I gusti alimentari sono scritti nei geni?

Fonte: ingegneriesolari.it

Ognuno di noi ha gusti ben diversi in ambito alimentare. Da cosa dipende la preferenza di un alimento rispetto a un altro?
Non tutti percepiscono i gusti nello stesso modo. C’è chi è goloso e chi no, chi lo è più di dolci, chi di salato, e così via.
Il nostro codice genetico determina, almeno in parte, le nostre abitudini alimentari. I geni infatti possono influenzare il nostro comportamento a tavola andando a incidere sulla quantità e la frequenza dei nostri pasti.



Il quinto senso

L’essere umano può distinguere i cinque sensi: dolce, salato, aspro, amaro e umami. Quest’ultimo permette di percepire i gusti saporiti e indica il sapore di glutammato, che è particolarmente presente nei cibi come la carne, il formaggio ed altri alimenti ricchi di proteine. Nell’uomo 25 geni della famiglia TAS2R codificano per i recettori dell’amaro e tre diversi recettori sono stati sinora identificati per il gusto dolce, chiamato dolce-umami (T1Rs).
Ci sono diverse versioni codificate dai geni TAS2R, che sono sensibili a migliaia di composti differenti. Come ad esempio il recettore TAS2R38, può cambiare la propria sensibilità del gusto amaro a causa di alcune varianti genetiche.



Il gene FTO e l’obesità

Per quanto riguarda l’obesità ci si domanda se esiste un gene. Se si parlasse di un “gene dell’obesità” questo è sicuramente il gene FTO, responsabile dell’aumento di peso. Il gene FTO si trova sul cromosoma 16 ed è espresso negli adipociti, nel pancreas e nell’ipotalamo il suo compito è quello di agire sulla sensazione sazietà. Una scoperta importante è invece legata alla natura di alcune sue varianti. Tra la popolazione si parla di come queste operino nei circuiti ormonali attivi. A livello cerebrale si occupa del controllo delle sensazioni di appetito e sazietà. Secondo gli studi condotti dai ricercatori del centro di ricerca sull’obesità dell’University College London, la presenza di una specifica variante del gene FTO, denominata rs9939609 A, agisce nella percezione della sazietà in modo minore dopo il consumo dei pasti.

 

Elena Cremonesi




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