Estetismo, simbolismo, idealismo e un incipit di Art Nouveau si rivelano nelle due anime del tempo riportate su tela dall’artista svizzero Ferdinand Hodler (1853-1918).
Nel “Giorno”(1904), figure femminili, senza vesti, creano delle successioni “musicali” ritmiche attraverso le pose assunte, che danno un’impressione di regolarità e simmetria, nonostante la diversità della mimica corporale. Una reiterazione quasi compulsiva che costituisce una serie decorativa con funzione ornamentale.
L’intento stilistico è di trasferire una imago di purezza e di trascendere il Reale e varcare la soglia dell’Ideale. E’ una proiezione dell’intelletto dell’artista che urtando con la superficie dell’Imponderabile approda in un universo parallelo, nel mondo “neoplatonico” delle idee, ove gli oggetti assurgono a simboli.
Gli arti piegati, divaricati o contratti che si alternano nelle fanciulle raffigurate segnano il passaggio delle ore, ma in una dimensione di attesa, “atemporale”, non regolata dalla gravità e dallo scorrere reale del tempo. Un mondo non governato dai parametri convenzionali del tangibile e del contingente.
Dal punto di vista tecnico, il colore è steso, come usuale anche nella setta Nabis, in forma pura e a zone ampie. Hodler subisce la fascinazione delle tinte luminose e desidera presentarle così nude sulla tela in tutta la loro compattezza e plasticità, in modo che l’impatto visivo sia efficace.
La “Notte” (1890) conserva lo stesso intento stilistico e la struttura compositiva richiama la stessa idea di ritmo. Corpi dormienti distesi in varie posture si alternano, mentre al centro una figura maschile con gli occhi sbarrati è sovrastata da una oscura figura, celata in un mantello, il simbolo dell’inconscio, del sogno. La povertà dei colori dove tinte avorio si alternano a tinte brune, quasi fosse una successione a sistema binario.
E’ evidente in queste opere il richiamo a una concezione panteistica, accolta da Hodler, che sosteneva che “uno stesso spirito permeasse tutte le cose”, manifestandosi attraverso la successione ritmica temporale, le simmetrie e gli equilibri naturali. Tale principio è rispettato nel “Giorno” e “Notte” in cui l’ideale contamina i soggetti raffigurati e li fa trascendere, ma allo stesso tempo la stessa anima preserva un equilibrio e una scansione naturale.
Costanza Marana