I centenari periscono davvero “di vecchiaia”? Solo in rari casi è così

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Centenari, quali sono le vere cause di morte

L’obiettivo dello studio condotto da Andrea Berzlanovich e Wolfgang Keil è stato quello di valutare la prevalenza delle cause comuni di morte e le variabili demografiche in una popolazione selezionata di centenari.

L’Italia, insieme alla Francia, detiene il record del numero di ultracentenari.

Al 1° gennaio 2019 i centenari residenti in Italia sono 14.456 (di cui 84% donne). Tuttavia, nessuno è nato nel XIX secolo: in pratica si sono estinte tutte le coorti dal 1896 al 1903.

Appare dunque evidente come uno studio riguardante le cause di morte dei nostri anziani sia quantomeno utile, se non necessario.

Come è stato svolto lo studio sui centenari

42.398 autopsie hanno raccolto referti autoptici e le storie mediche di tutti gli individui centenari, morti inaspettatamente al di fuori dell’ospedale.

Queste hanno avuto luogo per un periodo di 18 anni presso l’Istituto di Medicina Forense di Vienna. I registri sono stati valutati per quanto riguarda l’età e il sesso, le circostanze di morte, la stagione, il tempo e la causa della morte, così come la presenza di qualsiasi altra comorbidità.

Risultati dello studio

Quaranta centenari (11 uomini, 29 donne) avevano un’età media di 102 anni. Nel 60%, i parenti li avevano giudicati sani prima della loro morte.

Tuttavia, 100% dei centenari hanno riscontrato un’insufficienza organica acuta che causa la morte.




Tra esse, sono comprese le malattie cardiovascolari nel 68%, le malattie respiratorie nel 25%, i disturbi gastrointestinali nel 5% e le malattie cerebrovascolari nel 2%.

Inoltre, i centenari soffrivano di diverse comorbidità (antecedenti cardiaci, disturbi neurologici, malattie del fegato, colecistitiasi), che non hanno preso considerazione come causa della morte.

Questo vuol dire che spesso, quando pensiamo agli anziani centenari, solo raramente dovremmo immaginarli come persone energiche e in salute. Magari il centenario giudicato come sano da un parente perché arzillo e pimpante, in realtà potrebbe presentare un leggero sovrappeso, o livelli aterosclerotici ematici non diagnosticati, e così via.

Questi risultati, considerati con errore accettabili, sommandosi l’un l’altro, comportano poi la morte dei centenari.

Conclusioni

I centenari, sebbene percepiti come sani poco prima della morte, soccombevano alle malattie nel 100% dei casi esaminati.

Non sono morti solo “di vecchiaia”. La diagnosi di morte 100% post mortem a causa di un’insufficienza organica acuta giustifica l’autopsia come requisito legale per questa fascia di età clinicamente difficile.

Agostino Fernicola

 

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