Ultimamente, il dibattito sui migranti è diventato ancora più spinoso: da una parte ci sono coloro che si indignano e hanno paura, dall’altra vi sono quelli che non hanno problemi ad accoglierli. Ebbene, da circa dieci giorni a questa parte la polemica è diventata ancora più aspra, soprattutto a Pescara.
L’hotel Holiday, sito sul lungomare della città che diede i natali a Gabriele D’Annunzio, sta ospitando dalla fine di maggio 100 migranti recentemente sbarcati a Lampedusa. Il loro soggiorno durerà 11 mesi, e avranno vitto ed alloggio pagati. Per motivi di sicurezza, è stato imposto ai gestori dell’hotel di ospitare solo ed esclusivamente migranti nei prossimi 11 mesi.
Ed è qui che le idee dei cittadini pescaresi iniziano a divergere pesantemente, spianando la strada ad un vero e proprio conflitto di pensieri. Il signor A, ad esempio, pensa che questa iniziativa sia ottima. “Dobbiamo insegnare la solidarietà ai nostri figli. Bisogna aiutare i meno fortunati”.
E poi c’è la signora B: “Lo Stato dovrebbe aiutare prima di tutto gli italiani. Molti di noi stentano ad arrivare a fine mese”. Il signor C rincara la dose: “Francamente, ho paura per mia figlia. Ha 16 anni e sta iniziando ad uscire la sera”.
Paura, solidarietà, rabbia: emozioni che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra. Qualunque siano le idee dei pescaresi sull’accoglienza dei migranti, la situazione sta diventando spiacevole: i cittadini di Pescara, uniti dalla passione sfrenata per l’omonima squadra, nonché dall’orgoglio per i natali di D’Annunzio, stanno combattendo l’uno contro l’altro. Epiteti come “razzista” e “comunista” sono tornati di dominio pubblico.
I migranti sono una risorsa? Oppure sono un pericolo? Ai nostri figli dobbiamo insegnare la prudenza o la solidarietà? Una cosa, solo una, va detta: prima di esprimere giudizi di qualunque natura politica, così per sentito dire, bisogna documentarsi e costruirsi le proprie idee.