I funerali di Navalny, avvenuti nella giornata di ieri 1 marzo, rappresentano un capitolo carico di tensioni nella storia russa recente. La morte di Alexei Navalny, avvenuta lo scorso 16 febbraio, ha scatenato una serie di eventi culminati nei funerali che hanno visto decine di arresti e una sicurezza intensificata. Questo momento delicato mette in evidenza le crescenti tensioni politiche, le sfide alla libertà di espressione e le complesse dinamiche sociali che definiscono il panorama russo contemporaneo. Dietro i funerali di Navalvy e i conseguenti arresti durante l’evento, chiara è la situazione di repressione in cui la Russia si trova, sopratutto con il dilungarsi della guerra in Ucraina.
Arresti durante i funerali di Navalny
Decine di arresti hanno scosso la Russia durante i funerali di Navalny, l’oppositore politico morto il 16 febbraio. Un gruppo di monitoraggio dei diritti, l’OVD-Info, ha segnalato che gli arresti sono avvenuti in 14 città, con il maggior numero registrato a Novosibirsk, compreso un deputato locale, e almeno sei a Mosca.
Il Cremlino e portavoce di Putin, Dmitry Peskov, hanno subito espresso contrarietà e moniti di interventi delle forze dell’ordine. Gli arresti effettuati ieri sono stati infatti dovuti alla manifestazione “non autorizzata”, cioè i funerali di Navalny, e che quindi era dichiarata non conforme alla legge russa. Il Cremlino, accompagnando questa nota di minaccia, ha anche espresso la sua indifferenza nei confronti di Navalny e della sua famiglia, dichiarando di non “aver nulla da dire”.
Preoccupazioni e manipolazioni del governo russo
Le autorità russe inizialmente esitavano a consegnare il corpo di Navalny alla famiglia, citando la necessità di aspettare risultati degli esami. La scelta di Maryno, un distretto dormitorio lontano dal centro di Mosca, per i funerali ha sollevato preoccupazioni. La tattica di posticipare la consegna del corpo e le misure di sicurezza durante la cerimonia riflettono la preoccupazione del governo russo per possibili proteste in vista delle elezioni.
Poco prima della cerimonia infatti, i familiari della vittima politica avevano diffuso la notizia del ritardo sui social: nonostante fossero arrivati in tempo all’obitorio, il corpo non era ancora stato rilasciato e, per questo, si prospettavano dei ritardi. Questo è stato un altro monito da parte del governo russo, tra la paura della massa di protesta e la necessità di Putin di rimanere al governo.
Un funerale inaspettato
Il funerale di Navalny era inizialmente improbabile, con le autorità che cercavano di ritardare il processo. La ricerca di una sala adatta e la mancanza di disponibilità dei carri funebri a Mosca hanno evidenziato il disagio del governo riguardo a questo evento. La scelta di effettuare la cerimonia a Maryno, abbastanza distante dal centro, sembrava un tentativo di limitare l’impatto e la visibilità del funerale.
I funerali di Navalny si sono celebrati nella chiesa dell’Icona della Madre di Dio e hanno accolto più di 3 mila persone che gridavano tutte insieme il nome del dissidente ucciso lo scorso febbraio. Tanti i mazzi di fiori lanciati, mentre si urlava “Russia libera”, “Stop alla guerra” e “Assassini” – ovviamente in riferimento al Cremlino.
La cerimonia è stata seguita anche con una diretta sui social network, con tanti commenti e messaggi di solidarietà in risposta ai video della bara che stava scendendo verso la sua tomba. “L’amore è più forte della morte” era uno degli slogan di resistenza e solidarietà per una famiglia che, ancora in piedi, lotterà per la giustizia di Alexei Navalny.
La presenza occidentale ai funerali di Navalny
La presenza di diplomatici occidentali, tra cui Pietro Sferra Carini dell’ambasciata italiana, ha aggiunto tensione. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, aveva avvertito delle possibili sanzioni contro i partecipanti a manifestazioni non autorizzate durante i funerali. Questo ha evidenziato le tensioni tra la Russia e gli attori internazionali in relazione al caso Navalny.
Molti degli ambasciatori occidentali non sono potuti entrare nella chiesa: tra questi, c’erano i rappresentanti dell’Italia, Francia, USA, Germania, Inghilterra che hanno tutti insieme ricordato chi fosse Alexei Navalny e la sua lotta contro la “brutalità del regime russo e della sua corruzione”.
A prendere parola per l’Italia, oltre a Sferra Carini, è stato anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri. La sua vicinanza ai funerali di Navalny è stata espressa come un messaggio nel nome della libertà di espressione, della democrazia e dei diritti umani.
Il contesto politico
Il caso Navalny rappresenta un momento critico nella storia recente della Russia. La crescente repressione e la limitazione delle libertà civili si scontrano con la figura carismatica di Navalny, diventato simbolo di opposizione. La morte e i funerali di Navalny diventano un punto di svolta, evidenziando le sfide della società civile in un contesto politico sempre più restrittivo.
La bassa partecipazione rispetto alla presenza delle migliaia di solidali, alla cerimonia funebre indica il clima di tensione e paura. La censura governativa ha limitato la capacità di opposizione individuale, con arresti di coloro che hanno cercato di esprimere dissenso. Gli slogan contro l’invasione in Ucraina durante i funerali hanno portato a ulteriori arresti, mostrando la crescente difficoltà di esprimere opinioni indipendenti in Russia.
Secondo alcune testimonianze di amici e solidali presenti ai funerali di Navalny, si è parlato di una presenza massiccia e quanto mai esagerata di forze di polizia. Uno degli amici del dissidente politico ha affermato in un’intervista alla BBC che sembrava quasi “stesse per iniziare una rivoluzione”. L’unica volontà della famiglia e delle persone era quella di dare l’ultimo addio e bacio ad una persona vicina e simbolica, senza accenni a rivolte o rivoluzioni.
Pressioni internazionali
Il governo russo affronta crescenti pressioni internazionali a seguito delle accuse di coinvolgimento nella morte di Navalny. Gli arresti durante i funerali sollevano interrogativi sulla libertà di espressione e di assemblea in Russia, attirando l’attenzione della comunità internazionale sulle sfide ai diritti umani nel paese. I funerali di Navalny sono stati quindi un grande e infinito addio ad un oppositore, ma sopratutto un momento critico che riflette le dinamiche politiche e sociali complesse della Russia contemporanea.
La dissidenza è un valore che costa troppo, in Russia come in altri Paesi del mondo.
Come dichiarano molti esponenti politici e del mondo della cultura …. la democrazia non è diritto acquisito, ma un bene da difendere giorno per giorno.
La conquista della libertà di opinione è un diritto che ha un prezzo altissimo.
Lo sanno bene tutti i popoli che hanno combattuto contro regimi totalitari o occupazioni dittatoriali.
Nulla è scontato in tema di diritti ! Ciò che sembra acquisito per sempre è sempre a rischio.
Combattere per ogni tipo di libertà è un dovere per tutte le generazioni.
Il prezzo della dissidenza … e il valore della democrazia.
Meditare …. perché nulla, in tema di diritti, è da considerare scontato, in nessuna parte del mondo …