Andrea Umbrello
Direttore Editoriale di Ultima Voce
Hezbollah ha confermato ufficialmente la morte di Hassan Nasrallah, Segretario generale, ucciso in seguito a un attacco aereo israeliano nella periferia meridionale di Beirut. La notizia, che scuote profondamente l’intero movimento di resistenza libanese, è stata diffusa oggi tramite un comunicato che onora la figura di Nasrallah come un leader coraggioso, saggio e instancabile.
La leadership di Nasrallah: tre decenni di resistenza
Hassan Nasrallah ha assunto la guida di Hezbollah nel 1992, dopo l’assassinio del suo predecessore, Sayyid Abbas al-Musawi, in un attacco israeliano. Sin dal suo insediamento, Nasrallah ha portato avanti l’ideale della resistenza armata contro Israele, definendo un percorso che avrebbe visto Hezbollah evolversi da un gruppo militante a una forza politica e militare di primaria importanza in Libano e nella regione.
Nel comunicato, Hezbollah ha sottolineato il ruolo centrale di Nasrallah nel raggiungimento di importanti successi militari e politici. Tra i momenti salienti della sua leadership, si ricordano la liberazione del Libano meridionale nel 2000, quando le forze israeliane si ritirarono dopo anni di occupazione, e la guerra del 2006, che segnò una delle sfide più dure tra Hezbollah e Israele. La cosiddetta “vittoria divina” del 2006, come definita da Nasrallah stesso, fu un punto di svolta per il movimento, che riuscì a resistere a una delle più potenti operazioni militari israeliane, consolidando ulteriormente il proprio status sia a livello nazionale che regionale.
“Nasrallah ha guidato Hezbollah attraverso vittorie storiche”, si legge nel comunicato, “portando avanti l’eredità di Sayyid Abbas al-Musawi fino alla liberazione del Libano nel 2000 e alla decisiva vittoria del 2006. Ha dimostrato al mondo che la resistenza può prevalere anche contro un nemico ben equipaggiato come Israele”.
Oltre ai successi militari, Nasrallah ha avuto un ruolo cruciale nel consolidamento di Hezbollah come un attore politico in Libano. Sotto la sua guida, il movimento è diventato una delle principali forze politiche del Paese, rappresentando una parte significativa della popolazione sciita e mantenendo un’influenza rilevante nella politica nazionale. Tuttavia, la sua leadership non si è limitata ai confini libanesi: Nasrallah ha sempre mantenuto stretti legami con l’Iran, principale sostenitore di Hezbollah, e ha continuato a sviluppare alleanze con altri movimenti di resistenza nella regione, in particolare con i gruppi palestinesi come Hamas e la Jihad islamica.
L’impegno per la causa palestinese
Nasrallah è stato anche uno strenuo difensore della causa palestinese, vedendo la liberazione della Palestina e di Gerusalemme come uno degli obiettivi fondamentali della sua missione. Hezbollah ha sempre sostenuto apertamente i gruppi armati palestinesi e ha fornito loro supporto sia a livello logistico che militare. La resistenza di Gaza contro le offensive israeliane è stata spesso vista come parallela alla lotta di Hezbollah in Libano, con Nasrallah che più volte ha dichiarato che la causa palestinese è indivisibile dalla lotta per la liberazione del Libano.
Nel comunicato, Hezbollah ha ribadito questo legame indissolubile: “Nasrallah non ha mai abbandonato la Palestina e Gaza. Ha dedicato la sua vita a difendere i diritti del popolo palestinese, mantenendo viva la speranza della liberazione e della vittoria finale contro l’occupazione israeliana”.
Nasrallah, figura estremamente carismatica e abile oratore, è stato capace di mobilitare non solo i membri di Hezbollah ma anche ampie fasce della popolazione libanese e mediorientale, diventando una delle voci più influenti nella resistenza contro l’espansione israeliana.
Hezbollah promette vendetta e continuità
Nel commemorare la morte di Nasrallah, Hezbollah ha anche ricordato gli altri leader della resistenza uccisi insieme a lui nell’attacco aereo israeliano. Il comunicato ha espresso dolore e rabbia per la perdita, ma ha anche giurato di continuare la lotta, promettendo vendetta e ribadendo la propria fedeltà ai principi della resistenza.
“Ci congratuliamo con Nasrallah per aver ricevuto i più alti onori divini, la Medaglia dell’Imam Hussein (PBUH), e per aver realizzato il suo ultimo desiderio, quello di diventare un martire sulla strada per Gerusalemme e la Palestina”, afferma Hezbollah nel suo comunicato. Il movimento ha inoltre ribadito il proprio impegno a sostenere Gaza e la resistenza palestinese, così come a difendere il Libano e il suo popolo da qualsiasi aggressione esterna.
Hezbollah ha promesso di continuare a combattere contro Israele, mantenendo fede alla visione di Nasrallah e proseguendo nella sua missione. “La nostra resistenza non si ferma qui”, si legge nel messaggio rivolto ai combattenti del movimento. “Il nostro leader è morto, ma la sua guida spirituale e strategica rimane con noi. Sarete voi, suoi fratelli, il suo scudo protettivo, la corona del sacrificio e del valore. Continueremo a combattere fino alla vittoria finale, fino alla liberazione completa”.
L’eredità dopo la morte di Hassan Nasrallah e il futuro di Hezbollah
La morte di Nasrallah rappresenta senza dubbio un duro colpo per Hezbollah e per i suoi sostenitori, ma l’organizzazione ha dimostrato nel corso degli anni una straordinaria capacità di resilienza. Sebbene la figura di Nasrallah fosse centrale, Hezbollah è un movimento che ha costruito una struttura capillare e ben organizzata, in grado di mantenere la propria operatività anche in assenza del suo leader.
Nasrallah lascia dietro di sé un’eredità complessa e significativa. Da un lato, ha rafforzato la posizione di Hezbollah come attore politico e militare, rendendolo uno dei gruppi armati più influenti del Medio Oriente. Dall’altro, la sua leadership ha accentuato le divisioni settarie in Libano, con una parte della popolazione che vedeva in lui una minaccia per la stabilità del Paese.
Il futuro di Hezbollah, dopo la morte del suo leader storico, dipenderà dalla capacità dell’organizzazione di gestire questa transizione e di mantenere il sostegno dei propri alleati, in particolare l’Iran, che continuerà probabilmente a essere il principale sponsor del gruppo.