Si è chiuso due giorni fa uno degli europei più entusiasmanti ed incerti degli ultimi anni. Nonostante le assenze di molti Big, Eurobasket 2017 ha soddisfatto tutti gli appassionati della palla a spicchi, che hanno potuto ammirare giovani promesse e campioni spesso dimenticati.
Adesso è il momento di dare i voti alla manifestazione partendo dalle squadre che più di tutte hanno dimostrato il proprio valore.
Top Teams
1)Slovenia
Semplicemente la più forte di tutte. Partita come possibile outsider, la squadra di coach Igor Kokoskov ha letteralmente dominato la competizione, infliggendo pesanti sconfitte alle grandi favorite Francia e Spagna e conquistando dopo 25 anni la prima medaglia della storia della nazione. Nonostante il ritiro di Goran Dragic (di cui parleremo più avanti), per la piccola nazione, dopo anni di delusioni, si prospetta un futuro luminoso, un futuro che ha le sembianze di Luka Doncic.
2)Serbia
Senza Milos Teodosic, Nikola Kalinic e l’astro nascente Nikola Jokic, la Serbia sembrava esser destinata ad Europeo anonimo; coach Dordevic, invece, è riuscito ad impostare la squadra intorno al suo gioello più luminoso, il futuro NBA Bogdan Bogdanovic, sottomettendo gli avversari sotto l’aspetto fisico. In ciò è stato aiutato dalla presenza del “gigante” Boban Marjanovic che in molte partite, tra cui quella con l’Italia, è stato decisivo. Il quarto argento negli ultimi otto anni, dunque, ha un sapore decisamente dolce, dato che ha messo in mostra l’incredibile profondità del roster degli slavi, che sarà fondamentale nel nuovo folle calendario imposto dalla FIBA.
3) Spagna
Si chiude ad Istanbul una delle più belle e vincenti pagine della storia del Basket Mondiale, la grande generazione spagnola degli anni 2000. Guidati da un mai domo Pau Gasol, gli spagnoli hanno espresso un livello di Basket francamente irraggiungibile per chiunque a livello Europeo e si sono dovuti arrendere solamente alla voglia e alla freschezza della Slovenia. La nuova formula FIBA, che prevede gli europei ogni 4 anni, ha probabilmente posto fine all’esperienza di una generazione, la quale ha già visto l’addio di Juan Carlos Navarro, che negli ultimi 16 anni ha portato 4 ori, 4 argenti e 4 bronzi e che ha donato al mondo giocatori irripetibili. Adesso le furie rosse dovranno concentrarsi sui nuovi talenti, a partire dai fratelli Hernagomez e dal Alex Abrines, tutti e 3 già giocatori NBA.
Adesso è il momento di parlare delle grandi delusioni.
Flop Teams
1)Lituania
Era il loro anno. basterebbe questa semplice frase per capire l’entità della delusione scaturita dalla precoce eliminazione da Eurobasket della nazionale Lituana. Dopo due argenti consecutivi, tutti si aspettavano un eurobasket strepitoso da parte dei ragazzi di Adomaitis. E nella prima fase era avvenuto tutto ciò; tralasciando la sconfitta con la Georgia, infatti, tutta la squadra stava esprimendo un livello di Basket mostruoso e Jonas Valnciunas era semplicemente devastante sotto canestro. Per questi motivi la sconfitta con una nazioanle decisamente più debole come la Grecia è stata avvertita come la fine di una generazione che doveva spaccare il mondo e che si è, invece, sempre fermata ad un passo dalla gloria.
2)Francia
Per la Francia si potrebbero ripetere le stesse parole usate per descrivere la Serbia: Gobert e Batum out. A differenza degli slavi, però, coach Collet ha avuto a sua disposizione giocatori del calibro di Evan Fournier, Nando DeColo e Joffrey Lauvergne, per cui ci si aspettava un eurobasket comunque di livello. Il grande difetto dei transalpini è stato sicuramente la mancanza di un identità di squadra, che ha pesato sul gioco offensivo spesso lento e macchinoso, e soprattutto la mancanza di un leader; il ritiro di Tony Parker, infatti, ha lasciato un vuoto incolmabile nel roster francese e quello che doveva essere il suo erede tecnico e morale, vale a dire Fournier, ha giocato veramente male, prendendosi anche un’inutile espulsione nel tracollo con la Slovenia. La Francia adesso deve guardare al futuro e alla nuova generazione di talenti in rampa di lancio.
3)Croazia
Dalla Croazia ci aspettavamo decisamente molto di più di una squallida eliminazione agli ottavi di finale. Secondo il parere di molti, questo europeo doveva sancire l’inizio del nuovo ciclo croato fondato sul duo NBA composto da Bojan Bogdanovic e soprattutto Dario Saric. I due, piuttosto che elevare il livello dei compagni, si sono fatti trascinare dalla mediocrità dei compagni e nella prima partita da dentro fuori, quella contro la Russia, non sono stati in grado di tirar fuori il loro talento, perdendo un’importante occasione di ottenere finalmente una medaglia.
Adesso è il momento di classificare i Top Players, coloro che hanno deciso le sorti delle loro squadre
1)Goran Dragic (22.6 pts, 5.1 ast)
Leader indiscusso della Slovenia, il play dei Miami Heat è stato semplicemente superiore al resto dei colleghi. Fin dalla prima partita di questo eurobasket, infatti, ha preso in mano la sua nazionale, orchestrando la fase offensiva in maniera perfetta e risultando decisivo nei momenti fondamentali delle partite. Menzione a parte merita il clamoroso secondo quarto della finale in cui ha piazzato 20 punti. Semplicemente mostruoso.
2)Aleksei Shved (24.3 pts)
Europeo memorabile per l’ex promessa del basket russo. Dopo un carriera con pochi alti e molti bassi, Shved, in questo europeo, ha dimostrato al mondo tutto il suo talento, conducendo la Russia ad un inaspettato quarto posto e dimostrando di poter essere dominante anche contro i migliori. A trent’anni, forse, la guardia russa potrebbe avere ancora a disposizione l’ultimo treno per ergersi a super star europea.
3) Kristaps Porzingis (23.6 pts 5.9 rbs)
L’unicorno dei New York Knicks non ha tradito le attese; tutti si aspettavano un europeo dominante da parte del lettone che ha risposto come sa fare: segnando punti a raffica e risultando letteralmente immarcabile. Secondo alcuni, la sua Lettonia poteva ambire anche ad una medaglia, se non fosse per la Slovenia e per lo scarso supporto ricevuto, in particolare dai fratelli Bertans dai quali ci si aspettava di più. Nonostante ciò, questo europeo ha messo in mostra che Porzingis, al di fuori del mondo NBA, è praticamente immarcabile, e tra quattro anni non dovremmo stupirci se al posto della Slovenia la coppa sarà alzata da un’altra giovane e piccola nazione.
Oltre i tre sopracitati, è doveroso ricordare anche il leader della Serbia Bogdan Bogdanovic, che ha ribadito ancora una volta il suo status di super star europea, l’immortale Pau Gasol, divenuto miglior marcatore della storia degli europei, e Dennis Scrhoder, il quale ha raccolto più che degnamente il ruolo di leader della Germania del post Nowitzki.
Menzione a parte meritano le due stelline che sono definitivamente esplose in questo eurobasket: Luka Doncic e Lauri Markannen.
Il primo non ha bisogno di tante presentazioni, visto che da due anni è titolare in Eurolega nel Real Madrid; questo europeo, oltre a confermare la sua incredibile predisposizione ad essere un all-around player, ha messo in mossa le incredibili capacità di lettura delle situazioni di gioco che hanno riportato alla memoria le gesta di un altro grande cestista slavo, ossia Toni Kucoc.
Markannen, invece, è stata una ver e propria sorpresa. Scelto alla 7 nell’ultimo draft dai Chicago Bulls, molti consideravano il finlandese un talento ancora acerbo; le sue prestazioni, però, hanno fatto cambiare idea a molti, visto che si è rivelato un lungo moderno: agilità, gran trattamento di palla e tiro sublime sono i suoi biglietti da visita. L’unica pecca che gli si può riscontrare è la scarsa fisicità, che potrà creargli non pochi problemi nei primi mesi NBA, ma se riuscirà a nascondere questo difetto potete stare sicuri che sentiremo parlare a lungo di questo gigante nordico.
Con l’esplosione di questi giovani si chiude un’importante pagina del basket europeo, visto che adesso le competizioni continentali saranno disputate ogni quattro anni ed assumeranno, di conseguenza, un valore maggiore e diventeranno, si spera, una grossa attrattiva per tutte le future star del vecchio continente.
Francesco Merendino