Di Clara Campi
Ontario, Canada, 29 giugno 1991.
Nel lago Gibson vengono ritrovati otto blocchi di cemento contenenti i resti della quattordicenne Leslie Mahaffy, scomparsa da due settimane.
Nel frattempo, una giovane coppia si sta sposando con una cerimonia sfarzosa, con tanto di carrozza trainata da cavalli e abito da sposa ispirato a quello di Diana Spencer.
Sono giovani e belli, assomigliano a Barbie e Ken.
E sono i responsabili di quell’orrendo delitto.
Paul Bernardo, nato a Scarborough, Ontario, nel 1964, è un ragazzo dal sorriso smagliante, un lavoro nella finanza, aspirazioni da rapper e una passione per le aggressioni sessuali.
I giornali della zona, senza conoscerne l’identità, lo ribattezzano lo stupratore di Scarborough.
Una sera, nel 1987, incontra Karla Homolka nel bar di un hotel ed è amore a prima vista, nonostante lei abbia soltanto 17 anni.
I due iniziano una relazione e Paul viene accolto a braccia aperte dalla famiglia Homolka, che inizia ad ospitarlo regolarmente nella loro casa di Saint Catharines, a circa un’ora di distanza da Scarborough.
Non si sa esattamente quando Karla viene a conoscenza delle attività notturne di Paul, ma in ogni caso questo non sarà mai un problema per lei: ossessionata dal suo fidanzato, ritiene più che giusto che lui si prenda tutto quello che vuole, finché lui non inizia a volere Tammy, la sorella minore di Karla.
Infastidito dal fatto che Karla non fosse vergine al momento del loro incontro, Paul inizia a pressarla perché lei gli dia accesso a quella della sorella, come “risarcimento” (di che?).
Karla all’inizio prende tempo ma poi, nel 1990, decide di “donare” Tammy a Paul come regalo di Natale.
La notte del 23 dicembre, quando il resto della famiglia è già a letto, Paul e Karla fanno ubriacare Tammy e le mettono dei sonniferi nei drink.
Quando si addormenta, Karla prende dell’alotano liquido, un anestetizzante che aveva rubato dalla clinica veterinaria dove lavora, lo mette su un panno e lo preme sulla bocca di Tammy.
Poi prendono la videocamera e filmano l’aggressione che perpetrano entrambi ai danni della quindicenne, almeno finché, ancora svenuta, non inizia a vomitare.
I due chiamano i soccorsi, ma non prima di aver ripulito e rivestito la ragazza, che purtroppo muore in ospedale.
Paul è sconvolto e arrabbiato con Karla, cui addossa tutte le colpe del decesso della sorella.
Per qualche inspiegabile ragione, sul corpo di Tammy non viene fatta un’autopsia completa e la polizia prende per buona la versione di Paul e Karla: Tammy ha bevuto troppo ed è finita in coma etilico, le bruciature che ha sul viso, in realtà causate dall’alotano, vengono considerate causate dal vomito (come possano delle persone adulte pensare che il vomito possa bruciare la pelle, non è dato sapere).
Nello stesso periodo, una giovane di Scarborough, vittima di stupro, riesce a fornire un identikit accurato del suo aggressore ai detective.
L’identikit somiglia talmente tanto a Paul che diversi suoi amici e colleghi chiamano per denunciarlo.
Interrogato, offre spontaneamente il suo DNA alla polizia, dichiarandosi totalmente estraneo ai fatti.
La polizia gli crede. Dopotutto, come può essere colpevole qualcuno che offre il suo DNA? E, poi, è del tutto evidente che un così bel ragazzo non ha nessun bisogno di stuprare.
Ci vorranno più di due anni prima che quel DNA venga analizzato.
Nel frattempo, Paul e Karla hanno trovato un hobby condiviso: portare a casa ragazze adolescenti da drogare e stuprare mentre svenute.
Ad un paio di settimane dal matrimonio, Paul incontra, in piena notte, Leslie Mahaffy e, con la scusa di offrirle una sigaretta, la rapisce e la porta a casa.
La mattina dopo, Karla si arrabbia tantissimo: non perché Paul ha una ragazza legata e svenuta in soggiorno, ma perché vede due bicchieri di cristallo sul tavolo.
Bicchieri che erano stati acquistati per il loro matrimonio e non certo per offrire da bere alle sconosciute. Infuriata, se la prende con la ragazza, torturandola fisicamente e psicologicamente.
Non si sa quanti giorni Leslie rimarrà in quella casa, né in che modo è morta: Karla sostiene che Paul l’abbia strangolata, Paul che Karla l’abbia drogata troppo.
Sta di fatto che il suo cadavere viene smembrato, ricoperto di cemento e buttato nel lago.
Pochi giorni dopo, Paul e Karla si sposano e volano alle Hawaii per la luna di miele.
Verranno a sapere del ritrovamento del corpo di Leslie soltanto una volta tornati in Canada, ma la cosa non li ferma: meno di un anno dopo la stessa terribile sorte capiterà ad un’altra ragazza, Kristen French.
Mentre gli investigatori cercano di capire se i due omicidi siano collegati o meno, Paul e Karla continuano imperterriti a frequentare ragazze più giovani di loro.
La loro ultima frequentazione si chiama Norma, che però presto inizia a rendersi conto che Paul e Karla hanno atteggiamenti un po’ troppo strani; quando Paul scopre che Norma ha un ragazzo, fa una scenata di gelosia che la spinge a smettere di frequentarli.
Paul se la prende con Karla e la picchia violentemente, come mai aveva fatto nell corso della loro, seppur violenta, relazione.
Quando i colleghi di lavoro la vedono con entrambi gli occhi neri e le costole incrinate, avvisano la sua famiglia, che fa di tutto per convincerla a lasciare Paul e a denunciarlo.
Quando va a sporgere denuncia, i detective notano che indossa un orologio identico a quello di Kirsten French e le chiedono di prenderle le impronte digitali.
A questo punto Karla capisce che sta rischiando di essere scoperta e decide di confessare tutto, o meglio, decide di confessare la sua versione della storia, secondo la quale lei è solo una delle tante vittime di Paul.
Aiutata da un’ottimo avvocato, Karla, in cambio della sua testimonianza, viene condannata a soltanto dodici anni di carcere con possibilità di richiedere la libertà condizionata dopo tre o quattro anni.
Durante il processo a Paul, però, emergono diverse videocassette delle aggressioni, in cui risulta evidente che Karla fosse ben più carnefice che vittima, ma la sua sentenza è già definitiva e non viene cambiata; tuttavia non le verrà mai concessa la libertà condizionata e sconterà tutti e dodici gli anni della sua condanna.
Paul, invece, viene condannato all’ergastolo. Ha richiesto la libertà condizionata nel 2018, sostenendo di essere “simpatico, compassionevole e altruista”. Non l’ha ottenuta.
Karla, uscita di prigione, ha cambiato nome e sposato il fratello del suo avvocato, con cui ha avuto tre figli.