I circoli del Partito Democratico sono sempre meno: la crisi della territorialità

Circoli del Partito Democratico

Dal 2016 al 2022 il numero dei circoli del Partito Democratico sul territorio si è abbassato di oltre mille unità. La presenza sul territorio del primo partito di opposizione è drasticamente diminuita: tra le cause ci sono difficoltà economiche e scarsa partecipazione. Nuova tendenza con Schlein?

In assenza di dati ufficiali sul numero di circoli attivi del PD, irreperibili anche sul sito ufficiale del partito, l’attuale presidente della Commissione Nazionale per il Congresso del Partito Democratico Silvia Roggiani ne ha forniti alcuni. Sembrerebbe che da 6.400 circoli attivi sul territorio nel 2016 si sia passati a 5.123 nel 2022. Più di 200 circoli chiusi all’anno, più di uno ogni due giorni.

Negli ultimi anni, però, il Partito Democratico ha iniziato ad aprire due nuove tipologie di circoli: circoli online e i “Punti PD”, che sono circoli senza una sede fisica sul territorio che raccolgono iscrizioni da tutto il Paese. Questi non hanno spazio, tuttavia, nel conteggio dei circoli reso disponibile da Roggiani.

La presenza sul territorio, la territorialità, da sempre caposaldo del Partito Democratico, è drasticamente diminuita in tutta Italia. Molti circoli hanno chiuso per mancanza di fondi, altri per la scarsa o nulla partecipazione. Altri ancora sono rimasti attivi ma con una partecipazione perlopiù anziana, che si perderà nel futuro prossimo per forza di cose.

In calo anche il numero di iscritti, ma con parvenze di ripresa

Dal 2007, anno della sua fondazione, nel corso del tempo il Partito Democratico ha visto il numero dei suoi iscritti decrescere abbastanza rapidamente:

A partire dal 2022 per la prima volta il tesseramento poteva essere effettuato attraverso una piattaforma online oltre che con il metodo tradizionale, quello cartaceo, ma non ha invertito il trend. Dal Nazareno, comunque, dicono che quest’anno c’è stata una corsa a tesserarsi e che la piattaforma online è stata presa d’assalto, con conseguenti ritardi nell’elaborazione dei dati. Le proiezioni non sono buone quest’anno: si conta di arrivare ai 200mila iscritti.

Altro punto cruciale che vede la diminuzione della partecipazione è il numero dei votanti alle primarie del partito. Quasi un milione e 100mila nella sfida tra Bonaccini e Schlein, contro i tre milioni e mezzo del 2007.

Il caso di uno dei circoli del Partito Democratico: San Lorenzo a Roma

Dopo la Vittoria di Schlein c’è entusiasmo, e questa è una differenza rispetto agli anni in cui dovevamo rincorrere gli elettori per convincerli a tesserarsi, però ora la gente viene a chiedermi di iscriversi al partito e io non ho un posto dove accoglierli.

Queste le parole di Marco Giordano, segretario del circolo del Partito Democratico nel quartiere di San Lorenzo a Roma. L’anno scorso questa storica sezione ha dovuto chiudere dopo sessant’anni di attività perché non aveva i fondi per potersi permettere la rata di affitto dello stabile in cui era ubicato.

Tutti questi dirigenti dicono che bisogna tornare al territorio, però poi i circoli li chiudono, anziché aprirli. E come fai a stare sul territorio se non hai un circolo, una casa?

E ancora:

Che cosa vuole fare il partito con i circoli come il mio? Se crediamo che la territorialità sia un valore del PD allora la dirigenza nazionale deve mettere mano al tema.

In un triennio, Giordano è riuscito a triplicare quasi il numero di iscritti, da 33 a 85. Questo non ha comunque evitato la chiusura della sezione.

Effetto Schlein

Il percorso del Partito Democratico ha consolidato l’immagine di un partito di potere, sempre pronto a rispondere ai voleri della classe dominante italiana e internazionale. Un partito incapace di vedere le crisi sociali in cui sono incappati milioni di persone delle classi con i redditi più basse, senza neppure rivolgersi ai giovani.

Nella sua campagna per le elezioni primarie Elly Schlein ha toccato i temi classici della sinistra riformista quali il salario minimo, la lotta alle disuguaglianze e alla precarietà, difesa della sanità pubblica, diritti civili e via dicendo. Ha invitato a rivolgersi alla popolazioni più povera, ricordando che l’astensionismo riguarda principalmente quella fascia.

Da quando Schlein è stata eletta segretaria nazionale del Partito Democratico c’è un trend positivo sia per sulle proiezioni elettorali (che oggi si assestano al 19,8% secondo i sondaggi di SWG per il tg La7), sia sul numero di iscritti al partito, come ha ricordato anche Marco Giordano. Sarà un fuoco di paglia o davvero il Partito Democratico sarà capace di reinventarsi, fondandosi sui grandi temi classici della sinistra e tornando a fare politica sul territorio?

Alessandro Rossi

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