L’organizzazione “Refugees in Libya”, tramite la rete di parenti e conoscenti, ha condiviso i filmati di due ragazze del Tigrai e un giovane adolescente che subiscono violenze e torture nei campi profughi in Libia dai trafficanti di esseri umani.
Questo caso in particolare
In questi giorni sono usciti dei filmati condivisi dalle reti parentali e di conoscenti, aiutati da “Refugees in Libya”, di due ragazze provenienti dal Tigrai e un giovane adolescente mentre subiscono torture nei campi profughi in Libia. Il 2 novembre sarebbero stati girati i video delle due ragazze e tre giorni prima il video del minorenne.
La prima ragazza è Luam Addis Beyene, proveniente da un centro abitato nella regione del Tigrai, in Etiopia. Scappata dal conflitto con l’Eritrea come altri migliaia di ragazzi. A chi l’ascolta prova a raccontare
Abbiamo pagato 8.000 dollari per arrivare in Libia, ma siamo stati catturati dai ladri sulla strada per il mare e ci hanno messo in un magazzino a Bani Walid per la seconda volta e ora stiamo soffrendo di fame e bastonate notte e giorno. Per favore, fratelli e sorelle, questi 12.000 dollari che ci hanno detto di pagare sono al di là delle nostre possibilità
Poco dopo a subire le torture è stata Mercy Zeru Debas, anche lei spogliata e bastonata. Poi c’è il ragazzo minorenne Kidaneh Zemichael Kidane, che viene ripreso dal suo torturatore prima di essere picchiato, indossando una croce di legno, simbolo dei cristiani del Corno d’Africa. Il ragazzo parlando in dialetto e chiedendo pietà indica la presa elettrica per far capire le violenze subite e quelle in corso.
Tutti e tre si trovano nella zona di Bani Walid, trattenuti da organizzazioni di trafficanti di esseri umani in Libia. Le immagini delle torture di questi ragazzi sono sconvolgenti, si vedono le ragazze che vengono spogliate e picchiate ripetutamente alla schiena con un tubo di gomma pesante. Il peggio è che non si sa cosà accadrà loro nei prossimi giorni.
Le torture nei campi profughi in Libia
Non è la prima volta che ci arriva la notizia di profughi che subiscono violenze e torture nei campi profughi in Libia dai trafficanti di esseri umani che chiedono denaro come riscatto.
In particolare, l’Ufficio dell’Onu per i diritti umani aveva già indicato la zona di Bani Walid, e diverse prigioni di migranti, come “Centri di detenzione della Direzione per la lotta all’immigrazione illegale” del governo di Tripoli. Denunciando come ci siano ragionevoli motivi per ritenere che i migranti siano in condizione di schiavitù e che subiscano torture e violenze.
Infatti l’area di Bani Walid ufficialmente è sotto il controllo del Ministero della Difesa, ma i trafficanti di uomini si macchiano di violenti crimini e continuano le torture nei campi profughi in Libia, grazie alle coperture e alle connessioni con l’autorità centrale.
Nonostante le continue denunce e filmati che provengono dalla Libia, nulla è cambiato. Gli attivisti di “Refugees in Libya” hanno trasmesso i filmati alla polizia e hanno contattato le autorità di Tripoli affinché soccorrano i profughi torturati. Come dichiarato da loro stessi però
Fino ad ora nessuno ci ha risposto
La speranza è che qualcuno risponda e che questi tre ragazzi, come altri migliaia, possano essere soccorsi. E’ difficile restare indifferenti davanti a questi filmati, ma evidentemente qualcuno ci riesce.