I 40 anni del teppismo

Carlo Nesti Ultima Voce

Di Carlo Nesti


Il 28 ottobre 1979, 40 anni fa, allo Stadio Olimpico di Roma, prima del derby, Vincenzo Paparelli, trentatreenne tifoso della Lazio, seduto in Curva Nord, fu colpito in pieno volto da un razzo, sparato da un ultras dalla Curva Sud. Morì mezz’ora dopo, appena trasportato all’ospedale Santo Spirito.

Da quel giorno, la domenica del primo morto da stadio della storia del calcio italiano, nulla è stato più come prima, con una ventina di persone immolate, nel segno del teppismo: dal fatale lassismo, dopo la strage dell’Heysel del 1985, alla tardiva severità, dopo l’omicidio Raciti del 2007.

Finalmente, al di là di tante parole, è arrivata una notizia concreta, che ci auguriamo rappresenti una svolta. Dopo una denuncia della Juventus, sono state attuate 12 misure cautelari (6 in carcere, 4 arresti domiciliari, e 2 obblighi di dimora), nei confronti dei capi dei principali gruppi di ultras bianconeri.

Sono indagati per associazione a delinquere, estorsione aggravata, auto riciclaggio, e violenza privata. In pratica, dietro la minaccia di vendette, in caso di mancata concessione di biglietti, da parte dei dirigenti, si celavano ben altri traffici, estranei al calcio.

Nonostante il quadro sempre inquietante della lotta contro gli eccessi criminali del fenomeno ultras, arrivano anche cifre positive, sul fronte della sicurezza negli stadi. Secondo il Report del Ministero dell’Interno, il numero dei feriti, all’interno degli impianti, è quasi dimezzato nelle ultime 5 stagioni.

Dai 164 feriti del 2014-15, si è passati ai 101 del 2018-19, e cioè -40%. In calo anche le partite con feriti, da 72 a 43, di cui 18 in Serie A, 15 in B, e 10 in C, così come in calo denunce e arresti.

Naturalmente, val la pena non coltivare illusioni, perché è chiaro a tutti come il fenomeno del teppismo e della violenza si sia spostato lontano dagli stadi, dove i controlli sono spesso impossibili. Preghiamo perché la maggioranza di buon senso sia sempre più numerosa e vincente.

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