I discorsi di Trump sul Covid sono pieni di elogi e attacchi, dice il New York Times

Recentemente, è stato pubblicato da Ediciclo un pamphlet di Daniele Cassandro, Siamo in Guerra! Il coronavirus e le sue metafore. Il giornalista – tra le altre penna di Internazionale – ha spiegato l’inutilità e la pericolosità della metafora bellica durante il Coronavirus. Ha specificato come un determinato vocabolario renda più facile da gestire la popolazione, sostanzialmente timorata dall’annuncio di una situazione bellica. E fra le sue citazioni, oltre quelle di Macron – il “Siamo in Guerra” ai francesi del 25 marzo – non poteva mancare Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti è stata (ancora una volta) una delle figure mediatiche più ambigue, e ieri, il New York Times ha scritto un pezzo in cui venivano analizzati i discorsi di Trump.

Tre firme prestigiose del quotidiano americano hanno analizzato più di 260’000 parole utilizzate da The Donald durante i suoi discorsi pubblici. Jeremy W. PetersElaina Plott

donald trump new york times

I discorsi di Trump hanno tanti riferimenti, fra cui il suo lavoro

Il lungo articolo spiega la retorica del presidente attraverso grafiche e sottolineature interattive. Essenzialmente, i concetti chiave reiterati in pubblico da Trump sono autoesaltazione, esagerazioni, falsità, ringraziamenti e colpevolizzazioni dei cittadini.  Alcune frasi estratte dalla sua ars retorica di questi giorni sono diventate emblemi della sua strategia di colpevolizzazione.  Sono state contati 360 riconoscimenti pubblici ad altri, ma anche citazioni di colpa per 110 occasioni. E soprattutto, le auto-congratulazioni raggiungono quota 660 episodi.  Ma se in Italia ci si è lamentati dell’attacco pubblico di Conte all’opposizione, nei suoi discorsi pubblici, Trump è stato molto più trasversale nelle sue accuse.

Onestamente, molti di loro non avevano fatto bene il loro lavoro. 

(Trump sui governatori dei singoli stati)

Ho imposto un blocco alla Cina. Pensavate fosse facile?

(Trump sul ban all’ingresso di cittadini e merci cinesi)

Ho ereditato questa amministrazione, e avevamo gli “armadi spogli”. Proprio come non avevamo munizioni, così non abbiamo trovato sufficiente materiale medico, non avevamo sufficienti ventilatori, non avevamo molte cose che ci sarebbero dovute essere. 

(Trump sulla situazione delle risorse mediche degli Stati Uniti, facendo riferimento alla precedente governo democratico guidato da Barack Obama

Trump ha attaccato molte volte i democratici, e specialmente, ha additato più di tutti Barack Obama. Ma proprio nelle accuse, come nella frase sopra riportata, si rivela tutta la fallacia delle tesi del capo dei repubblicani. Gli stessi autori del pezzo del NYT spiegano che, in realtà, non è assolutamente vero che gli Stati Uniti sono carenti di ventilatori nel surplus federale d’emergenza. Inoltre, i tre giornalisti scrivono che in totale sono state contate 130 falsità dichiarate dal presidente durante i discorsi pubblici.

Unità e compassione. Ma prima l’immagine

Appunto, il presidente ha fatto più volte riferimento anche all’unità nazionale e allo spirito patriottico. Ed è stato proprio in questi casi che Trump ha scelto una terminologia bellica per parlare degli sforzi dei suoi concittadini. Ma per quanto Trump abbia lodato il senso d’unione degli americani, allo stesso modo ha insistito anche sugli errori commessi dalla popolazione e dai governatori. Questo perché oltre loro c’era sempre lui, e la sua strategia era quella di promuovere se stesso anche durante il virus. Gli sforzi degli americani, in pratica, per Trump sono esistiti ma solo in un contesto di inferiorità rispetto al suo intervento. Trump ha esaltato il suo lavoro e promosso tesi riduzionistiche circa l’espansione del covid, e questo perché lui, da tycoon del marketing, sente la necessità di trasmettere solo buone notizie. Ed è così che si è arrivati a clamorose  conclusioni  durante le sue conferenze stampa. Questa, ad esempio, è del 28 febbraio.

“Nel nostro enorme Paese ci sono soltanto 15 contagiati, avremmo potuto avere molti più casi, ma stiamo lavorando molto bene. Il nostro Paese sta facendo un grande lavoro. «35mila persone muoiono ogni anno di influenza. Lo sapevate? Finora non abbiamo perso nessun per il coronavirus negli Stati Uniti. Ora i democratici stanno politicizzando il coronavirus… è l’ultima loro bufala”

L’incapacità di entrare in contatto con la realtà umana, secondo il NYT, sembra essere la mancanza più sconfortante dei discorsi di Trump.

 

 Riccardo Belardinelli

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