Che cosè un Eroe? Nell’immaginario collettivo, quando si parla di Eroe, si va subito con la mente ai miti greci, oppure se si è molto religiosi, si pensano alle gesta di Davide contro Golia, Mosè che guida gli ebrei fuori dall’Egitto, tutti i santi, i martiri del Cristianesimo e lo stesso Cristo. Si, perché un eroe è colui che ha un coraggio immenso, e attraverso i suoi gesti altruisti e nobili, sacrifica la propria vita, nel nome di una causa e/o per il bene degli altri. E mentre nell’epoca antica l’eroe era sempre o quasi un semidio, o con poteri divini, nelle epoche successive (tranne che per gli eroi della Marvel), l’eroe ha sempre più acquisito connotati prettamente umani. Alla luce di ciò, chi è oggi un Eroe? Wikipedia cita: L’eroe, nell’era moderna, è colui che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune.
Ora, ci sono Eroi riconosciuti un po’ da tutti, Che Guevara, per esempio, da eroe rivoluzionario e simbolo storico delle sinistre, lo si ritrova sulle magliette verdi dei leghisti, e perfino casapound ne fa un uso scellerato. Poi ci sono Eroi che incredibilmente ancora oggi sono riconosciuti solo da una parte della popolazione: i Partigiani.
Per qualcuno, eroe è chi spara a un ragazzo a Piazza Alimonda, chi picchia i clochard alla stazione, chi perde la vita nelle missioni di pace per esportare la democrazia e via discorrendo. Questo per dire che il significato di tale termine si è un po perso con il tempo, ed è diventato soggettivo, per cui chi è eroe per uno, non lo è per un altro, ed è diventata consuetudine usare e abusare di questo termine. Quindi, si capisce benissimo come sia difficile districarsi, e riuscire a farsi un’idea precisa di chi sia o meno eroe.
Tra i tanti eroi moderni però, ci sono delle persone che non vanno mai alla ribalta delle cronache, e quindi non sono annoverati tra tale categoria. Eppure, stando a quello che cita Wikipedia, lo sono a tutti gli effetti, ma per loro nessun elogio, nessun monumento funebre, nessun discorso, nessun post su facebook , niente di niente. Si potrebbe dire che hanno il potere dell’invisibilità, eppure ci sarà capitato spesso di incontrarli, sono eroi della porta accanto, sono i caduti sul lavoro. Già , sono tantissimi eppure nessuno li cita mai, nel 2015, sono morti 1400 eroi, e nessuno di noi si è accorto di nulla. Probabilmente, qualcuno di noi è figli, figlia,moglie, nonno, nonna, marito e così via, di uno di questi eroi, probabilmente sta soffrendo per la perdita, eppure il mondo lo ignora. Badate bene, 1400 non è un freddo numero, dietro ogni unità, cè una persona, un eroe che, magari, prima di andare a lavoro, ha baciato la sua bambina sulla fronte, le avrà promesso di essere presente al saggio di danza o di tornare in tempo per vederla recitare a scuola, per poi non far più ritorno a casa. Dietro ogni vita spezzata, ci sono sogni infranti, speranze che crollano dal cielo come un eroe da un’impalcatura, e rovinano a terra e non c’è tempo che può risanare. Le famiglie di questi eroi, versano nella più totale disperazione nell’indifferenza generale di tutti. Ed è così ogni giorno, almeno Tre Morti al giorno da sempre, uno stillicidio, un massacro, una guerra, un olocausto, un moto perpetuo. Dal primo gennaio 2010 al 31 dicembre del 2015, i morti per incidente sul lavoro sono stati 8010! . Provate un po ad immaginare Ottomiladieci persone. Fonte Inail. Purtroppo l’ente preposto, fa riferimento solo ai propri iscritti, alle denunce che arrivano, ma non tiene conto di tutti gli invisibili, la maggior parte immigrati, che se sono fortunati vengono scaricati in corsa fuori agli ospedale, nel peggiore dei casi, lasciati a loro stessi o sotterrati nei campi dove sono morti. L’osservatorio indipendente di Bologna Morti sul lavoro, stima che al 31 marzo di quest’anno ci sono stati già 120 vittime.
Come in ogni storia che si rispetti, l’eroe deve avere un antagonista, Spiderman e il Dottor Octopus, Batman con Joker, Davide contro Golia ecc… In questa storia dei giorni nostri, chi è l’antieroe?
Le norme che riguardano la sicurezza sul lavoro in Italia, sono all’avanguardia già da anni. Sono infatti norme e decreti emanati già nei primi anni 50, che mano a mano però sono state modificate e sempre più peggiorate dai vari governi che si sono susseguiti fino ad oggi, sotto alla grande pressione delle lobby, dei poteri forti e del piano massonico della P2 di Licio Gelli che ha sempre mirato a destabilizzare gli enti preposti ai controlli, e cercato di togliere potere contrattuale ai lavoratori, anche cercando di eliminare i sindacati, ma questa è un’altra storia. Dunque, le norme ci sono, ma non sono coercitive, nel senso che per chi non le rispetta ci sono conseguenze e pene irrisorie, ed è così che gli imprenditori, i padroni sacrificano i lavoratori sull’altare della Logica del profitto, per cui la vita di un lavoratore costa meno del costo di un corso professionale, o della messa in sicurezza di una fabbrica, un cantiere, o della manutenzione di un macchinario. Così fin quando non saranno costretti da pene severissime a spendere sulla sicurezza di un essere umano, che non è di certo un numero, purtroppo non riusciremo mai a fermare questo stillicidio di vite. E se ci mettiamo pure che l’opinione pubblica, il più delle volte è distratta da altro, e i media tacciono invece di indignarsi ogni giorno per le perdite, ecco che i nostri eroi muoiono invano. L’antieroe è lo Stato.
Il mio eroe è Antonio Esposito morto per colpa dell’amianto dell’ Ilva di Bagnoli, i miei eroi si chiamano : Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino, investiti da olio bollente ad alta pressione e avvolti dalle fiamme nel 2007 , nelle acciaierie Thyssenkrup di Torino, che fatturano 40 miliardi di euro, ma che non ne avevano per mettere in sicurezza i dipendenti. Il mio eroe si chiama Vladimir, 40 anni, ucraino. È scappato dal suo paese per dare un futuro migliore alla sua famiglia, è caduto pochi giorni fa, schiacciato dalle ruote di un camion. Una sorte simile capita a centinaia di persone che vengono qui a cercare la vita, e per ironia della sorte, trovano la morte. Millequattrocento eroi all’anno, italiani e stranieri, maschi e femmine, la morte non fa distinzioni…
Non è mai troppo tardi per urlare la nostra indignazione, mai troppo tardi per dare voce a chi per mandare avanti una famiglia, va a lavoro e non torna più. E se di amore non si muore, non si dovrebbe morire nemmeno di lavoro.