Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
A quella conosciuta appena
Non c’era il tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.
Harry Paul Ally (Bridgewater, New Jersey) è un osservatore attento e distratto allo stesso tempo. Un viandante tra la folla che tenta di cogliere le impressioni di chi intorno lui e insieme con lui muove il mondo attraverso l’utilizzo di colori caldi, intensi e dal tratto deciso ma appena accennato.
A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l’hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità
I soggetti ritratti da Harry Paul Ally… a dire il vero non sono ritratti affatto. Sono dinamiche silhouette di donne e uomini -ma soprattutto donne-, che sembrano perdersi nel vuoto della tela. Il fascino di questi quadri, però, consiste proprio in questo: nell’accenno, forte e dal colore contrastante rispetto al suo fondale, delle sagome.
Alla compagna di viaggio
i suoi occhi, il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l’unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano
Quando camminate per strada, non percepite questa sensazione? Quest’impressione di poter toccare e sentire i passanti intorno; l’opportunità di entrare nelle loro vite e voi nelle vostre senza che questo accada. Quante sono le persone, rilevanti o meno, che come questi quadri di Ally ci passano a fianco e poi spariscono nella nebbia di una tela bianca? Quante volte avete pensato che potreste innamorarvi di uno sconosciuto –“the stranger the better”-, e lasciare invece che andasse via, passando dall’altra parte della strada, chiudendo il mondo fuori da una porta, oppure scendendo da o salendo su un mezzo che non è il vostro?
A quelle che sono già prese
e vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato
Ocra, marrone, rosso porpora, sabbia. Colori che sanno di afa, di polveroni, di confusione, di visione non ben messa a fuoco, perfetta per farsi sfuggire qualcuno. Colori evocativi, che raccontano la fretta del passaggio.
Sul sito potrete vedere i bozzetti, i disegni e tutte le altre opere di Harry Paul Ally e potrete vedere che la tecnica e lo studio c’è, e proprio in faccia a questo è possibile comprendere come tutta questa imprecisione e imperfezione altro non sono che una decisa scelta per uno scopo narrativo differente.
Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino
C’è molta umanità, nei quadri di Ally. Tutta quella umanità ricca di fascino, di curiosità, di attenzione spontanea e fuggevole, di colori bizzarri e di voci, di odori e dinamiche che però, puntualmente, passa inosservato perché ormai siamo troppo abituati a passare senza soffermarci. E il bello è che, in realtà, non c’è monito né rimprovero alcuno nelle sue pitture, Ally si limita a riprodurre quello che accade quando ci perdiamo le cose. Sta a noi far scaturire questa riflessione rendersi conto che sì, forse varrebbe la pena di perderci un secolo in più e soffermarsi sulla bellezza che ci circonda, anche quando siamo solo en passant.
Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine
una maniera di viversi insieme
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.Fabrizio De André, “Le Passanti”
Gea Di Bella