Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The Lancet conferma quello che noi italiani pensavamo già: i carboidrati non uccidono, consumati in maniera moderata sono una valida parte di una dieta varia, non un veleno da eliminare come alcune diete oggi di moda suggeriscono.
Non entrerò nello specifico tecnico dello studio (partecipanti, modalità, etc.) basterà dire che si tratta di un grande studio che si basa sia su uno studio di coorte (in poche parole seguire per lungo tempo un campione di persone sane analizzando i fattori di rischio) che su una meta analisi di studi precedenti.
Schematicamente il risultato è stato che l’assunzione di carboidrati ha un’associazione a U con la mortalità, vale a dire che la mortalità (cioè un’aspettativa di vita più breve) è più alta sia con un basso consumo di carboidrati che con un alto consumo, mentre è più bassa con un’assunzione media. Stiamo parlando, per dare qualche cifra, rispettivamente di: una dieta con meno del 40% di calorie giornaliere da carboidrati, più del 70% o 50-55%.
A onor del vero bisogna spezzare in questo caso una lancia a favore degli amici vegetariani (e chi vi scrive non lo è affatto) perché i risultati peggiori in caso di bassa assunzione di carboidrati la danno quelle diete (di moda negli USA e in Europa) che sostituiscono i grassi vegetali dei carboidrati con grassi animali, anche se mi viene da pensare: se elimino la carne e tengo bassi i carboidrati con che dovrei nutrirmi? Non mi interessa più di tanto la quantificazione di questa minore o maggiore longevità (la dieta con consumo di carboidrati moderato quattro anni di vita in più rispetto a quella con consumo basso e un anno rispetto a quella con consumo troppo alto) perché gli stessi ricercatori ammettono che normalmente una persona in 25/30 anni varia le abitudini alimentari molto più di quanto faccia nella finestra del loro studio (sei anni con una rilevazione all’inizio e una alla fine). Quindi la quantificazione va presa con le molle, l’importante è la tendenza che conferma che è stupido demonizzare i carboidrati (purché, come sempre, non si ecceda) perché comunque i grassi da qualche parte li dobbiamo assumere. Lo studio evidenzia come tutte le popolazione mondiali abbiano qualcosa da correggere, ad esempio se in alcune diete in voga in Europa siamo a un consumo di carboidrati sotto al 50% e quindi, tranne nel caso di vegetariani e vegani, probabilmente assumiamo troppe proteine e grassi animali, anche in Asia con la loro dieta ricchissima in carboidrati (più del 60%) abbiamo una dieta non salutare, anche perché si tratta di carboidrati raffinati e un’assunzione così alta di carboidrati raffinati, per dirne una, alza a livelli pericolosi il tasso glicemico.
Roberto Todini