte superiore a quella di coloro che possiedono la licenza media. Non sorprende inoltre come le biblioteche on-line abbiano costituito un ausilio importante durante il periodo dell’emergenza sanitaria, la cui quota di riferimento rimane comunque stabile nel 2022 al 6,4%.
Simone Acquaviva