La Nuova Zelanda include l’hijab nelle divise delle forze dell’ordine

hijab

L’hijab diventa parte della divisa ufficiale per le agenti di polizia musulmane

Si chiama Constable Zeena Ali, vive ad Auckland e sarà la prima agente di polizia a poter indossare l’hijab con la sua divisa. A farlo sapere è il profilo ufficiale della polizia neozelandese che ha pubblicato una foto della poliziotta di fede islamica mentre indossa la divisa completa di hijab.
Zeena Ali è nata alle Fiji e si è trasferita in Nuova Zelanda da bambina. Ha deciso di intraprendere la carriera nel corpo di polizia in seguito agli attentati di Christchurch. Luogo dove il suprematista bianco e islamofobo Brenton Tarrant ha commesso un omicidio di massa, uccidendo 51 musulmani.



Entrata nel corpo di polizia, era stata la stessa agente a sostenere la necessità di un cambiamento maggiormente inclusivo nei confronti delle donne in divisa. Ed in particolare delle donne musulmane.

“Ci vogliono più donne musulmane nella polizia”

Questo il desiderio della promotrice dell’idea. Un desiderio condivisibile se si pensa a quante donne, ora, saranno più motivate ad intraprendere una carriera tra le autorità di pubblica sicurezza. Prive della costrizione di dover scegliere tra il senso di dovere per la comunità religiosa di appartenenza e la volontà di difendere attivamente il paese che abitano.
La stessa poliziotta ha aiutato in prima persona nella progettazione di un capo che fosse rispettoso della fede islamica e allo stesso tempo funzionale al lavoro.
Il nome di Zeena Ali resterà dunque il simbolo di un cambiamento innovativo ed inclusivo. Ma l’auspicio della polizia neozelandese è che con questa novità si possa incoraggiare le donne musulmane ad arruolarsi nelle forze dell’ordine. In questo modo, nell’ambiente dedicato alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica si potrà riflettere veramente la diversità che caratterizza la società.

Ancora una volta, la Nuova Zelanda si dimostra attenta nel recepire i cambiamenti necessari verso la creazione di una società egualitaria e rispettosa delle diversità. E lo fa normalizzando la presenza delle minoranze all’interno delle istituzioni politiche e civili. Una scelta che non lascia spazio a stereotipi e discriminazioni ma solo al valore che individui di provenienze sociali diverse riescono ad accrescere con il proprio lavoro.

Quello neozelandese è un modello vincente. La speranza è che non rimanga solo una coraggiosa eccezione.

Carola Varano

 

Exit mobile version