È di qualche giorno l’appello di Amnesty International allo stato del Senegal per porre fine alle violazioni dei diritti dei bambini talibé.
Per le strade di Dakar e di altre città senegalesi si incontrano ogni giorno ragazzi tra gli 8 e i 15 anni che camminano tenendo in mano lattine di pomodoro e ciotole di plastica per chiedere l’elemosina. Si tratta dei bambini talibé, gli studenti del corano che cercano denaro da portare ai loro maestri. Statistiche non ufficiali stimano che le scuole coraniche Daara di Dakar siano più di duemila e che contengano circa 200.000 bambini talibé. Di questi si pensa che il 25% sia vittima di accattonaggio forzato, abusi e violenza fisica.
L’appello di Amnesty International si rivolge allo stato del Senegal, una delle nazioni africane considerate tra le più stabili. Come afferma il direttore esecutivo Seydi Gassama,
di fronte alla sofferenza di molti bambini talibé, chiediamo alle autorità di agire con forza, adottando il progetto del Codice dell’infanzia e la legge sullo status delle Daara.
La storia dei bambini talibé
Nella lingua Wolof il termine Talibé significa “discepolo” e si riferisce ai bambini che frequentano le Daara. Ognuna di queste scuole è gestita da un maestro Marabutto ed è finalizzata a insegnare i precetti dell’Islam sulla base dell’apprendimento mnemonico del Corano. Tra il bambino talibé e il suo insegnante esiste un rapporto di devozione e stretta obbedienza che vede quest’ultimo offrire la sua protezione in cambio di sostegno economico.
In Senegal le Daara garantiscono da secoli una buona diffusione dell’educazione islamica a tutti i segmenti della popolazione dell’Africa occidentale. In genere, genitori con difficoltà economiche vi mandano i figli per offrire loro un futuro migliore e prepararli alla carriera di Marabutto. Tuttavia, vivendo lontano dalle scuole questi sono spesso allo scuro delle condizioni effettive in cui i figli sono costretti a vivere.
Dall’elemosina all’accattonaggio forzato
Originariamente, il sostegno economico offerto dai bambini talibé al Marabutto consisteva nell’elemosinare cibo destinato a integrare le scorte della Daara nei momenti di carenza dei raccolti. Tuttavia, lo spostamento delle scuole in ambiente urbano ha mutato il contesto economico in modo tale da spingere alcuni maestri a usare gli studenti per la ricerca di denaro. Di conseguenza, alcune scuole hanno cominciato a sfruttare i bambini talibé spingendoli all’accattonaggio forzato nelle strade e infliggendo loro castighi legati all’inadempimento di questo obbligo. L’assenza di regolamentazione statale del rapporto tra Marabutto e bambini talibé avvantaggia questa situazione.
Un’indagine di Human Rights Watch su 175 bambini talibé in Senegal e Guinea Bissau tra il 2009 e il 2010 ha stimato che ogni bambino deve ottenere circa 373 Franchi CFA (0,56 €) al giorno per non incappare nelle punizioni inflitte dai maestri. Pur in apparenza bassa, si tratta di una somma difficile da raggiungere tenendo presente che circa il 30% della popolazione senegalese vive con meno di 593 CFA (0,90 €) al giorno e il 55% con meno di 949 CFA (1,44 €). Il coordinatore del progetto United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) dell’ufficio regionale di Dakar, Issa Saka, ha calcolato un guadagno di circa 15 milioni di Franchi CFA all’anno per i Marabutto e i loro assistenti in Senegal contando che, solo nel Paese, i bambini talibé ammontano ad almeno 30.000.
Gli abusi dei bambini talibé all’interno delle Daara
Le punizioni inflitte dai Marabutto ai bambini talibè assumono spesso la forma di abusi e di violenza. Human Rights Watch ha documentato 15 casi di stupro o violenza sessuale e 61 casi di percosse o violenze fisiche tra il 2017 e il 2018. Lo scorso gennaio una di queste occasioni ha portato all’uccisione di uno studente di 10 anni che è stato picchiato a morte dal suo insegnante perché “non aveva imparato la lezione del giorno”. Tra le pratiche documentate che i Marabutto e i loro assistenti usano c’è anche l’incatenamento dei bambini scoperti nel tentativo di fuggire dalle Daara. È del 2019 il caso del maestro condannato a 2 anni di carcere per aver incatenato i suoi alunni.
Questa situazione viene aggravata dal fatto che molti bambini talibé senegalesi vivono in condizioni di estrema sporcizia, malnutrizione, in mancanza di abbigliamento ed esposti a malattie e scarse cure igieniche a causa delle condizioni dei luoghi in cui sono costretti a vivere. Inoltre, i Marabutto non sono tenuti a pagare loro le cure in caso di malattie e spesso i bambini sono forzati a mendicare ulteriormente.
Una tratta di esseri umani
La mancata applicazione delle leggi e l’assenza di un quadro normativo per le Daara comporta una costante violazione dei diritti dei bambini talibé. Fattori come le minacce alla sicurezza fisica e mentale, la sostituzione dell’educazione con le ore di accattonaggio (paragonabile a una forma di schiavitù), le punizioni corporali e sessuali violano numerose disposizioni della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1990). Inoltre, le condizioni in cui vengono spostati corrispondono a una vera e propria tratta di esseri umani. Come dichiarato dall’articolo 3(c) del Protocollo sulla tratta di esseri umani (2003),
il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’ospitare o accogliere un bambino ai fini di sfruttamento sono considerati “tratta di persone”.
I tragitti che portano i bambini talibé a Dakar non partono solo dal Senegal. La città è il punto di approdo di tratte provenienti da zone sub-regionali ma anche da Nigeria, Guinea-Bissau, Gambia, Mali, e Mauritania.
Le azioni dello stato del Senegal e l’appello di Amnesty International
Diversi tentativi volti a ristabilire la situazione hanno coinvolto ONG specializzate, come la già citata Human Rights Watch, la Plateforme pour la promotion et la protection de Droits Humains e Maison de la gare. Anche se le campagne di sensibilizzazione stanno lentamente suscitando un dibattito anche a livello internazionale, il maltrattamento dei bambini talibè è un grande tabù nella società senegalese. Uno degli ultimi tentativi promossi dal governo è il progetto di legge sullo status delle Daara che mira a incorporare queste istituzioni nel sistema educativo nazionale. Tuttavia, questo progetto viene interpretato come un attacco di matrice anti-islamica da alcuni insegnanti di scuola coranica e dalla porzione di popolazione più conservatrice.
Alla luce di questa situazione, l’ultimo appello di Amnesty International raccomanda alle autorità senegalesi di condurre azioni volte a combattere gli abusi sui bambini talibé e di rafforzare la protezione dell’infanzia, conducendo una mappatura delle scuole coraniche e del numero di bambini talibé che vi studiano per comprendere la reale entità del fenomeno. Ciò che l’organizzazione chiede è di aumentare i finanziamenti per i programmi di modernizzazione delle scuole coraniche, adottare la bozza del Codice dell’infanzia e la legge sullo status della Daara, nonché applicare le leggi sull’eliminazione delle tratte in modo da perseguire gli autori degli abusi e dell’accattonaggio forzato.