Happy to chat, le panchine contro la solitudine

happy to chat

Parlare di mancanza di socialità e solitudine in tempi di Covid è quasi banale. Tuttavia il problema della socializzazione esisteva anche prima del Covid. Soprattutto per alcune categorie di persone. Ebbene, un esperimento in Polonia: nascono le “Happy to chat”, panchine all’aperto dove si può interagire e parlare anche con persone sconosciute.




Non serviva il Covid per vedere persone sole camminare al parco, spesso sono anziani che passeggiano e siedono per l’appunto sulle panchine a guardare i passanti. Ma non sono solo anziani. Sono molti i giovani che si vedono nei parchi, stesi sul prato dopo un allenamento, oppure su una panchina a leggere un libro.
E allora perché non socializzare con qualcuno e fare due chiacchiere per combattere la solitudine?

Panchine colorate

Le panchine sono diverse da quelle in legno che solitamente si trovano nei parchi, proprio per distinguerle e finalizzarle a questa funzione.
L’organizzazione Gadulawka (“pronto a discutere”) ha installato – da settembre nel quartiere ebraico di Cracovia – queste panchine dal design originale, progettate da uno studio di architettura locale, di due colori, grigio e verde, riconoscibili da lontano. A lato delle panchine è stato apposto un pannello esplicativo tradotto in ebraico, polacco e inglese che spiega la loro funzione.
L’obiettivo dell’organizzazione polacca che si occupa delle panchine è:
Poter raggiungere il maggior numero possibile di persone per combattere la solitudine su larga scala.

La cosa innovativa è proprio la semplicità e la facilità con cui le persone che lo desiderano possono chiacchierare tra di loro anche se non si conoscono, solo sedendosi su una panchina. E implicitamente accettare la compagnia di qualcuno per parlare e scambiarsi opinioni.

Iniziativa non solo polacca

L’esperimento non è nuovo. Anche in Galles, Allison Owen Jones dopo aver visto un uomo triste e solo che passeggiava in un parco e non sapendo come avvicinarsi a lui per scambiare due chiacchiere, ha pensato di realizzare l’”Happy To Chat Bench”, panchine per favorire le interazioni tra persone sconosciute.
Non solo in Polonia e Galles, anche in altri paesi come Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda sono nate iniziative simili che stanno avendo successo.

E in Italia?

Certamente anche l’Italia ne avrebbe bisogno, con il suo indice di vecchiaia altissimo.
Senza andare a colpevolizzare la pandemia e le relative restrizioni, che certamente hanno aggravato molto le situazioni di solitudine, anche le nostre abitudini dovrebbero cambiare in questo senso, verso una maggiore socializzazione. Troppo dipendenti dai social network che portano sempre di più a un individualismo, soprattutto quando ci troviamo da soli in spazi pubblici. Sembra quasi che ci vergogniamo a essere da soli e a guardarsi semplicemente attorno, magari scoprendo una panchina “Happy to chat”. E quindi tiriamo fuori dalla tasca il nostro smartphone. Per cercare quella socialità che non abbiamo in quel momento dentro il dispositivo tecnologico e le sue innumerevoli chat.

Valorizzare i rapporti umani

Chiusi dentro il nostro smartphone che oggi ci permette di fare tutto, passeggiamo ormai con la testa china. Se questa energia la veicolassimo nei rapporti umani, le relazioni non potrebbero che migliorare. Come anche il nostro stato d’animo e il nostro umore. Perché a volte basta una bella chiacchierata per sentirsi meglio e vivere con più entusiasmo le nostre giornate. A beneficio di tutti.

Marta Fresolone

 

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