Può un solo uomo uccidere fino a 600 persone? Secondo lo sceriffo Jim Boutwell e i Texas Ranger, sì.
Quest’uomo era Henry Lee Lucas.
Lucas nasce nel 1936 in Virginia da una famiglia che definire “abusiva” sarebbe un eufemismo: il padre era un alcolizzato che aveva perso le gambe in un incidente ferroviario e veniva da allora allegramente chiamato “No Legs” da tutti, compresi i figli e la moglie Viola, prostituta da 50 centesimi dedita allo smart working – nel senso che esercitava in casa, in genere davanti a figli e marito, che spesso veniva schernito anche dai clienti.
In questo clima da famiglia del mulino bianco, Viola non dimenticava mai di sfottere anche il figlioletto Henry, ad esempio una volta lo costrinse a mettersi un vestito da bambina per poi insultarlo perché “era vestito da femmina”, e di educarlo a suon di bastonate.
Una volta lo picchiò talmente forte che il bambino rimase svenuto a terra per tre giorni.
Quando si riprese, uno dei fratelli pensò che sarebbe stato molto divertente infilargli un cacciavite nell’occhio, cosa che donò ad Henry il suo famoso sguardo perspicace.
A dieci anni è già alcolizzato quanto i genitori, ma trova un’altra figura di riferimento: Bernie, l’amante della madre, il quale, nella prima adolescenza, decide di dare al figlioccio una lezione di educazione sessuale portandolo in campagna e… Facendolo accoppiare con un vitello appena sgozzato.
Insomma, le premesse per una vita piena di soddisfazioni ci sono tutte.
Henry finisce in carcere per la prima volta nel 1952, per furto, e quando viene rilasciato, nel 1959, va a vivere dalla sorella Opal e cerca di ricostruirsi una vita con una ragazza, Stella.
Stella, però, non piace alla madre di Henry, che voleva che il figlio la accudisse nella sua vecchiaia invece di sposarsi, e fa una scenata davanti a lei, al punto che Stella capisce che non è il caso di mescolarsi a quella famiglia e lo lascia, scappando via.
Al culmine della litigata, mentre Viola lo sta colpendo alla testa con un manico di scopa, Henry si ribella prendendola per il collo e pugnalandola, scappando subito dopo.
Sua madre diventa così la sua prima vittima.
Immediatamente arrestato, viene condannato a vent’anni di carcere, ma dopo dieci – in seguito a due tentativi di suicidio – viene trasferito in un istituto psichiatrico, da cui verrà rilasciato poco dopo.
Nel 1974, ad una mensa per i poveri a Jacksonville, Florida, incontra Ottis Toole ed è amore a prima vista.
Ottis aveva quasi vent’anni in meno di Henry, un quoziente intellettivo di 75 (contro gli 85 di Lucas) e un’infanzia ancora più raccapricciante, tra violenza, riti satanici messi in atto dalla nonna e incesti all’ordine del giorno.
Henry va, la sera stessa, a vivere con Ottis, che presto caccia via sua moglie per fargli posto nel letto coniugale.
Sotto lo stesso tetto vive anche la nipote di Ottis, Frieda detta Becky, che in seguito Henry definì “l’unica donna che io abbia mai amato”. Quando si sono conosciuti, Henry aveva 39 anni, Frieda 11.
Lucas e Toole iniziano a vivere on the road, guidando attraverso diversi stati e facendo, insieme, rapine che spesso sfociano in omicidi, finché, a detta di Ottis, vengono reclutati come killer su commissione da una setta chiamata “La Mano della Morte”, i cui membri erano appassionati di cannibalismo. Precisiamo che non ci sono prove che questa setta esistesse davvero e che abbia effettivamente commissionato loro degli omicidi.
Nell’81, Henry torna da solo a Jacksonville, con la promessa di ricongiungersi a breve con Ottis, ma in realtà va a prendere Becky e scappa con lei, ripetendo il copione di rapine e omicidi occasionali, finché i due si stabilizzano per un periodo in Texas, a casa di Kate Rich, un’anziana signora a cui avrebbero dovuto fare da badanti.
Le litigate nella coppia erano frequenti, finché un giorno lui la uccide in preda alla rabbia e, poco dopo, elimina anche Kate.
Arrestato per i due omicidi, viene processato e, appena il giudice finisce di enunciare la condanna all’ergastolo, Henry chiede ad alta voce:
“E come facciamo per le altre 100 donne che ho ucciso?”.
Immediatamente, sceriffi e detective da tutti gli Stati Uniti si fiondano in Texas con i fascicoli dei loro omicidi irrisolti per interrogare Lucas, che confessa alla maggior parte dei casi che gli vengono sottoposti. Confessa anche di essere stato l’artefice di un omicidio mai avvenuto e di essere arrivato ad uccidere anche in Giappone (pur non essendo mai salito su un aereo)
Quando supera le 100 confessioni e non accenna a smettere, molti iniziano a dubitare della loro veridicità, ma non Jim Boutwell, lo sceriffo a capo della Henry Lee Lucas Task Force, che aveva stretto un forte legame con Henry, a cui portava sigarette e milk shake per “premiarlo” delle suddette confessioni, e il cui obiettivo era quello di essere ricordato come un grande sceriffo che ha risolto centinaia di casi, mentre, in realtà, ha permesso a tantissimi assassini di restare liberi, limitandosi a darne la colpa a Lucas.
Quando Henry viene condannato a morte per l’assassinio di una ragazza senza nome, soprannominata Orange Socks (calze arancioni, cioè l’unico capo di abbigliamento che aveva addosso), inizia a ritrattare, sostenendo a volte di non avere ucciso nessuno, a volte solo la madre e a volte solo le sue prime tre vittime, Viola, Kate e Becky.
L’allora governatore del Texas, George W. Bush, ritira la condanna a morte per legittimo dubbio, dopo che gli avvocati di Henry riescono a provare, grazie ad una busta paga incassata a Jacksonville, che il giorno dell’omicidio Henry si trovava in Florida e non in Texas.
Henry Lee Lucas muore in carcere nel 2001 per arresto cardiaco.
Il suo corpo non viene reclamato da nessuno.
Una, tre, nove, undici, cento, seicento.
Non sapremo mai quante siano state effettivamente le sue vittime.