Lei è Whitney Bell e sono io, è mia sorella, è mia madre, è la mia migliore amica, è mia nipote. Indipendentemente dall’età, agli occhi di un uomo, è una donna e se è una donna non può non trovare interessante la visione di membri maschili e non può non provarne piacere. E cosa importa se non conosce l’uomo che le invia la foto del suo pene? Non le viene neanche chiesto: la si invia e basta, la si molesta e basta.
Perché un uomo lo può fare: il pene è simbolo di virilità, di potere e di autorità; una donna, invece, in un modo o nell’altro, è vittima: se non è una poco di buono che invia foto che ritraggono le sue parti intime, è una donna paccaminosa che non vede l’ora di vedere quelle del suo corrispondente.
Lei è Whitney Bell ed è tutte le donne che si sono ritrovate davanti a foto di peni orgogliosi ed è tutte le donne che dicono “basta”. Ogni donna, però, lo fa a modo suo… Whitney lo ha fatto da artista, incorniciando tutte le foto di membri che le sono giunte ed organizzandole in una mostra.
“I didn’t Ask for This: A Lifetime of Dick Pick”, è il titolo della mostra che l’artista ha allestito in una galleria d’arte a Los Angeles, creando il clima della sua stanza affinché le 200 foto appese rendessero l’idea dell’invasione e dell’arroganza che le donne sibiscono ogni volta che ricevono foto simili. L’iniziativa può essere interpretata da diversi punti di vista. Quello più lucido vede uomini vittime del mito della virilità che richiede, che pretende l’imposizione del proprio sesso e del proprio membro per far vedere di essere uomini, uomini veri; e vede donne vittime di questo bisogno dell’uomo e vittime di domande e richieste e supposizioni indiscrete se non oscene.
Come diceva Sartre: “Ogni parola ha le sue conseguenza. Ed anche ogni silenzio” , anche ogni foto, aggiungiamo noi. Noi donne che dobbiamo fare attenzione, sempre. Perché se siamo adolescenti, dobbiamo essere addomesticate e se siamo adulte dobbiamo essere graziate da immagini che creano piacere più a chi le invia e non a chi le riceve. Noi donne che se scriviamo racconti a sfondo erotico, ovviamente, non vediamo l’ora di incontrare il macho dell’anno e di ammirare il pene più meritevole del secolo. Noi donne che non possiamo sentirci libere di dire, di scherzare senza sentirci chiedere da quanto tempo non facciamo del sesso, quale posizione preferiamo a letto e senza essere invitate ad inviare foto che ci ritraggono nude e senza essere destinatarie di foto simili pur non avendole richieste. E queste non solo molestie?
Complimenti a Whitney Bell per aver riscattato le tante donne che non avevano alcuna voglia di vedere il pene di un uomo sconosciuto. Complimenti a Whitney Bell e alla sua intelligente ed artistica idea: in fondo, cari uomini dal membro importante, era questo che volevate, giusto? Essere visti, ammirati e sentirvi appagati da occhi femminili, come se il vostro pene fosse l’unico al mondo…
Eccovi serviti: una mostra tutta per voi. A noi, a noi resta la libertà di guardarvi e quella di passare oltre: perché, sappiate, la virilità è passata di moda. Se mai lo è stata.
Deborah Biasco