Tra Honduras e Taiwan è guerra a colpi di gambero. L’interruzione dei rapporti diplomatici e commerciali con l’isola nazionalista mette a rischio il fruttifero export di crostacei del paese centramericano. 23.000 posti di lavoro a rischio. E tutto in nome di “una sola Cina”.
Il governo honduregno ha dato il suo pieno sostegno a Pechino nel rivendicare il principio di “una sola Cina” e rompe definitivamente i rapporti diplomatici e commerciali con Taiwan. Certo non è il primo ne sarà l’ultimo stato centroamericano a farlo, ma le ricadute sul piano economico sono pesanti e riguardano in particolare l’industria del gambero. Già messa sotto accusa per il devastante impatto ambientale, l’industria del gambero rischia ora di perdere il principale cliente.
23.000 i posti di lavoro a rischio.
Salvarli condannerà l’ambiente. Non salvarli condannerà il paese.
Lavoratori o ambiente. Chi andrà per primo sull’altare sacrificale?
“Una sola Cina”
“Una sola Cina” è la posizione politica per cui esisterebbe un solo Stato-nazione sotto il nome di “Cina”. In nome di questo principio non solo la Cina continentale, ma anche Hong Kong, Macao e Taiwan, farebbero parte di un’unica entità nazionale.
Proprio questa entità nazionale, secondo il governo cinese, sarebbe da ripristinare. Il presidente cinese Xi Jinping si è espresso più volte su questo tema suscitando la preoccupazione degli Stati Uniti, e le sue volontà riscontrano ora anche il favore delle Honduras.
Benvenuta Pechino, addio Taipei
Il governo del piccolo stato del centroamerica, guidato dal leader di sinistra Xiomara Castro, ha riconosciuto il principio “una sola Cina” interrompendo i rapporti diplomatici con Taiwan in favore di Pechino. La Cina continentale vanta ora un nuovo alleato, mentre Taiwan è sempre più isolata. Solo 13 paesi continuano ad intrattenere regolarmente rapporti ufficiali con lei.
Gamberi della discordia
Se le ricadute politiche di questa decisione sono ancora tutte da vedere quelle economiche sono invece chiare e drammatiche. Si sono presentate come un fulmine a ciel sereno, destabilizzando la già fragile economia del paese centroamericano. Il settore più colpito è quello dell’export di crostacei, gamberi per la precisione, già tristemente noto per il suo impatto ambientale.
Enormi piantagioni per le coltivazioni industriali dei piccoli crostacei destinati al commercio e consumo sorgono lungo tutta la costa del paese.
“Bloccano il flusso naturale dell’acqua”
sostiene il biologo Victor Bocanegra
“ causando mareggiate che sommergono le piccole comunità”.
Non solo
Per far spazio alle colture di gamberetti si sono distrutti ettari di mangrovie, piante fondamentali per prevenire l’erosione delle coste.
I locali hanno paura, ma il governo sembra non ascoltare. Forse perché l’export di crostacei rappresenta un’entrata importante per il piccolo stato del centroamerica. E se Dina Morel, direttrice dell’organizzazione di conservazione marina Coddeffagolf, sostiene che l’industria dei gamberetti uccida la pesca locale minacciando l’esistenza delle piccole comunità, essa senz’altro rappresenta un’opportunità di lavoro per tutti quanti sono attualmente impegnati nel settore della pesca industriale.
Proprio queste persone sono ora a rischio licenziamento a causa dei cessati rapporti diplomatici e commerciali con Taiwan.
Crisi economica, ambientale e sociale
Non sono solo i grandi supermercati statunitensi e inglesi come Waitrose, Sainsbury’s e Marks & Spencer a richiedere i gamberetti centroamericani.
L’isola nazionalista di Taiwan importa dalle Honduras un terzo della produzione per un valore di 100 milioni di dollari. Ora che il quadro politico è mutato, le Honduras dovranno rivedere il loro export cercando di favorire il più possibile il nuovo alleato cinese. Alleato che però non sembra intenzionato a pagare i gamberetti importati tanto quanto Taiwan.
“A Taiwan i nostri gamberi vengono venduti ad un prezzo quasi doppio rispetto alla Cina”
spiega Yader Rodriguez, uno dei leader del settore
“perdere il mercato di Taiwan è un duro colpo per le Honduras”
Il settore copre 23.000 posti di lavoro tra aziende agricole e fabbriche di imballaggio e spedizione. Un numero che aumenta se contiamo anche gli indotti.
E’ per questo che l’Associazione nazionale degli allevatori honduregnani ha espresso a gran voce il timore che il commercio con Taiwan si fermi e chiede che il governo scriva una lettera a Taiwan per chiedere la continuazione almeno dei rapporti commerciali.
Governo che sembra ascoltare e che si mostra aperto a cercare soluzioni
ha detto Juan Carlos Javier, presidente dell’Associazione.
E non è sciocco credere che lo farà. L’export di crostacei è un settore fiorente dell’economia honduregna. Molto più della pesca locale.
Agnello di dio denaro
Via, dunque, le mangrovie e poco importa se le comunità locali annegano. Ciò che conta è che il governo di castro ascolti le grida degli allevatori: solo così si eviterà la crisi economica. 23.00 posti di lavoro saranno salvi e chissà che non si riesca a produrre un fatturato miliardario come quello dello scorso anno.
Peccato che tutto questo richieda un agnello sacrificale.